Quando il titolo di un film è L’ossessione di Sharon, su Tv8 il 9 aprile, non c’è trucco e non c’è inganno: sappiamo subito chi sarà il pericolo, chi metterà in moto la spirale di distruzione, e che tipo di viaggio ci attende. Ma questo non è un problema: è un vantaggio. Perché L’ossessione di Sharon, scritto da Daniel West e diretto da David Benullo, non è un mistery. È un thriller, e come tale gioca a carte scoperte. La tensione non nasce dal chiedersi “chi?”, ma dal chiedersi “fino a dove si spingerà?”.

Curare o distruggere
Il film di Tv8 L’ossessione di Sharon comincia con Sharon (Kristina Clifford), infermiera apparentemente empatica, che si prende cura di un bambino ferito al braccio. È una scena rassicurante, quasi televisiva, costruita per trasmettere fiducia. Ma nel giro di pochi minuti, una notizia spezza la normalità: un gruppo di adolescenti coinvolti in un incidente ha investito e ucciso un ragazzo. Nessuna droga, nessun alcol. Solo un eccesso di velocità e, forse, troppa leggerezza.
Sharon cambia. Diventa fredda, distante, e soprattutto furiosa. Quel ragazzo non era un paziente qualsiasi: era il figlio che aveva dato in adozione anni prima. La connessione è segreta, ma il dolore è visibile. Così inizia la sua vendetta: infiltrarsi nella vita dei ragazzi sopravvissuti, con il pretesto di curarli, per poi colpirli uno dopo l’altro.
La protagonista indiretta e vera eroina morale è Cassie (Carissa Murray), l’unica del gruppo che sente il peso della colpa. È lei ad attirare Sharon. È lei la vittima perfetta. Ferita fisicamente e vulnerabile psicologicamente, Cassie viene affidata a Sharon come infermiera personale. È l’occasione perfetta: Sharon ha accesso al suo corpo, alla sua mente, ai suoi farmaci, alla sua famiglia.
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Archetipi e ambiguità
Sharon, l’infermiera vendicatrice, è il cuore oscuro del film di Tv8 L’ossessione di Sharon. È una figura bifronte: caregiver e carnefice, madre e assassina. Clifford la interpreta meglio nei momenti di calma apparente che nelle esplosioni di rabbia, ma è proprio questa sobrietà a renderla più inquietante. Sharon non è una pazza: è lucida, metodica. E la sua violenza è mirata, poetica nel suo simbolismo (tutte le sue vittime muoiono in modi legati alle automobili, come suo figlio).
Cassie è troppo buona per essere vera, ma questo è un codice comune nei film Lifetime: l’innocente perfetta contro la follia razionale. Murray riesce a rendere il personaggio credibile, anche quando la sceneggiatura la vuole eroina quasi martire. La sua forza sta nel suo sguardo: nonostante il dolore e il gaslighting, Cassie non smette di cercare la verità.
I comprimari sono più funzionali che profondi. Il fidanzato Scott è un alleato leale ma anonimo. Braden è il classico ragazzo protetto dai soldi del padre, arrogante e superficiale. Tamara, amica di Cassie, è quella che “ci arriva troppo tardi” - e infatti fa una brutta fine.
Diane, la madre di Cassie, è uno dei personaggi più frustranti e allo stesso tempo più realistici. In buona fede, cade nella trappola di Sharon, credendo che sua figlia sia dipendente da farmaci, manipolatrice e bugiarda. Non è colpa sua: Sharon è brava, troppo brava.

Colpa, giustizia e ruoli invertiti
Il tema centrale del film di Tv8 L’ossessione di Sharon è la colpa. Una colpa collettiva (l’incidente) che si trasforma in colpa individuale (Cassie che vuole espiare), e infine in colpa distorta (Sharon che pretende giustizia a modo suo). Il sistema legale assolve i ragazzi, ma Sharon condanna. Questo mette in discussione l’idea stessa di giustizia: chi ha il diritto di punire? Chi decide quando il dolore è “sufficiente”?
Altro tema forte è la figura dell’infermiera come archetipo. Tradizionalmente simbolo di cura e protezione, qui viene ribaltato: Sharon usa la sua posizione di potere per manipolare, drogare, uccidere. È un gioco perverso, quasi sadico, con un’ironia tragica: chi dovrebbe guarire diventa la minaccia.
Il film, seppur fiction, riecheggia casi reali (come quello del serial killer Charles Cullen), suggerendo che l’abuso di potere nei contesti sanitari non è solo fantasia.
Il finale spiegato
Nel finale, il film di Tv8 L’ossessione di Sharon svela il legame nascosto che ha alimentato tutto il film: il ragazzo morto nell’incidente era il figlio biologico di Sharon, dato in adozione anni prima. Il dettaglio non solo giustifica - almeno nella mente della protagonista - la furia cieca che l’ha portata a uccidere, ma ribalta il senso del suo lutto: non è solo una madre che ha perso un figlio, ma una madre che si sente responsabile per non averlo protetto.
La resa dei conti culmina in una sequenza drammatica in cui Sharon tenta di inscenare un ultimo incidente automobilistico, per uccidere Cassie e Scott. Ma il piano fallisce, e Sharon muore trafitta da una barra di metallo, mentre Cassie le rivela che suo figlio sapeva di essere stato abbandonato e si sentiva rifiutato. È un colpo finale devastante: Sharon non stava solo vendicando una morte, ma cercava di espiare un fallimento materno.
La sua visione del figlio che la “accoglie” nell’aldilà chiude il cerchio tra colpa, perdono e delirio. Cassie, infine, completa le sue ore di servizio e ottiene una nuova possibilità, ma resta segnata da ciò che ha vissuto. Perché certe ferite, anche se invisibili, non guariscono mai del tutto.
La regia di Benullo è solida, senza picchi stilistici, ma efficace. I momenti migliori arrivano nella seconda metà, quando la tensione sale e le morti si fanno più ingegnose. La sequenza finale allo sfasciacarrozze è breve ma adrenalinica. L’atmosfera resta sempre da film da salotto del pomeriggio: si percepisce la produzione Lifetime, ma non scade mai nel trash involontario.
L’ossessione di Sharon è un thriller che conosce i suoi limiti e li usa a suo vantaggio. Non è un film che cerca l’originalità a tutti i costi, ma affina gli strumenti classici del genere per raccontare una storia di lutto e vendetta con ritmo, tensione e una protagonista inquietante.
Non è una denuncia sociale, ma nemmeno solo intrattenimento. È un avvertimento, forse: che chi ci cura può anche ferirci. E che alcune ossessioni, se lasciate marcire in silenzio, non guariscono. Uccidono.
Filmografia
L'ossessione di Sharon
Thriller - USA 2025 - durata 90’
Titolo originale: A Nurse's Revenge
Regia: David Benullo
Con Kristina Clifford, Carissa Murray, Tammy-Anne Fortuin, Shea Pritchard, Noémi VanSlyke, Joe Sterrey
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