Nel cinema contemporaneo, il racconto della resilienza femminile assume forme diverse, ma poche storie riescono a esprimere con tanta intensità il legame tra il corpo e la libertà come Houria - La voce della libertà, il secondo film di Mounia Meddour in onda su Rai 5 il 24 marzo. Dopo il successo di Non conosci Papicha, la regista torna con un’opera che esplora la forza della comunità e il potere trasformativo dell’arte in un contesto sociale complesso.

Dalla distruzione alla rinascita
Ambientato in Algeria, il film di Rai 5 Houria – La voce della libertà segue la storia di Houria, una giovane ballerina talentuosa interpretata da Lyna Khoudri. Di giorno lavora come donna delle pulizie, di notte partecipa a scommesse clandestine su combattimenti di montoni, un universo maschile e violento che si contrappone alla grazia e alla disciplina della danza.
Quando vince una somma considerevole, viene brutalmente aggredita da Ali, un uomo con un passato oscuro legato alla guerra civile algerina. L’attacco la lascia con una doppia frattura alla caviglia e, soprattutto, muta. Il sogno di diventare ballerina professionista sembra infranto.
Houria si trova a dover affrontare una difficile riabilitazione, sia fisica che emotiva, e trova sostegno in un gruppo di donne con disabilità, molte delle quali non parlano e comunicano attraverso la lingua dei segni. Con loro, scopre una nuova forma di espressione artistica, in cui il corpo diventa strumento di comunicazione e di resistenza. “La comunicazione passa attraverso i corpi, questi corpi che si è cercato di reprimere”, spiega Meddour, sottolineando il significato profondo della danza nel percorso di ricostruzione della protagonista.
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Il corpo come linguaggio di lotta e liberazione
Uno degli elementi più affascinanti del film di Rai 5 Houria – La voce della libertà è l’uso del corpo come strumento di narrazione. Mounia Meddour, consapevole della centralità del linguaggio corporeo nel cinema, costruisce un racconto in cui i movimenti e i gesti sostituiscono le parole. Dopo l’aggressione, il silenzio forzato della protagonista diventa simbolo di tutte le donne ridotte al mutismo da una società patriarcale e repressiva.
La scelta di esplorare la danza come forma di espressione clandestina e di resistenza sociale è particolarmente potente. In Algeria, il corpo femminile è ancora soggetto a tabù e restrizioni. Ballare, soprattutto in pubblico, è visto come un atto di ribellione. “Il corpo delle donne è tabù. Una donna che danza è una donna che esprime se stessa. Non è un caso, in una società patriarcale e tradizionale”, afferma la regista.
La danza di Houria, che evolve da una rigida disciplina classica a un linguaggio più viscerale e liberatorio, diventa metafora del suo percorso di emancipazione e di riscatto.

Un’Algeria segnata dal passato e dall’oppressione presente
Il film di Rai 5 Houria – La voce della libertà affronta in modo sottile ma incisivo il peso della storia algerina recente. Ali, l’uomo che aggredisce Houria, è un ex terrorista islamista che, grazie alla legge di amnistia, vive libero tra le sue vittime. Tale elemento della trama richiama le ferite ancora aperte della “decade nera” dell’Algeria (gli anni ‘90), un periodo in cui il paese è stato lacerato dalla guerra civile tra il governo e i gruppi islamisti armati. L’amnistia concessa a molti ex terroristi ha lasciato un senso di ingiustizia tra le famiglie delle vittime, e il film mostra come queste cicatrici siano ancora presenti nella società. “La guerra civile è finita, ma vent’anni dopo le famiglie delle vittime chiedono ancora giustizia e verità”, commenta Meddour.
Il commissariato di polizia, che accoglie con indifferenza la denuncia di Houria, diventa emblema di un sistema che non tutela le donne e che preferisce voltare lo sguardo di fronte alle ingiustizie. Anche la figura di Sonia (Hilda Amira Douaouda), la migliore amica di Houria, incarna un dramma sociale attuale: il desiderio disperato di emigrare. Sonia tenta di raggiungere la Spagna su un’imbarcazione di fortuna, un viaggio che per molti migranti algerini si conclude in tragedia. Il suo destino pone una domanda dolorosa: è meglio fuggire o restare e lottare dall’interno?
La forza del collettivo femminile
Se nella prima parte della storia Houria danza da sola, nella seconda parte si circonda di donne che, come lei, hanno subito traumi fisici e psicologici. Il passaggio dalla solitudine alla comunità è uno degli aspetti più potenti del film di Rai 5 Houria – La voce della libertà. La danza diventa il mezzo attraverso cui queste donne si riappropriano dei loro corpi e delle loro vite. “L’arte collettiva può essere fonte di emancipazione. Insieme, queste donne diventano più forti e resistenti”, sottolinea la regista.
La coreografia finale, realizzata con movimenti ispirati alla lingua dei segni, è un momento di liberazione collettiva, una dichiarazione di forza e di resistenza contro il silenzio imposto.
La fotografia di Léo Lefèvre cattura con sensibilità il contrasto tra la rigidità della danza classica e la fluidità della danza contemporanea. I primi piani sui corpi delle ballerine, sui gesti e sugli sguardi amplificano l’impatto emotivo della narrazione. La colonna sonora, composta da Yasmine Meddour e Maxence Dussère, segue lo stesso percorso di evoluzione della protagonista: parte con toni fragili e minimali per poi esplodere in una composizione potente e tribale nella sequenza finale.
”Abbiamo voluto dare una voce a Houria proprio quando lei l’ha persa. La musica diventa la sua voce, così come il suo corpo torna a riappartenerle lentamente” racconta la regista.
Un film di lotta e speranza
Houria - La voce della libertà, prima tv targata Rai 5, è un film che parla di donne, di resistenza e di arte come strumento di emancipazione. Con una regia sensibile e attenta, Mounia Meddour costruisce un racconto che, pur partendo da una realtà specifica, assume un valore universale. La lotta di Houria non è solo quella di una ballerina privata della sua voce, ma quella di tutte le donne che cercano di esprimersi in un mondo che le vuole silenziose.
Se Non conosci Papicha aveva raccontato la ribellione giovanile contro l’oppressione, Houria – La voce della libertà è un’opera più matura e riflessiva, che trova nella collettività femminile una risposta alla violenza e all’ingiustizia.
Filmografia
Houria - La voce della libertà
Drammatico - Francia/Belgio 2022 - durata 103’
Titolo originale: Houria
Regia: Mounia Meddour Gens
Con Lyna Khoudri, Rachida Brakni, Marwan Fares, Salim Kissari, Amira Hilda Douaouda
Al cinema: Uscita in Italia il 21/06/2023
in TV: 24/03/2025 - Rai 5 - Ore 21.15
in streaming: su iWonder Full Amazon channel
Non conosci Papicha
Commedia - Francia 2019 - durata 106’
Titolo originale: Papicha
Regia: Mounia Meddour Gens
Con Lyna Khoudri, Shirine Boutella, Zahra Doumandji, Amira Hilda Douaouda, Marwan Zeghbib, Yasin Houicha
Al cinema: Uscita in Italia il 27/08/2020
in streaming: su Prime Video Google Play Movies Amazon Video Rakuten TV Apple TV
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