Con The Bondsman, Prime Video gioca una carta fuori dagli schemi: una serie action-horror da mezz’ora a episodio che mescola western, soprannaturale, drammi familiari e musica country. Il protagonista? Kevin Bacon, resuscitato per cacciare demoni scappati dall’Inferno. Sì, letteralmente. Ma andiamo con ordine.

Peccatori, secondi giri e spiriti inquieti
Hub Halloran (Kevin Bacon), il protagonista della srie Prime Video The Bondsman, era un cacciatore di taglie burbero, solitario e probabilmente un po’ fallito. Muore durante un arresto finito male (non proprio in gloria) e si ritrova faccia a faccia col Diavolo, che gli offre un patto: tornare sulla Terra e dare la caccia a una sfilza di demoni evasi dal carcere infernale. Un’idea originale firmata Grainger David, che capovolge lo stereotipo classico del Maligno: qui il Diavolo è più un direttore carcerario preoccupato per le fughe che un agente del caos.
Ma Hub non è un semplice strumento di vendetta ultraterrena: mentre dà la caccia ai fuggitivi, deve anche confrontarsi con i fantasmi della sua vita passata. Letteralmente. Il prezzo del patto? Affrontare i propri peccati, ricucire i rapporti distrutti e forse, ritrovare una redenzione personale tra un’esplosione e una canzone country.
Sangue del suo sangue (e anche un po’ del Diavolo)
I personaggi serie Prime Video The Bondsman sono tutt’altro che semplici comparse nel delirio demoniaco: sono il vero cuore emotivo della serie. C’è Maryanne, ex moglie di Hub, cantante country con il fuoco negli occhi e una voce che probabilmente ha salvato più anime del prete locale. Oggi sta con Lucky, proprietario di un locale musicale e, guarda caso, responsabile indiretto della morte di Hub. Un uomo con più segreti che bottiglie nel retro del bancone.
Nel mezzo di questo casino emotivo c’è Cade, il figlio adolescente di Hub e Maryanne, troppo sveglio per lasciarsi incantare dalle parole vuote di un padre risorto. Cade è il riflesso di ciò che Hub ha perso (tempo, affetto, credibilità) e lo costringe a guardarsi allo specchio senza più scuse.
Kitty, la madre di Hub, è un personaggio che sa rubare la scena anche in silenzio. Ironica, dura, testarda, è il tipo di donna che ha cresciuto un figlio nel fango e non ha mai chiesto grazie. E poi c’è Midge: all’apparenza una figura marginale, in realtà un’agente segreta con una calma da veterana e una forza che non ha bisogno di urlare per farsi sentire. In un mondo dominato da uomini e da demoni, lei gioca un’altra partita, tutta sua.
Questi personaggi non fanno solo da sfondo: sono la carne viva su cui poggia l’ossatura soprannaturale della serie. E quando l’inferno bussa alla porta, sono loro che decidono se aprirla o meno.

Tra satira, horror e redenzione
La serie Prime Video The Bondsman flirta con generi diversi: horror sanguinolento, dark comedy, drama familiare, road movie. Eppure riesce a trovare un equilibrio grazie alla direzione di Erik Oleson (The Man in the High Castle) e al supporto produttivo di Blumhouse Television, garanzia di storie disturbanti ma ben radicate nella realtà emotiva dei personaggi.
Hub è un “uomo del Sud” vecchio stile, alcolico e disilluso, ma anche vulnerabile. È il tipo che fa a botte coi demoni e poi si rifugia nella musica per lenire ferite che non si vedono. La musica, infatti, non è solo un contorno: Kevin Bacon e Jennifer Nettles hanno scritto e interpretato brani originali per la serie, dando un peso autentico al passato musicale dimenticato del protagonista.
C’è ironia (la premessa è surreale) ma The Bondsman non gioca tutto sul grottesco. Kevin Bacon lo ha detto chiaramente: “Con tutta la follia che c’è (demoni, sangue, resurrezioni), volevo che Hub sembrasse una persona vera”. Missione riuscita.
Un’eredità da Brimstone
I paragoni con Brimstone (serie cult del 1998 con lo stesso spunto di base) sono inevitabili, ma la serie Prime Video The Bondsman aggiorna il concept con più ironia, più relazioni personali, e soprattutto un’anima country. Se Brimstone era nichilista, The Bondsman offre almeno il miraggio di una redenzione.
Tutti gli otto episodi (da mezz’ora l’uno) usciranno in blocco il 3 aprile, una mossa strategica che punta al binge-watching. La durata compatta è interessante: significa ritmo serrato, zero filler, e narrazione più vicina a un film lungo che a una classica stagione televisiva.
La scelta di girare in Georgia, nelle location polverose di Grantville, rafforza quell’estetica americana rurale, tra chiese abbandonate e stazioni di servizio, perfetta per un western demoniaco.
Ma non dimentichiamo che, dietro il sangue e l’umorismo nero, c’è un discorso profondo sul peso delle proprie scelte, sul concetto di giustizia (terrena e ultraterrena) e sulla difficoltà di cambiare quando ormai è troppo tardi. O, forse, non lo è mai.
Kevin Bacon, a 66 anni, si rimette in gioco con un personaggio borderline, scomodo e memorabile.
Filmografia
The Man in the High Castle
Fantascienza - USA 2015 - durata 54’
Titolo originale: The Man in the High Castle
Con Luke Kleintank, Mark Brandon, Lisa Chandler, Veronika Hadrava, Yukari Komatsu, Eddie Shin
in streaming: su Prime Video
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