Vedi Tecla Insolia e vedi un’attrice-prisma: un talento adamantino, un mistero di luce che si rifrange sempre diversa e si rinnova a ogni inquadratura, agganciando la tensione scopica della camera e insieme negandosi a qualunque stato fisso; un’immagine indecifrabile e perduta, una presenza magnetica a cui è impossibile sottrarsi. E questo imperativo del suo corpo attoriale si abbatte sui personaggi di L’arte della gioia, magnifica serie diretta da Valeria Golino e disponibile su SkyGO e Now dopo la presentazione a Cannes77, come su spettatori e spettatrici. È incondizionata e trasversale, la malia indotta per vie naturali dalla giovanissima Insolia non solo nella parte di Modesta, affamata di libertà e proiettata fuori dalle pagine di Goliarda Sapienza con precisione sbalorditiva: si ripercuote anche nella furia tranquilla di L’albero, debutto di Sara Petraglia in sala dal 20 marzo. Ed era di quiete e di tenacia il suo passo in Familia di Francesco Costabile, visto in Orizzonti alla Mostra di Venezia n. 81 e ora disponibile su Prime Video. Medaglia d’argento delle Nuove proposte a Sanremo giovani 2020, la formazione musicale di Tecla è corsa in parallelo all’educazione cinematografica, e le ha forse regalato il plus di un’abilità armonica, il dono di muoversi in sintonia con uno spartito visivo tale per cui, nelle opere che l’hanno vista protagonista, non ci permette più d’immaginare nessun altro, al suo posto.

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Tecla Insolia

QUESTIONARIO

  1. Come è avvenuta la tua educazione alle immagini: guardavi soprattutto la tv, il cinema o le piattaforme?
    Fin da bambina sono sempre stata molto curiosa. Quindi mi capitava spesso di noleggiare dvd in una videoteca vicino casa. Inoltre passavo molto tempo al negozio dei miei genitori, dove avevo un computer che potevo utilizzare insieme a mio fratello. Alternando fra giochi e i compiti, su quello schermo ho visto tanti film... Poi, crescendo e confrontandomi con persone che ne sapevano più di me, mi sono appassionata e avvicinata al cinema con una maggiore consapevolezza, iniziando a studiare i film mentre li guardavo. Non sono ancora la cinefila che vorrei, ma sono sicura che col tempo riuscirò a recuperare!

  2. La folgorazione per la recitazione: come è scattata e perché?
    Studiavo da un po’ recitazione, avevo circa 12 anni e sentivo un forte legame con questa disciplina che mi spingeva a immaginare una gran varietà di sensazioni. Guardando un film mi commossi, e in quel momento pensai che un giorno avrei davvero voluto riuscire a suscitare negli altri l’emozione che stavo provando. Poi credo che, nel tempo, il desiderio e la passione prendano una forma ancora più intima, e forse incomprensibile.
    Tecla Insolia
    L'arte della gioia (2024) Tecla Insolia


  3. Come sei arrivata a fare questo mestiere?
    Ho iniziato a studiare recitazione all’Accademia Le Muse di Piombino, la città dove sono cresciuta. In seguito a vari corsi con insegnanti che spesso provenivano da Roma, si tenne una masterclass con un casting director che mi notò e successivamente mi richiamò per alcuni provini in presenza col regista. Il progetto andò in porto e mi ritrovai sul set di una fiction Rai. Le riprese durarono sei mesi, una vera e propria scuola sul campo, un’esperienza bellissima. Dopo la messa in onda della serie entrai in contatto con l’agenzia Volver, con la quale ho iniziato a fare tantissime audizioni.

  4. Quali sono le differenze che hai riscontrato maggiormente fra il set televisivo e quello cinematografico?
    Ogni progetto è diverso, e con esso muta inevitabilmente anche l’approccio attoriale. Dalla mia esperienza, per quanto breve sia, posso dire che una sostanziale differenza si riscontra nel tempo che hai a disposizione. Paradossalmente, sui set che permettono periodi di riprese molto lunghi, sembra non bastare mai. Poi, mi rendo conto che l’ambiente cinematografico è di per sé frenetico: ogni lavoratore ricopre un ruolo fondamentale che va rispettato, e da un certo momento tutto diventa armonioso anche nella sua confusione. In fondo, tutti siamo tesi verso un unico obiettivo.
    Tecla Insolia
    L'Albero (2024) Tecla Insolia


  5. Leggi riviste, cartacee e/o online, di critica cinematografica? Ti interessano?
    Ammetto di non conoscere molto il mondo delle riviste di critica cinematografica cartacea. Quindi purtroppo mi trovi impreparata. Di solito il motore di ricerca online dà la possibilità di trovare specificatamente e nell’immediato una risposta alla tua curiosità... Questo causa però una visione limitata, e ne sono conscia. Allo stesso tempo, ci sono pagine Instagram che parlano di cinema rivolgendosi a un pubblico di nicchia, e sono quelle che consulto maggiormente. A oggi si ha accesso a così tante informazioni da ritrovarsi storditi, perciò si ha bisogno di un metodo e, prima di questo, vanno cercati per sé dei punti di riferimento.

  6. Come ti approcci alla storia del cinema? L’hai esplorata da autodidatta o seguendo una logica più accademica?
    Come dicevo, da principio il cinema l’ho esplorato da autodidatta, e in seguito l’ho approfondito grazie al confronto con persone che avevano passioni e ossessioni cinematografiche più definite delle mie. Ho cercato di diventare più sistematica anche nell’approccio: c’è stato un periodo in cui mi segnavo un/una particolare regista, e guardavo tutti i suoi lavori... Poi però avevo paura che questo mi facesse perdere gusto nel vederli, che creasse un’assuefazione. Mi capita spesso di rivedere film, magari trascurando un po’ le numerose liste di titoli da recuperare, ma durante questi rewatch sento e noto dettagli differenti, comprendo di più l’opera nella sua totalità. Invece, ci sono quei film che ti capita magari di guardare una volta sola, ma arrivano nel momento in cui avevi bisogno di loro, e te li ricorderai per tutta la vita. 
    Tecla Insolia
    La bambina che non voleva cantare (2021) Tecla Insolia


  7. Come descriveresti il tuo metodo d’attrice?
    Avendo frequentato una scuola di recitazione dai 10 ai 14 anni, penso che infine ci sia poco di realmente metodico nel mio approccio a questo mestiere. Mi accorgo di muovermi per assorbimento: tutto ciò che m’impressiona resta dentro di me, immagazzino sensazioni e non credo poi di emularle, tuttavia conservare il ricordo di specifiche emozioni mi aiuta anche nell’immaginare quelle che non ho ancora mai provato, o istinti che forse mai proverò.

  8. Dimmi tre registi senza i quali non puoi vivere e tre interpreti che ti hanno formato.
    Facciamo tre registi/registe e un loro film! François Truffaut (I 400 colpi),
Céline Sciamma (Ritratto di una giovane in fiamme), Wim Wenders (Il cielo sopra Berlino). 
    Tecla Insolia
    L'arte della gioia (2024) Tecla Insolia


  9. Condividi un ricordo da un set che hai particolarmente a cuore.
    Durante l’ultimo ciak di L’arte della gioia, durante le riprese Valeria si mise seduta sugli scalini dietro di me. Girammo la scena senza che lei guardasse sul monitor. Piangeva e mi stringeva, poi rideva o stava in silenzio, respirava affannosamente e poi con piccoli sospiri. È stata una simbiosi, perché entrambe non vedevamo l’altra, ma si era creata una connessione tale da renderci coscienti del fatto che stava succedendo qualcosa di unico, e solo nostro. Non lo dimenticherò mai.

  10. Qual è il tuo film della vita, il primo a cui pensi con affetto?
    Il primo film che mi viene in mente è Il favoloso mondo di Amélie, sono molto affezionata alla protagonista. L’ho rivisto di recente, e con piacere ho provato verso di lei la stessa affinità percepita la prima volta. È pieno di minuzie e dettagli, l’attenzione alle piccole cose che riluce nel film mi mette in uno stato di pace sincera.

Autore

Fiaba Di Martino

Fiaba Di Martino è nata nel 1991, a un passo dal cinema Arcadia di Melzo, sua seconda casa e tempio irrinunciabile; è diplomata alla Scuola Civica di Cinema e Televisione Luchino Visconti di Milano (indirizzo scrittura cinetelevisiva) e si occupa dal 2016 di giornalismo e critica cinematografica per il settimanale cartaceo Film Tv e relativo sito web. Ha lavorato per MyMovies e Best Movie, collabora con Tv Sorrisi & Canzoni e con Gli Spietati. Insieme a Laura Delle Vedove nel 2016 ha scritto la monografia Xavier Dolan – Il sentimento dell'invisibile (Sovera Edizioni) e dal 2023 cura per il Cinema Farnese Arthouse di Roma le rassegne Arthouse Award e Nuova onda.

Filmografia ragionata & commentata

locandina L'arte della gioia

L'arte della gioia

Drammatico - Italia 2024 - durata 50’

Titolo originale: L'Arte della Gioia

Regia: Valeria Golino, Nicolangelo Gelormini

Con Tecla Insolia, Valeria Bruni Tedeschi, Alma Noce, Nika Perrone, Giuseppe Spata, Jasmine Trinca

Al cinema: Uscita in Italia il 30/05/2024

in streaming: su Now TV Sky Go

«Un personaggio come quello di Modesta non può che restarti dentro per sempre, questo è ciò che mi auguro. Non penso ne incontrerò mai un altro così, sicuramente per quanto concerne gli ambiti legati alla libertà intellettuale, fisica e sessuale, che la rendono ineguagliabile. Ho lavorato con persone incredibili, e questo progetto nella sua totalità mi ha unito indissolubilmente a Valeria Golino, e a molte attrici e attori del cast… Ma non solo. Ormai quando penso alla rete di persone da cui sono circondata, mi rendo conto che la mia quotidianità è fatta di piccoli eventi straordinari».
locandina L'Albero

L'Albero

Drammatico - Italia 2024 - durata 92’

Regia: Sara Petraglia

Con Carlotta Gamba, Cristina Pellegrino, Carlo Geltrude, Yamina Brirmi, Tecla Insolia

Al cinema: Uscita in Italia il 20/03/2025

«Penso che il personaggio di Bianca desideri essere conosciuto: la sua necessità di scrivere e la volontà di trattenere il più possibile di ciò che sta accadendo la rendono una figura estremamente sincera. Ammetto di aver sviluppato come un’ossessione per la storia che Sara ha deciso di raccontare; spero di aver rispettato il più possibile le sue volontà e di averla compresa come meritava».
locandina Familia

Familia

Drammatico - Italia 2024 - durata 120’

Regia: Francesco Costabile

Con Francesco Gheghi, Barbara Ronchi, Francesco Di Leva, Tecla Insolia, Marco Cicalese, Stefano Valentini

Al cinema: Uscita in Italia il 02/10/2024

in streaming: su Prime Video Amazon Video

«In Familia ho un ruolo piccolo rispetto a quelli dei miei colleghi, ma questo mi ha aiutata a comprendere l’importanza di personaggi come quello di Giulia all’interno di storie tanto dure, perché sono figure in grado di dare speranza, di fornire un appiglio a cui anche lo spettatore può aggrapparsi nel momento in cui vuole il meglio per i protagonisti. Durante le riprese si è mantenuta un’aria di profondo rispetto verso le tematiche del film, e con il regista Francesco Costabile e il resto del cast abbiamo sempre tenuto aperto un canale di comunicazione per discuterne costantemente».