La nuova serie Costanza, in onda su Rai 1 dal 30 marzo, è uno di quegli esperimenti televisivi che riescono a far convivere generi apparentemente inconciliabili (commedia romantica, dramma familiare, racconto storico) dentro un’unica cornice narrativa. Tratta dal romanzo Questione di Costanza di Alessia Gazzola (già autrice di L’allieva), la serie diretta da Fabrizio Costa è una coproduzione Rai Fiction e Banijay Studios Italy. E sa parlare tanto al grande pubblico quanto alla critica, puntando sulla forza dei suoi personaggi, sull’attualità dei suoi temi e su un dispositivo narrativo che intreccia abilmente due epoche: oggi e il Medioevo. In boxset anche su RaiPlay.

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Miriam Dalmazio e Marco Rossetti nella serie di Rai 1 'Costanza'.

Una protagonista irresistibile

Il cuore pulsante della serie di Rai 1 Costanza è lei: Costanza Macallè, interpretata da Miriam Dalmazio (apprezzata in Studio Battaglia). Siciliana, madre single, brillante paleopatologa costretta a fare la rider per sopravvivere. Il suo profilo dice già tutto: una donna colta e sensibile, ferita ma non spezzata, combattiva e ironica. Quando riceve un assegno di ricerca a Verona, la sua vita cambia. Non solo potrà finalmente lavorare nel suo campo, ma si troverà faccia a faccia con l’uomo da cui ha avuto una figlia, Marco, che non ha mai saputo nulla. E qui inizia la vera sfida, perché Costanza dovrà confrontarsi con tutto ciò che aveva lasciato in sospeso: i sentimenti, la rabbia, il desiderio, la verità.


Il fulcro emotivo della narrazione si regge su un triangolo amoroso classico ma trattato con una sensibilità contemporanea. Da un lato Marco (Marco Rossetti), architetto affascinante e benestante, ex “errore di gioventù” che si scopre padre a sorpresa. Dall’altro Ludovico (Lorenzo Cervasio), collega brillante e sensibile, che rappresenta la possibilità di un nuovo inizio. Entrambi sono figure opposte, ma credibili. E non si tratta di scegliere semplicemente tra “uomo giusto” e “uomo sbagliato”. Qui c’è in gioco molto di più: identità, autonomia, desiderio di stabilità e, soprattutto, il diritto di Costanza di essere madre e donna. È una sfida di equilibrio interiore prima che sentimentale.

Due epoche, un solo destino

La mossa narrativa più affascinante della serie di Rai 1 Costanza è l’intreccio con il passato. Grazie al suo lavoro nel Dipartimento di Paleopatologia di Verona, Costanza si trova a studiare i resti di Selvaggia di Staufen, figlia illegittima dell’imperatore Federico II. Le sue ricerche si trasformano in un podcast (espediente moderno e ben costruito), attraverso il quale le storie di Selvaggia e Costanza iniziano a risuonare l’una nell’altra. Due donne separate da otto secoli, ma accomunate da un’identica tensione emotiva: la maternità vissuta come responsabilità e ribellione, l’amore come scelta e rischio.


Selvaggia, interpretata da Bianca Panconi, è un personaggio costruito con una cura sorprendente: vittima designata di un matrimonio politico con il crudele Ezzelino III da Romano, è madre anche lei, ed è pronta a tutto per proteggere la figlia Biancofiore. Non è un semplice parallelo simbolico: la scrittura rende autentico questo dialogo a distanza, e la regia riesce a rendere fluido il passaggio tra i due mondi senza mai perdere tensione.

Un cast corale che funziona

Attorno a Costanza nella serie di Rai 1 si muove un cast ben orchestrato: la sorella Toni (Eleonora De Luca), psicologa razionale e ironica, è la perfetta spalla narrativa, mentre Diana (Caterina Shulha) e Anselmo (Davide Iacopini) rappresentano la rivalità e il gioco di potere accademico. Anche i personaggi minori, dal burbero prof. Melchiorre (Franco Castellano) alla segretaria devota Celestina (Carola Stagnaro), sono tratteggiati con attenzione. La serie riesce a creare un piccolo mondo coerente, in cui le dinamiche professionali si intrecciano costantemente con quelle affettive.

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Il cast della serie di Rai 1 'Costanza'

I temi forti: maternità, carriera, identità

Quello che colpisce della serie di Rai 1 Costanza è la densità dei temi trattati. La maternità è forse il più importante, declinato in modo maturo e realistico: essere madre non è un ruolo statico, ma una continua reinvenzione. Il lavoro, soprattutto quello accademico e precario, è raccontato con uno sguardo sincero, in cui l’entusiasmo della ricerca si scontra con la logica spietata dei contratti a termine. E poi c’è il tema dell’identità femminile, che attraversa tutto: essere se stesse dentro un mondo che spinge verso compromessi e rinunce.

Un equilibrio raro

Fabrizio Costa ha dichiarato che la sfida più grande era non cadere in una narrazione binaria, ma creare un racconto fluido e coinvolgente. E ci è riuscito. La regia è attenta, mai invadente. Il ritmo è ben calibrato tra momenti più leggeri e altri di profonda emotività. La scrittura (firmata da Salvatore Basile e Fabrizia Midulla) non cerca scorciatoie, evita i moralismi e regala dialoghi credibili. Il risultato è una serie popolare, ma mai banale. Intelligente, ma mai fredda.


Costanza
è una delle sorprese più piacevoli della stagione televisiva. Non si limita a raccontare una storia: la costruisce pezzo dopo pezzo, scavando nel passato per capire il presente. Come la sua protagonista, affronta tutto con coraggio e curiosità. E riesce a parlare a un pubblico ampio senza perdere autenticità.

In un panorama spesso affollato di prodotti seriali anonimi o prevedibili, Costanza brilla per originalità, umanità e capacità di emozionare. E ci ricorda che, a volte, il vero mistero non è nei secoli bui, ma nei cuori che continuano a cercare luce.

Filmografia

locandina Studio Battaglia

Studio Battaglia

Commedia - Italia 2022 - durata 53’

Titolo originale: Studio Battaglia

Con Lunetta Savino, Miriam Dalmazio, Katia Greco, Maria Rosaria Russo, Antonio Esposito, Emma Fasano

in streaming: su Rai Play