“Il tempo della caccia è terminato”: con questa frase secca e profetica, La Figlia del Bosco, il film su Prime Video dal 7 aprile, si piazza tra le opere italiane più audaci dell’anno. Un horror psicologico che è anche una denuncia ambientale, una favola nera che usa il bosco come simbolo e campo di battaglia.

Diretto da Mattia Riccio, anche autore di soggetto, sceneggiatura e montaggio, il film affonda le radici in un immaginario gotico e naturalista, dove la foresta non è solo luogo, ma personaggio, giudice e carnefice.

Il protagonista, Bruno (Davide Lo Coco, intenso e misurato), è un cacciatore che smarrisce la via dopo una battuta in un bosco sconosciuto. Quella che sembra una disavventura si trasforma presto in un incubo sospeso tra realtà e leggenda. Voci femminili, una casa nel nulla, una tavola sempre imbandita, presenze che vanno e vengono: tutto ruota attorno al mito della figlia del bosco, creatura ancestrale nata dalle radici degli alberi per difendere la natura dai profanatori umani.

Davide Lo Coco
La Figlia del Bosco (2024) Davide Lo Coco

Un manifesto verde

La Figlia del Bosco non è solo un film di genere. È un manifesto verde. Con una regia tesa e atmosferica, Riccio costruisce un’opera in cui ogni inquadratura diventa un atto d’accusa contro l’invasività umana. La fotografia di Santiago Serratos esalta la solennità della natura: campi lunghi vuoti e silenziosi, alberi che sembrano guardare, luci che virano dal fiabesco al minaccioso. Il sonoro - tra cori di streghe, suoni ambientali e percussioni stridenti - firmato da Andrea Avitabile e Francesco Fortunato, amplifica il senso d’allarme. Non sei solo nel bosco, e forse sei tu l’intruso.


Il film, prodotto da Vinians Production e distribuito da Minerva Pictures, è una produzione italiana dal respiro internazionale. Il linguaggio visivo guarda alle atmosfere scandinave, mentre la struttura narrativa richiama i racconti dark dei fratelli Grimm. Ma l’anima è tutta contemporanea. L’inquietudine nasce non tanto dal soprannaturale, quanto dalla consapevolezza che il bosco, come il pianeta, si sta ribellando.


Il cast artistico, tutto al servizio della narrazione, comprende Giorgia Palmucci (Celeste), Giulia Malavasi (Miriam), Angela Potenzano (Elettra). Il loro arrivo nella casa nel bosco arricchisce la trama, alternando tensione, racconto mitico e confronto psicologico. La leggenda della figlia del bosco viene rivelata poco a poco, fino a culminare in un finale che suggerisce che la punizione per chi ha violato l’equilibrio naturale è già cominciata e nessuno è al sicuro.


In un momento storico in cui l’urgenza ecologica è sotto gli occhi di tutti, il film Prime Video La Figlia del Bosco usa il cinema di genere per lanciare un messaggio chiaro: la natura non dimentica, né perdona. Non solo un film da vedere. Un avvertimento da ascoltare.

locandina
La Figlia del Bosco (2024) locandina

La clip in anteprima

La Figlia del Bosco è un film che usa l’orrore per raccontare un conflitto antichissimo: quello tra l’uomo e la natura. In apparenza, una storia di sparizioni misteriose e presenze inquietanti. Ma sotto la superficie del genere, si muove qualcosa di più profondo: un grido silenzioso del bosco contro chi lo invade e lo sfrutta. Mattia Riccio, al suo debutto nel lungometraggio, riesce a trasformare la paura in consapevolezza, la suspense in riflessione ecologica.


La vicenda si snoda a partire da un fatto semplice ma destabilizzante: un cacciatore esperto si perde in una foresta sconosciuta e non fa più ritorno. Da lì, il film ci guida in una progressiva perdita di riferimenti. Non solo geografici, ma anche interiori. Il protagonista si aggira in un ambiente che non riconosce e che sembra non volere la sua presenza. Una casa isolata, voci che provengono da nessun luogo, altre persone smarrite che si aggiungono alla storia. Ognuno arriva con la propria logica, ma ne esce cambiato o, peggio, non ne esce affatto.


Nel cuore del racconto, prende forma una figura ambigua e potente: la “figlia del bosco”. Una presenza femminile che non parla la lingua dell’uomo, ma comunica attraverso segni, rituali, melodie arcane. È la personificazione di un ecosistema che si è stancato di essere ferito. Non è un mostro, né un fantasma, ma una sorta di entità difensiva, generata dal bosco per proteggersi da chi lo viola. La leggenda che le si costruisce attorno diventa il perno tematico dell’intero film, mescolando elementi fiabeschi e tensione psicologica.


Più che una semplice storia di paura, il film La Figlia del Bosco si presenta come una riflessione sulle conseguenze del nostro rapporto predatorio con la natura. Il bosco, nel film, non è lo sfondo ma il vero protagonista. E non si lascia più attraversare impunemente. Chi entra, lo fa a proprio rischio, perché ogni passo non richiesto è una ferita. E le ferite, prima o poi, reagiscono. Il messaggio è chiaro, ma mai didascalico: la natura non si vendica, si difende. E lo fa in silenzio, senza pietà né clamore.


Vediamone insieme una clip in anteprima esclusiva.

Filmografia

locandina La Figlia del Bosco

La Figlia del Bosco

Thriller - Italia 2024 - durata 80’

Regia: Mattia Riccio

Con Davide Lo Coco, Giorgia Palmucci, Giulia Malavasi, Angela Potenzano

in streaming: su Apple TV Google Play Movies Amazon Video