Dopo la presentazione al Toronto Film Festival, On Swift Horses esce nelle sale americane e prossimamente in quelle italiane (grazie a Warner Bros). Tratto dal romanzo d’esordio di Shannon Pufahl, pubblicato nel 2019, il film diretto da Daniel Minahan non è una semplice trasposizione. È una lettura personale, intima, di un libro che il regista ha definito “epico e intimo allo stesso tempo”, capace di farlo sentire “ubriaco d’amore in un mondo pieno di possibilità”.
Il romanzo, che già in origine mescolava con delicatezza romanzo d’amore, racconto queer, epica americana e dramma domestico, è diventato per Minahan un’occasione per esplorare attraverso una lente queer l’ossessione americana per l’identità, la famiglia, il rischio e la fuga.
Nel secondo dopoguerra americano, mentre la nazione cerca di ritrovare ordine, sicurezza e una nuova idea di felicità domestica, ci sono storie che si muovono ai margini, silenziose e segrete, come i sentimenti che non trovano ancora le parole giuste per esprimersi. On Swift Horses racconta proprio una di queste storie: quella di Muriel, di Julius, e di un’America che non ammette deviazioni, ma le alimenta sotto traccia.

Una nuova vita che non somiglia a quella sognata
La storia del film On Swift Horses comincia come tante altre nel dopoguerra: Muriel (Daisy Edgar-Jones) e Lee (Will Poulter) lasciano il Kansas per costruire qualcosa di nuovo in California, spinti da un’idea di stabilità e progresso. Lui è appena tornato dalla guerra in Corea, lei prova ad adattarsi a un ruolo da moglie che non le appartiene davvero. Ma l’arrivo del fratello di Lee, Julius (Jacob Elordi), scuote ogni equilibrio.
Julius è l’opposto di Lee: irrequieto, scostante, magnetico. Non cerca casa né famiglia. Cerca qualcosa che ancora non sa nominare. Se ne va a Las Vegas, lavora in un casinò, si lega a Henry (Diego Calva), un altro ragazzo in fuga, e insieme iniziano a barare, a innamorarsi, a rischiare. Intanto Muriel, rimasta a San Diego, scopre di essere brava con i cavalli: comincia a scommettere, a vincere, e a nascondere i soldi nella fodera della borsa. Ma quello che sta cercando, in realtà, è uno spazio per esistere davvero.
Minahan, parlando del progetto, ha spiegato di non aver voluto raccontare una storia d’amore tradizionale. “Cercavo un tipo di amore che non dovessi proiettare da una parte o dall’altra, né come uomo né come donna. Qualcosa che mi appartenesse. Quando ho letto On Swift Horses, ho riconosciuto qualcosa di familiare: un amore puro, non fisico, tra due persone che si vedono per quello che sono, e che si cambiano la vita a vicenda anche senza potersi appartenere”.
Muriel e Julius si scrivono lettere. Si raccontano le giornate, le delusioni, i desideri. Non si amano nel senso classico del termine, ma si riconoscono. Entrambi queer, entrambi giocatori, entrambi incapaci di adattarsi a una vita che li vuole docili. In questo senso, il film è una riflessione profonda sull’identità che si costruisce nel silenzio, nei piccoli atti di ribellione quotidiana, nelle bugie necessarie a sopravvivere.
Il desiderio come scommessa
Per Minahan, il gioco d’azzardo - presente in entrambi i percorsi narrativi - non è solo un passatempo rischioso. È simbolo. “Il gioco è diventato il codice dell’amore queer,” ha dichiarato. “Il denaro è libertà. Ma a un certo punto tutto crolla, e i nostri protagonisti devono fare i conti con se stessi”. Ogni nuova persona che i protagonisti incontrano (Henry, Sandra, perfino i passanti) porta con sé una carica erotica e simbolica, sposta gli equilibri, apre possibilità o chiude strade.
Nel film On Swift Horses non c’è un antagonista classico. Non c’è un “cattivo” da combattere. Lee, il marito di Muriel, è un uomo gentile, sinceramente convinto di poter costruire una casa per tutti. Julius è impulsivo, ma non malizioso. Muriel mente, ma non tradisce. “L’ostacolo - dice Minahan -non è esterno. L’antagonista è dentro i protagonisti. È il loro desiderio di vivere pienamente la propria verità, anche se questo significa ferire chi amano”.

Un’America in cui amare è pericoloso
L’ambientazione anni ’50, tra piste da corsa, casinò, bar clandestini e quartieri silenziosi, non è semplice nostalgia. È un paesaggio morale. In quegli anni, certi desideri non potevano essere detti ad alta voce. La tensione vive nel non detto, negli sguardi, nei piccoli gesti. Muriel scopre un bar nascosto frequentato da donne come lei, un mondo che esiste sotto la superficie lucida della normalità. Julius vive la paura e l’euforia di un amore che può essere scoperto da un momento all’altro.
Il film On Swift Horses riesce a evocare tutto questo, anche quando la narrazione si frammenta. Alcune linee narrative restano sospese, certi personaggi si perdono, ma l’atmosfera che Minahan costruisce è coerente: c’è una dolcezza malinconica che attraversa tutto, un senso di cose vissute a metà, desiderate ma mai afferrate.
Più romanzo che film
È forse qui che emerge il limite principale dell’adattamento: On Swift Horses è un film che a tratti sembra voler tornare alla carta. Le emozioni sono spesso interiori, i dialoghi pochi, i silenzi lunghi. Il libro di Pufahl lavora molto sul non detto, sui vuoti emotivi, sulle riflessioni interiori. Trasporre tutto questo in immagini è una sfida, e non sempre il film riesce a trovare il linguaggio giusto. A tratti sembra mancare slancio, in altri momenti energia.
Eppure, nonostante i suoi inciampi narrativi e una certa lentezza, il film resta un’operazione sincera. Forse non conquista con forza, ma lascia una traccia. Parla di chi ha vissuto amori che non potevano esistere. Di chi ha scommesso su se stesso. Di chi ha perso, ma almeno ha giocato.
“Alla fine, penso che On Swift Horses sia un modo per reinventare il sogno americano”, ha detto Minahan. “Parliamo di famiglia, casa, desiderio e identità sessuale. E raccontiamo tutto questo nei margini d’America: piste da corsa, casinò, bar gay. Lì dove le cose accadono, ma nessuno le guarda”. Ed è forse proprio lì, in quei margini, che il film trova la sua forza più autentica.
Filmografia
On Swift Horses
Drammatico - USA 2024 - durata 117’
Titolo originale: On Swift Horses
Regia: Daniel Minahan
Con Daisy Edgar-Jones, Jacob Elordi, Will Poulter, Diego Calva, Sasha Calle, Chad Coe
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