Nel mondo ipersaturo dei thriller familiari per la televisione, il film L’altra faccia della verità su Tv8 il 4 aprile si muove su una linea sottile tra mistero credibile e soap thriller esasperato. Diretto da Paula Elle e scritto da Declan Dineen, Lucy Foster e Victoria Saxton, il film si presenta inizialmente con un titolo che sembra spoilerare tutto, ma che invece cela più di quanto riveli.
Nonostante i limiti tipici del formato Lifetime, sa sorprendere e riesce, nei suoi momenti migliori, a raccontare qualcosa di più profondo: il dubbio che può insinuarsi anche nei legami più sacri come quello tra madre e figlia.

Tra cliffhanger (letterali) e verità sepolte
La storia del film di Tv 8 L’altra faccia della verità ruota attorno a Ellie, una neodiplomata diligente e ansiosa (interpretata con grande tenuta emotiva da Matreya Scarrwener), cresciuta sotto l’occhio iperprotettivo della madre Marion (una Lauren K. Robek inquietante quanto teatrale) e del padre preside.
Quando la sua amica Nancy viene spinta giù da una scogliera con indosso il suo giubbotto, Ellie inizia a sospettare che la madre non sia esattamente chi dice di essere. Da qui si sviluppa un classico whodunit in versione domestica, punteggiato da segreti sepolti, false piste e tensioni sempre più personali.
Marion ha un passato oscuro, ma soprattutto una serie di comportamenti anomali: rifugge ogni foto, è assente dai social, mente alla polizia e soprattutto sembra terrorizzata all’idea che la figlia possa vivere una vita normale da adolescente. Ellie si trasforma così in una detective improvvisata: interroga amici, rovista negli archivi scolastici, si allea con un giornalista dai capelli lunghi (Simon) e una bibliotecaria dal passato torbido (Carla). Ma più scava, più il mistero si infittisce.
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Adolescenti ansiosi, madri ingombranti, ombre del passato
Il film di Tv 8 L’altra faccia della verità poggia quasi interamente sulle spalle di Ellie, un personaggio scritto con un’intenzione chiara: rappresentare l’insicurezza adolescenziale quando si scontra con l’ambiguità adulta. Scarrwener la interpreta con credibilità, gestendo bene i frequenti attacchi d’asma, usati con una certa insistenza datata come strumento narrativo per intensificare la tensione.
Marion, invece, è un caso a parte: una madre talmente sopra le righe da sembrare uscita da una tragedia greca travestita da counselor scolastica. Il suo amore ossessivo diventa la lente attraverso cui il film riflette su un tema interessante: quanto controllo è troppo controllo? E fino a che punto l’identità di un genitore può e deve restare un mistero per i figli?
Accanto a loro troviamo figure funzionali ma meno memorabili: Isla, l’amica “perfettina” di Ellie, utile soprattutto per il contrasto, e Simon, che porta avanti la trama ma si rivela poi parte integrante del twist finale. Carla, la “finta bibliotecaria” vendicativa, è l’elemento più soap del racconto: eccessiva, teatrale, motivata da un dolore che sfocia nella follia.

Maternità, controllo e il peso del passato
Sotto la superficie da thriller per famiglie, film di Tv 8 L’altra faccia della verità tocca temi delicati. Il più evidente è quello del trauma familiare: ciò che non viene detto, ciò che viene seppellito nel passato, ritorna inevitabilmente a galla. Il film ragiona anche su come la maternità possa essere distorta dal senso di colpa e dalla paura, diventando un meccanismo di controllo più che di protezione.
Interessante anche il modo in cui viene trattata l’adolescenza, anche se con un tocco quasi anacronistico. Ellie è una ragazza modello in un mondo che sembra volerle negare il diritto di sbagliare, di uscire, di amare. Il suo percorso di emancipazione coincide con la scoperta della verità, ma anche con la rottura definitiva di un’immagine idealizzata della madre.
Non mancano, però, le cadute di tono. Alcuni passaggi rasentano il ridicolo (il kit anti-stupro regalato dalla madre, la frequenza degli attacchi d’asma, l’uso melodrammatico della musica) ma il film riesce comunque a non scivolare completamente nel trash. C’è un equilibrio curioso tra il voler essere un thriller serio e il concedersi momenti da teen-drama esagerato. E proprio questa oscillazione rende il prodotto, per certi versi, più interessante di quanto ci si aspetterebbe.
Il finale spiegato
Il climax del film di Tv 8 L’altra faccia della verità è un concentrato di tensione e assurdità ben gestita: Ellie fugge, viene drogata da Carla, scopre la verità grazie a un twist (la giacca scambiata), rischia la vita e viene salvata dalla madre. Alla fine, è proprio Marion (la donna da cui Ellie fuggiva) a salvarla, a confermare che la verità è quasi sempre più complessa delle nostre paure.
Il film si chiude con una riconciliazione e una partenza: Ellie va al college, finalmente libera dal peso del dubbio e del controllo materno. È un finale che, nonostante tutto, riesce a restituire una certa emozione, quasi catartica.
L’altra faccia della verità è un piccolo film che vive di contrasti: serietà e assurdità, mistero e melodramma, controllo e libertà. Nonostante i suoi eccessi, offre una riflessione, per quanto semplificata, sulla complessità dei legami familiari e su come il passato, se ignorato, può tornare a stravolgere il presente.
Non sarà un capolavoro, ma è un film che si lascia guardare, sorprende più volte e, cosa rara nel genere, non si prende mai del tutto sul serio. E questo, in tempi di cinismo forzato e colpi di scena urlati, è già qualcosa. Da guardare con un bicchiere di vino e la sospensione dell’incredulità a portata di mano.
Filmografia
L'altra faccia della verità
Thriller - Canada 2024 - durata 90’
Titolo originale: When Mom Becomes a Murderer
Regia: Paula Elle
Con Matreya Scarrwener, Lauren K. Robek, Khamisa Wilsher, Roark Critchlow, Beth Fotheringham, Spencer Borgeson
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