La vita da grandi: La vera storia dei Terconauti secondo Greta Scarano – Il film in anteprima

Diretto da Greta Scarano e ispirato alla storia di Margherita e Damiano Tercon, La vita da grandi, al cinema dal 3 aprile con 01 Distribution, è un film profondo, ironico e toccante sul legame tra fratelli, sulla disabilità e sull’autonomia.

I fratelli Tercon, diventati noti grazie alla partecipazione a Italia’s Got Talent (la giuria nel film è rappresentata da Valerio Lundini, Mara Maionchi, Ferzan Ozpetek e Malika Ayane), dove hanno emozionato con uno sketch ironico sulla vita con l’autismo, sono da anni impegnati nella sensibilizzazione attraverso i social e il progetto “Terconauti”.

La loro storia ha colpito la regista al punto da volerla raccontare: “Quando ho intercettato la storia di Damiano e Margherita ne sono rimasta folgorata”, racconta Greta Scarano al suo debutto nel lungometraggio. “Ho sentito che aveva un enorme potenziale emotivo e ho immediatamente pensato che l’avrei voluta raccontare come regista”.

Un film sull’autismo, ma non solo

Protagonisti del film La vita da grandi sono Irene (Matilda De Angelis) e Omar (Yuri Tuci), due fratelli che si ritrovano a Rimini dopo anni di distanza. Irene torna per aiutare la madre a occuparsi di Omar, che è autistico, ma scopre che il fratello ha un’idea molto chiara del suo futuro: vuole sposarsi, avere tre figli - perché “tre è il numero perfetto” - e diventare un rapper famoso. Per realizzare tutto questo, però, deve prima di tutto diventare autonomo.

Il film segue quindi il loro percorso di crescita reciproca, fatto di momenti teneri, difficili e sinceri. “Vorrei che il pubblico comprendesse Irene, la sua crescita silenziosa, fatta di sacrifici invisibili”, spiega Scarano. “E al tempo stesso che sentisse forte la voce di Omar: il suo desiderio di autodeterminazione, la sua unicità”.

Un racconto autentico, lontano dalla retorica

Il film La vita da grandi affronta il tema della disabilità con uno sguardo nuovo: non è un’etichetta che definisce il protagonista, ma solo una delle tante sue caratteristiche. “Era fondamentale per me che la disabilità non fagocitasse tutto il racconto”, dice la regista. “Esattamente come per il protagonista, la cui disabilità è solo una delle cose che lo definiscono”.

Questo approccio si riflette anche nella scelta del cast: Yuri Tuci, attore e performer con sindrome di Asperger, è stato scelto non per il suo profilo, ma per la sua bravura. “Abbiamo preso Yuri non perché sia un uomo autistico, ma perché è un attore formidabile. Sono stata ipnotizzata dal suo carisma mentre lo osservavo nel suo monologo teatrale Out is Me”.

Il “dopo di noi” e le sfide dell’accudimento

Uno dei temi più delicati e universali che emergono nel film La vita da grandi è quello del “dopo di noi”, ovvero la paura delle famiglie di persone con disabilità per il futuro dei propri cari. Irene si trova a riflettere su quale sarà la vita di Omar quando i genitori non ci saranno più. Un dilemma comune a molte famiglie, trattato nel film con sincerità e dolcezza.

Allo stesso tempo, viene raccontata la complessità dell’essere una “sibling”, ovvero un fratello o sorella di una persona disabile, spesso schiacciati tra senso di responsabilità, amore e frustrazione. Il film restituisce queste dinamiche con naturalezza, senza drammatizzazioni forzate, ma con quella “franchezza tenera” che contraddistingue anche il rapporto tra i veri Margherita e Damiano Tercon.

Un’opera corale dal forte impatto emotivo

Prodotto da Groenlandia e Halong con Rai Cinema e disponibile prossimamente anche su Netflix, il film La vita da grandi è un esempio virtuoso di cinema italiano contemporaneo capace di coniugare qualità narrativa e impegno sociale.

Le musiche di Giuseppe Tranquillino Minerva, la fotografia di Valerio Azzali e il montaggio di Valeria Sapienza contribuiscono a creare un’atmosfera intima e reale. Il risultato è un film che commuove senza manipolare, diverte senza banalizzare, e che ci invita a riflettere sull’inclusione, sull’autonomia e sul valore delle relazioni familiari. “Per crescere, a volte, bisogna essere in due”, si dice nel film. E forse, per diventare davvero grandi, serve anche la volontà di comprendere e camminare insieme.

Filmografia