Allucinazioni pericolose, il film diretto da Mars Horodyski in onda su Tv8 l’11 aprile, parte come un classico thriller domestico con venature horror: una casa nuova, un passato oscuro, una protagonista fragile e segnali inquietanti di qualcosa che non va. Ma, pur attingendo a cliché del genere, affonda le sue radici in qualcosa di molto più tangibile del soprannaturale: il trauma, la manipolazione affettiva e la difficoltà di ricominciare da zero. È un racconto su quanto sia labile il confine tra protezione e controllo, tra amore e ossessione.

Il sospetto abita al piano di sopra
La protagonista del film di Tv8 Allucinazioni pericolose, Amelia (Rebecca Liddiard), giovane artista in cerca di riscatto, lascia il suo ex fidanzato violento e si trasferisce in una nuova casa condivisa con Melinda, una coinquilina invadente ma allegra. La casa è economica, ma porta con sé una cattiva reputazione. Presto, Amelia comincia a notare segnali inquietanti: oggetti fuori posto, rumori inspiegabili, la porta d’ingresso che resta aperta, strane presenze. Eppure, il film non si tuffa subito nell’horror: lascia volutamente lo spettatore nel dubbio: sono allucinazioni? Suggestione? O c’è davvero qualcuno?
Nel frattempo, entra in scena David (Jamie Spilchuk), vicino di casa premuroso e amante dell’arte. Tra i due nasce una sintonia che sembra offrire ad Amelia un barlume di pace. Ma la calma è solo apparente. Melinda comincia a sentirsi osservata, si ammala misteriosamente, e poi muore in circostanze mai chiarite. Ed è qui che il film vira allora verso il thriller psicologico puro, dove nulla è come sembra.
I personaggi secondari ruotano interamente intorno alla protagonista, senza trovare spazio per un vero sviluppo. Melinda, Colin (l’ex violento), Mark (l’ex tossico di Melinda), i vicini anziani: tutti appaiono e scompaiono in funzione delle tappe del percorso di Amelia. Lo stesso David è costruito come un inganno narrativo: perfetto e rassicurante all’inizio, si rivela progressivamente l’incarnazione dell’incubo. È lui il fantasma vivo che infesta la casa, nascosto in soffitta come il passato che non muore.
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Trauma e guarigione mancata
Il film di Tv8 Allucinazioni pericolose affronta con profondità e sensibilità il tema del trauma e della difficile strada verso la guarigione. Amelia, la protagonista, è una giovane donna che ha appena concluso una relazione abusiva con Colin, un uomo che inizialmente sembrava perfetto ma che si è rivelato manipolatore e violento. Nonostante la separazione fisica, le cicatrici emotive di Amelia sono ancora fresche e influenzano profondamente il suo comportamento e le sue percezioni. La sua lotta quotidiana con l’ansia e la paranoia evidenzia come il trauma passato continui a gettare ombre sul suo presente, rendendo arduo il cammino verso una vera rinascita.
Il film esplora anche la complessità delle relazioni umane, in particolare attraverso il personaggio di David. Presentato inizialmente come un rifugio sicuro, un uomo gentile e comprensivo, David incarna la figura del “salvatore” che, sotto una facciata di premura, nasconde intenzioni oscure e manipolative. Questa dinamica mette in luce come, spesso, le persone più pericolose siano quelle che si presentano come protettori, sottolineando la sottile linea tra protezione e controllo, tra affetto genuino e ossessione.
La casa stessa diventa una potente metafora della psiche di Amelia. Con le sue stanze oscure, i rumori inspiegabili e la presenza inquietante nell’attico, l’abitazione riflette il tumulto interiore della protagonista. Ogni scricchiolio e ombra rappresentano le paure e i ricordi repressi che Amelia cerca di affrontare. L’attico, in particolare, simboleggia quei traumi nascosti e non elaborati che, se ignorati, possono emergere in modi distruttivi. Attraverso questa rappresentazione, il film sottolinea come l’ambiente che ci circonda possa rispecchiare e amplificare le nostre battaglie interiori.

Il finale spiegato
Nel finale del film di Tv8 Allucinazioni pericolose, la tensione accumulata raggiunge il suo apice quando Amelia scopre la verità su David. L’uomo che aveva visto come un’ancora di salvezza si rivela essere il figlio sopravvissuto a una tragedia familiare avvenuta proprio nella casa in cui ora vive. Anni prima, il padre di David, in preda a una follia omicida, aveva sterminato la propria famiglia, risparmiando solo il giovane figlio che si era nascosto per sopravvivere. Il traumatico evento ha lasciato in David cicatrici profonde, spingendolo a sviluppare un’ossessione malsana per la protezione di figure femminili che ricordano sua madre.
David, nel suo distorto desiderio di proteggere Amelia, ha orchestrato una serie di eventi inquietanti: ha manipolato la realtà di Amelia, facendole dubitare della propria sanità mentale; ha eliminato Melinda quando questa ha iniziato a sospettare di lui; e ha persino ucciso Colin, l’ex fidanzato di Amelia, percependolo come una minaccia. La sua presenza nell’attico, il cuore oscuro della casa, simboleggia la manifestazione fisica dei traumi irrisolti e delle paure più profonde di Amelia.
La resa dei conti tra Amelia e David è intensa e carica di emozioni. Amelia, inizialmente sopraffatta dalla rivelazione e dalla paura, trova una forza interiore che non sapeva di possedere. In un atto di autodifesa e determinazione, affronta David direttamente. Durante la lotta, riesce a spingerlo fuori dalla finestra dell’attico, ponendo fine alla sua minaccia in modo definitivo. Questo atto non è solo una vittoria fisica, ma rappresenta anche una vittoria simbolica sul suo passato traumatico e sulle persone che hanno cercato di controllarla.
Tuttavia, la conclusione lascia spazio a riflessioni ambigue. Sebbene Amelia sembri emergere dalla prova con una nuova determinazione, pronta a ricostruire la sua vita lontano dalla casa e dai suoi orrori, sorge il dubbio su quanto questa trasformazione sia autentica e duratura. Il film suggerisce che, nonostante la vittoria su David, le cicatrici emotive e psicologiche di Amelia potrebbero richiedere molto più tempo per guarire completamente. La sua partenza dalla casa simboleggia un passo verso la libertà, ma il percorso verso la vera guarigione è ancora lungo e incerto.
Un horror travestito da film psicologico
Allucinazioni pericolose, in onda su Tv8, non è un film dell’orrore classico. Il vero spavento non viene dai fantasmi, ma dalla capacità degli esseri umani di nascondersi dietro volti familiari. Il lungometraggio non sempre è coeso, la sceneggiatura a tratti è frammentaria e i colpi di scena risultano forzati, ma riesce comunque a toccare corde profonde. Perché il vero terrore non è una porta che si apre da sola, ma una persona che entra nella tua vita, si insinua nelle tue paure e decide che nessun altro potrà mai amarti come lui.
Un film per la tv teso, imperfetto, ma capace di disturbare. Allucinazioni pericolose non lascia il segno per la sua originalità, ma per la sua capacità di evocare un’ansia molto reale. Dietro ogni porta chiusa, può esserci qualcuno che ti guarda. E non sempre è un fantasma.
Filmografia
Allucinazioni pericolose
Thriller - Canada 2024 - durata 83’
Titolo originale: Deadbolt
Regia: Mars Horodyski
Con Rebecca Liddiard, Jamie Spilchuk, Camille Stopps, Joey Belfiore, Bill MacDonald, Kyra Harper
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