La nostra ossessione per la «storia vera» è ormai debordante: la febbre del true crime domina audiovisivo, podcast e algoritmi, e risponde alla curiosità morbosa di conoscere i dettagli sordidi di delitti infami. La «storia vera» aggiunge drammaticità ed empatia, dà volto ai mostri, ci permette di calcolare la rabbrividente distanza (geografica, sociale) tra noi e il crimine. «Ma è tratto da una storia vera?» si è chiesta una buona parte del pubblico di Adolescence, primo vero fenomeno di massa di Netflix del 2025, e la risposta è «no», sebbene qualcuno abbia sostenuto il contrario, in una tesi complottista che vedeva il protagonista di un reale fatto di cronaca britannico trasformato in bianco nella fiction a favore di politicamente corretto, bufala resa virale dalla ricondivisione di Elon Musk (e chi se no?).

Ashley Walters, Faye Marsay
Adolescence (2025) Ashley Walters, Faye Marsay

Ma no, Adolescence, creata dal suo straordinario protagonista Stephen Graham insieme a Jack Thorne, è una storia fittizia: quella di un tredicenne, Jamie Miller, arrestato con l’accusa di aver pugnalato a morte una coetanea. Le quattro puntate della miniserie sono girate in pianosequenza: un’unica ininterrotta ripresa per ogni episodio (di ciascuna sono stati fatti circa dieci ciak nell’arco di cinque giorni, per poi scegliere la migliore), un frammento di vita filmato in tempo reale, ottenuto tramite il notevole lavoro registico di Philip Barantini, che con la stessa tecnica aveva già diretto Graham in Boiling Point - Il disastro è servito. La mattina dell’arresto; un’incursione dei detective nella scuola locale; un colloquio tra il tredicenne e una psicologa incaricata della perizia; e la famiglia del ragazzo, in un giorno “normale”, a fare i conti con quel che resta. In tutto passano settimane, ma quel che vediamo sono una manciata di ore sparse. Uno sforzo registico così esibito, su una piattaforma così platealmente noncurante della confezione visiva come Netflix, ha acceso l’attenzione di addetti ai lavori e spettatori occasionali, le cui divergenti reazioni hanno confermato la nostra opinione che il pianosequenza sia un po’ come la rima in poesia: ha un effetto immediato e palpabile anche per chi di poesia (o di cinema) non sa nulla, e per chi invece ne sa, viene percepito come preziosismo/esibizionismo.

Stephen Graham
Adolescence (2025) Stephen Graham

Ci pare che l’intento di Graham e Thorne, però, fosse preciso, e che molto abbia a che fare col tentativo di disinnescare la morbosità della «storia vera» fornendo una storia immaginaria, tragicamente plausibile, e annullando la possibilità per lo spettatore di “giocare al true crime”, di raccogliere indizi, di abbeverarsi di teorie e sentenze: Adolescence ci cala in quattro momenti in tempo reale, opachi, caotici, privi di “verità” in senso narrativo, che non pretendono di dare uno spaccato universale di una generazione (al netto di qualche passaggio più maldestro, come uno sbrigativo bignami sulla sottocultura misogina degli incel), ma piuttosto tentano di restituire (con la costruzione di un realismo ruvido, pur paradossalmente coreografato sino al decimo di secondo: falso, ma più vero del true) tempi morti, confusione, contraddizioni ed errori che pertengono a ogni «storia vera».

Autore

Ilaria Feole

Ilaria Feole è nata nell’anno di Il grande freddo, Il ritorno dello Jedi e Monty Python – Il senso della vita e tutto quello che sa l’ha imparato da questi tre film. Scrive di cinema e televisione per Film Tv e Spietati.it. È autrice della monografia Wes Anderson - Genitori, figli e altri animali edita da Bietti Heterotopia.

La serie tv

locandina Adolescence

Adolescence

Poliziesco - Gran Bretagna 2025 - durata 65’

Titolo originale: Adolescence

Creato da: Stephen Graham, Jack Thorne

Con Owen Cooper, Faye McKeever, Stephen Graham, Hannah Walters, Jon Furlong, Erin Doherty

in streaming: su Netflix Netflix Basic Ads