Hai presente quella sensazione di vivere in un gioco dalle regole falsate e inique, ma dalle conseguenze terribilmente reali? Quella certezza di essere venuto o venuta al mondo in un posto e in un consesso sociale che non sono fatti per te e nemmeno ti vogliono, anzi, sono costruiti sistematicamente per approfittarsi con violenza e sopraffazione del tuo corpo, dei tuoi talenti e delle tue emozioni? Hai presente essere una donna o una persona di colore, specialmente nella Londra del 1918?
Io no, perché ho vissuto una vita di privilegio piccolissimo borghese da maschio bianco eterosessuale e abile. Nonostante questo, Dope Girls sembra (dall’episodio pilota) una di quelle serie abbastanza potenti da riuscire a farti esperire per interposta persona quel senso di frustrazione disperata, di rabbia impossibile da incanalare e di sorda ingiusta con cui le vittime di una società patriarcale, sessista e razzista fanno i conti da centinaia di anni.

Umi Myers
Dope Girls (2025) Umi Myers

Realizzata per BBC One dall’enfant prodige Polly Stenham – drammaturga che ha debuttato in teatro con un suo testo a 19 anni e che per il piccolo schermo ha già firmato la sceneggiatura di The Neon Demon – Dope Girls si basa sulle storie vere del saggio storico Dope Girls: The Birth of the British Drug Underground di Marek Kohn per raccontare la Londra del primo dopoguerra da un punto di vista raramente esplorato. Nel 1914, infatti, sei milioni di britannici tutti pallidi ed emaciati prima ancora di arrivare al fronte partono per combattere la Prima guerra mondiale. A casa, le donne prendono in mano la situazione e spaccano il culo ai passeri, maturando ancor di più la certezza che ce la potrebbero benissimo fare anche da sole. Quattro anni più tardi, però, agli uomini sopravvissuti viene la bella idea di tornare a casa, magari pensando che sia tutto rimasto uguale a prima. Ha. Ha. Ha. Illusi. Illusi che ovviamente hanno ragione. E la prima a fare le spese di questa verità priva di giustizia è Kate Galloway.

" data-credits=
Dope Girls

Come per tutte le persone che si sono ritrovate nella condizione di dover fare una vita da pirati della terraferma per non soccombere, c’è stato un momento in cui per Kate il conteggio di traffici di droga, rapine e omicidi era ancora zero. Ci sono anche delle agili didascalie che ce lo ricordano, se non bastassero i colori accesi e l’aggraziata camminata spensierata – quella di chi non ha ancora mai spillato sangue da un altro essere umano in vita sua – con cui la protagonista viene presentata. Kate, però, perde il suo lavoro al pub del villaggio perché la donna che ha assistito durante gli anni della guerra non ha il coraggio di imporsi con il marito per farla restare, come sarebbe corretto fare. L’unico sogno per cui si è sempre sbattuta, mandare all’università la brillante figlia adolescente Evie, implode definitivamente quando il marito, strozzato dai debiti, si impicca e la lascia sola.

" data-credits=
Dope Girls

Violet Davies, invece, sembra molto più abituata a non fare i conti su nessuno e la conosciamo mentre prende parte al cosiddetto Female Experiment: per la prima volta nella sua storia, la polizia di Londra vuole coinvolgere ben 10 (DIECI) agenti donne nei loro ranghi da spedire sotto copertura a indagare sui locali notturni illegali che stanno già cominciando a proliferare. I bigotti in alta divisa di Scotland Yard si aspettano (correttamente) che il periodo del dopoguerra porterà un tumulto morale senza precedenti. Ovvero: la gente ha fatto la fame e non ha battuto chiodo per anni, e adesso ha intenzione di recuperare il tempo perduto alla faccia dei vecchi barbogi. Violet è una ragazza molto ambiziosa e si dimostra anche spietata, al punto da denunciare la depravazione morale di una collega con cui è andata a letto la sera prima pur di essere scelta al suo posto.

" data-credits=
Dope Girls

Nel frattempo, Kate e Evie raggiungono Londra grazie agli spicci procurati dal primo furto della madre. Si presentano a casa di Billie, ballerina di night club con cui Kate condivide un enigmatico passato. Pur di guadagnarsi da vivere, mamma Galloway è disposta a mettersi in gioco e a spogliarsi, ma viene umiliata per via della sua età da Silvio, viscido padrone del locale nonché nipote della potentissima signora Santucci, carismatica cariatide cantante che gestisce un ristorante italiano come facciata per i suoi traffici di prostituzione, spaccio di droga e vendita illegale di alcol. Kate non ha più niente da perdere, e quando nota la quantità di contante che Silvio si porta appresso, si macchia del suo primo omicidio e della sua prima rapina sostanziosa, che le permetterà di entrare nel business dei locali notturni illegali.

" data-credits=
Dope Girls

Dope Girls è un titolo che letteralmente si traduce come “Ragazze della droga”, ma che nel vernacolo di noi giovani (Ha Ha Ha) può significare anche “Ragazze ganze”. E le donne di Dope Girls sono tutte terribilmente in gamba, pur compiendo azioni moralmente riprovevoli. Ammazzano, mentono, ingannano, manipolano, rubano e seducono per interesse; ma se gli uomini intorno a loro fanno tutte queste cose (se non di peggio) solo perché possono e perché hanno il potere fisico e sociale per farlo pur restando impuniti, loro invece lo fanno perché devono, perché sono state messe nelle condizioni di non avere nessun’altra alternativa. E soprattutto lo fanno con la consapevolezza che, per loro, non esiste impunità. Se non si possono cambiare le regole del gioco, tanto vale giocarlo fino in fondo.

Autore

Nicola Cupperi

Scrive per Film Tv perché gliel'ha consigliato il dottore. Nel tempo libero fa la scenografia mobile. Il suo spirito guida è un orso grigio con le fattezze di Takeshi Kitano.

La serie tv

locandina Dope Girls

Dope Girls

Drammatico - Gran Bretagna 2025 - durata 55’

Titolo originale: Dope Girls

Con Julianne Nicholson, Eliza Scanlen, Geraldine James, Dustin Demri-Burns, Nabhaan Rizwan, Sebastian Croft