Il terrore al piano di sopra: Il film thriller di Tv8

Il terrore al piano di sopra, il film proposto da Tv8 nel pomeriggio del 27 marzo,firmato dal veterano del B-movie David DeCoteau, è uno di quei prodotti televisivi che, sotto la superficie patinata e prevedibile del melodramma nasconde una struttura sorprendentemente solida, personaggi ben disegnati e una tensione narrativa che sa tenere lo spettatore incollato fino ai titoli di coda. In un panorama spesso deriso per la sua formula ripetitiva, il film rappresenta una piccola eccezione: sfrutta gli stereotipi per ribaltarli, e usa il genere per parlare, sotto traccia, di libertà femminile, traumi nascosti e mascolinità tossica.

Dalla rinascita al sospetto

La protagonista del film di Tv8 Il terrore al piano di sopra, Laurie Valentine (Jessica Morris), docente precaria e donna in fase di ricostruzione dopo una rottura dolorosa, si rifugia nella villa della sorella per l’estate. Con lei, la nipote adolescente Ricki (Brianna Joy Chomer), tipica bad girl con cuore buono. Il passato di Laurie ha un volto preciso: Mark Dupree (William McNamara), ex fidanzato traditore, manipolatore, mai rassegnato alla fine della relazione.

In tale scenario apparentemente sicuro, subentra Alan Cipher (Jason-Shane Scott), affascinante artista inquilino del guest house, che sembra troppo perfetto per essere vero. Spoiler: lo è. Laurie è attratta, Ricki lo adora, ma lo spettatore sa da subito – grazie a un linguaggio visivo ambiguo e al classico “guardalo, troppo perfetto” – che Alan nasconde qualcosa.

Quello che inizia come un film romantico con sottofondo di suspense, si trasforma progressivamente in un thriller psicologico. Alan non è chi dice di essere. Il suo nome reale è Kurt Kruger. È un fuggitivo, un assassino, e ha un passato segnato dalla violenza. Ha manipolato la sua entrata nella vita di Laurie, l’ha spiata, ha sabotato la sua ritrovata autonomia. E quando Mark – il “cattivo” iniziale – diventa la sua prima vittima, la situazione si ribalta: il vero mostro è dentro casa.

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Personaggi e archetipi rivisitati

Laurie è la vera forza motrice del film di Tv8 Il terrore al piano di sopra. Non è la solita protagonista passiva dei thriller sentimentali da salotto. Ha intuito, dubita, indaga, reagisce. Jessica Morris le dà un volto autentico e credibile, senza cadere nel vittimismo. La sua evoluzione – da donna ferita a sopravvissuta che combatte – è il cuore tematico della pellicola.

Alan Cipher è costruito con un’ambiguità che funziona: affascinante, vulnerabile, attento. Ma la sua gentilezza è quello che chiameremmo “performance”. Jason-Shane Scott riesce nell’impresa di renderlo, per gran parte del film, plausibilmente “buono” agli occhi degli altri personaggi. Il disallineamento tra ciò che il pubblico sa e ciò che i personaggi scoprono crea una tensione efficace.

Mark, l’ex fidanzato, è volutamente sgradevole: un uomo tossico, ma non il “villain” vero. Anzi, la sua morte – orchestrata da Alan – lo trasforma in vittima inaspettata.

Ricki, la nipote ribelle, evita la caricatura. È coinvolta, partecipe, e diventa anche chiave per smascherare Alan. Breve ma incisiva è anche la presenza di Floyd, collega e mentore di Laurie, interpretato da Eric Roberts, che regala al film il suo volto ambiguo e il carisma da attore consumato.

Il controllo maschile e la resilienza femminile

Sotto la patina del thriller, il film di Tv8 Il terrore al piano di sopra racconta qualcosa di più profondo: il modo in cui le donne vengono spesso manipolate, sorvegliate, messe a tacere da uomini che si presentano come “salvatori” ma agiscono come predatori.

L’opera mette in scena, senza retorica, dinamiche di abuso psicologico, invasione della privacy (il dettaglio della webcam nascosta è disturbante e credibile), e la sottile differenza tra corteggiamento e controllo. Alan è il simbolo di un pericolo che si maschera da desiderio.

Ma il film non si limita alla denuncia. Mostra la forza delle relazioni tra donne: Laurie e la sorella (che la ospita), Laurie e Ricki, Laurie e l’amica Janice (Dominique Swain), che sarà determinante nello scontro finale. È in queste alleanze che il film trova la sua etica: nessuna donna viene salvata da un uomo. Sono loro a salvarsi a vicenda.

Un film Lifetime che funziona

David DeCoteau, regista con radici nell’exploitation e nella fantascienza da videoteca, adatta il proprio stile ai limiti del formato televisivo con mestiere. Il film di Tv8 Il terrore al piano di sopra è ben ritmato, visivamente curato (per essere una produzione a basso budget), e gioca spesso con elementi da soap – muscoli, tensione erotica, case da sogno – senza mai cedere completamente al kitsch.

Matthew Jason Walsh, alla sceneggiatura, conosce le regole del melodramma e sa spezzarle. La scrittura offre dialoghi naturali, svolte ben piazzate e personaggi più sfumati del solito per il genere.

Certo, qualche ingenuità c’è: i colpi di scena non sempre reggono alla logica, e alcune soluzioni (come il riconoscimento del quadro da parte di Floyd) sono tirate per i capelli. Ma questi dettagli non tolgono forza al cuore narrativo del film.

Il terrore al piano di sopra è puro intrattenimento, ma anche qualcosa di più. È un thriller domestico che prende sul serio la paura femminile dell’invasione, del controllo, della violenza nascosta dietro un sorriso. In un’epoca in cui si parla sempre di più di relazioni tossiche e narrazioni post-#MeToo, il film – pur nella sua leggerezza televisiva – entra nel discorso in modo semplice, accessibile, ma non banale.

Per chi ama il genere, è una visione obbligata. Per chi lo snobba, è un’occasione per ricredersi. Per tutti, è un promemoria: l’inquietudine può abitare anche il piano di sopra, e la minaccia può indossare il volto della bellezza.

Filmografia