MobLand, la nuova serie crime firmata Ronan Bennett (creatore di Top Boy) e diretta in parte da Guy Ritchie, prende il testimone dei grandi drammi criminali contemporanei e lo porta oltre. Perché c’è una nuova guerra in città e si combatte con sguardi, minacce sussurrate, colpi di pistola e silenzi pesanti come condanne. In onda, in Italia, dal 30 maggio su Paramount+, è già destinata a far parlare di sé.

Un’altra famiglia (molto) disfunzionale
In apparenza, la serie MobLand segue un classico schema da crime drama: due famiglie criminali in lotta per il controllo del potere a Londra. Ma la serie affonda molto più in profondità. Al centro c’è la famiglia Harrigan, clan irlandese guidato da Conrad (Pierce Brosnan) e Maeve (Helen Mirren), un patriarca e una matriarca carismatici, spietati e inscindibili. Il loro mondo crolla quando il nipote Eddie (Anson Boon), testa calda e privilegiata, si caccia nei guai dopo una notte fuori con Tommy Stevenson, figlio del rivale Richie Stevenson (Geoff Bell). Tommy scompare. Eddie torna a casa coperto di sangue.
A questo punto entra in scena Harry Da Souza (Tom Hardy), il “fixer” o, per dirla senza fronzoli, lo spazzino del crimine. Tocca a lui contenere la vendetta imminente e proteggere gli Harrigan dal caos. Ma Harry non è solo un uomo d’azione: è anche un marito sull’orlo di perdere sua moglie Jan (Joanne Froggatt), stanca di vivere all’ombra del crimine e in cerca di una vita più vera, magari iniziando con la terapia di coppia.

Famiglia, potere, eredità
Come ogni saga mafiosa che si rispetti, la serie MobLand non parla solo di affari loschi, ma di potere e successione. Chi erediterà l’impero di Conrad? C’è Brendan (Daniel Betts), il primogenito, poco incisivo. C’è Kevin (Paddy Considine), padre di Eddie e marito della lucida Bella (Lara Pulver), forse troppo emotivamente coinvolto. Poi c’è Seraphina (Mandeep Dhillon), unica figlia, abile ma osteggiata dalla madre Maeve. In questa famiglia, il potere non si trasmette: si conquista. E l’affetto è una moneta che si spende solo se utile agli affari.
Il risultato è un equilibrio pericoloso, dove ogni membro è insieme pedina e giocatore. I Harrigan si vogliono bene, sì, ma il potere viene prima. Eddie, il nipote “golden boy” e insieme mina vagante, diventa il catalizzatore di tutto: il suo errore scatena la guerra, ma è anche il simbolo di una generazione che non sa cosa farsene dell’eredità criminale.
Identità e destino
MobLand è una serie che esplora due binari principali: l’identità e il destino. Ogni personaggio è diviso tra ciò che è e ciò che potrebbe essere. Harry è un uomo diviso tra l’efficienza brutale del suo mestiere e la voglia (forse illusoria) di una vita normale. Jan rappresenta la frattura tra mondo criminale e desiderio di autenticità. Conrad e Maeve incarnano la vecchia scuola del crimine, quella che mescola amore familiare e manipolazione.
La serie tocca temi come il patriarcato, la mascolinità tossica, la fragilità dei legami familiari e la solitudine che deriva da una vita basata sulla paura e il potere. Ma non lo fa con lezioni morali. MobLand racconta senza giudicare, mostra senza spiegare, e lascia che siano i personaggi - attraverso azioni e silenzi - a parlare.

Stile, atmosfera, regia
Con Guy Ritchie alla regia di alcuni episodi, ci si può aspettare ritmo, dialoghi affilati e una Londra noir e tesa, molto più brutale e viscerale che patinata. Ma qui non siamo nel crimine iper-stilizzato: c’è il fango, c’è il sangue, c’è la paura. La fotografia è cupa ma mai estetizzante, le inquadrature nervose, sempre funzionali a rendere la pressione che sale.
Il cast è eccezionale: Hardy è una bomba a orologeria sotto pelle, Mirren regala una Maeve inquietante e carismatica, Brosnan dimostra che il potere non ha bisogno di urlare per farsi sentire. E la vera sorpresa è Anson Boon, capace di dare al giovane Eddie una disperazione e un’ingenuità che lo rendono umano, anche quando sbaglia tutto.
MobLand è, in definitiva, molto più di una serie crime. È una tragedia familiare mascherata da thriller, un’analisi del potere e dell’eredità, un racconto corale dove nessuno è innocente ma tutti sono comprensibili. Il crimine, qui, non è solo un mestiere: è un destino, una malattia ereditaria, un’eredità che nessuno ha chiesto ma che tutti vogliono controllare.
La sfida lanciata da MobLand è chiara: riesci a guardare l’inferno in faccia senza distogliere lo sguardo? Se la risposta è sì, allora non perdere questo titolo. È roba forte, come i suoi personaggi. E non fa sconti a nessuno.
Filmografia
MobLand
Drammatico - USA 2025 - durata 59’
Titolo originale: MobLand
Creato da: Ronan Bennett
Con Tom Hardy, Ronan Bennett, Helen Mirren, Arnold Oceng, Pierce Brosnan, Alex Jennings
Top Boy
Drammatico - Gran Bretagna 2011 - durata 48’
Titolo originale: Top Boy
Creato da: Ronan Bennett
Con Malcolm Kamulete, Kane Robinson, Colin Farrell, Hiten Patel, Rachel Sophia-Anthony, Alessandro Babalola
in streaming: su Netflix Netflix Basic Ads
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