E ora, per il sollazzo di tutti i coinvolti davanti dietro sopra e sotto allo schermo, ecco un anime che è un fantasy duro&puro – livello: se il genere vi fa prudere il naso purtroppo non c’è niente da fare, ma se leggete fino alla fine forse trovate il cortisonico adatto – con un twist tutto matto che sicuramente non avete mai visto prima: ecco a voi Dungeon Food, uscita nel 2024 e tratta da un recente manga di successo edito anche in Italia, della quale faremmo meglio a prenderci cura ora che siamo fermi a soli 24 episodi e prima che recuperarla diventi un lavoro (la serie ha già una seconda stagione confermata che andrà oltre la storia del fumetto).

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Dungeon Food

In Dungeon Food tutto ebbe inizio in un piccolo villaggio, come si confà a qualsiasi mondo fantasy che si rispetti. Un bel giorno, le catacombe del suddetto villaggio crollarono improvvisamente e da quella profondità emerse una figura spettrale che sosteneva di essere il sovrano del Regno dell’Oro, morto da mille anni. In passato il suo reame rispecchiava in opulenza il nome pacchiano e altisonante che si era scelto, ma da tempo ormai immemore era ostaggio di uno stregone folle che ha intrappolato l’intero regno nel sottosuolo. Il re fantasma la fa grossa e promette di regalare ogni tesoro del Regno dell’Oro alla persona che sconfiggerà lo stregone, prima di svanire in un puf di polvere. Tanto basta per mandare in fibrillazione tutti gli avventurieri del mondo, che raggiungono il villaggio per esplorare le sconosciuto mondo sotterraneo. Nasce l’era dei dungeon.

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Dungeon Food

Coerentemente con la sottocategoria di giochi e videogiochi fantasy da cui prende il nome, l’era dei dungeon è innervata da una vasta comunità di figure eclettiche – umani in armatura, elfi incantatori di supporto, mezzuomini fabbri esperti di trappole, maghi, coboldi, ninja, gnomi, nani guerrieri esperti di cucina mostruosa e di alimentazione sana – che mettono insieme le rispettive abilità – agitare la spada, scassinare le serrature, resuscitare i morti, spennare e disossare e farcire alla perfezione un basilisco per poi farlo rosolare allo spiedo – e sprofondano negli ignoti abissi alla ricerca dello stregone e del premio finale. La loro esperienza, come quella del videogiocatore a cui si stanno ispirando, si basa sulla ripetizione e sulla capacità di accumulare esperienze progressivamente più utili ed equipaggiamenti progressivamente migliori per esplorare ancora un altro po’ le profondità del regno sotterraneo maledetto e ripetere all’infinito finché non ne vedranno la fine. Esse, le profondità, brulicano di bestie e piante mostruose e letali, le quali – se vi entusiasmano gli incisi avevate già colto la prolessi – diventano protagoniste del più assurdo ed entusiasmante libro di cucina mai realizzato.

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Dungeon Food

I nostri protagonisti – l’umano Laios (eroico ma con tratti di psicosi), la mezzelfa incantatrice Marcille con una fascinazione per la magia nera proibita, e il destro mezzuomo Chilchuck, che se la chilla come pochi – hanno appena perso il loro party dopo un infausto incontro con un drago rosso dei livelli inferiori. Sono stati salvati da Falin, sorella di Laios e migliore amica di Marcille, che si è sacrificata teletrasportandoli in superficie prima di essere mangiata dal rettile. Decisi a salvarla, i tre amici debbono ripartire da zero e senza risorse: per esplorare i dungeon ci vuole moneta sonante necessaria a comprare cibo, armi, armature, medicine, mercenari e dischi di Little Tony. Laios, però, non sente ragioni. Tornerà immediatamente nel dungeon a costo di realizzare il sogno di una vita che non aveva mai potuto realizzare prima per paura di essere guardato storto: imparare a cucinare i mostri seguendo i consigli del libro di ricette che si porta sempre dietro.

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Dungeon Food

Fortunatamente, quando il party tenta di cucinare la sua prima zuppa di fungo con le gambe e di scorpione rosso gigante all’entrata del dungeon, giunge in loro soccorso l’esperto Senshi, nano guerriero chef e dietologo, che da anni propugna – ahilui in solitaria e al vento – l’importanza di un’alimentazione equilibrata e corretta per ogni avventuriero che si rispetti.

Tra crostate salate di frutti carnivori, fritti di carne di mandragola e pipistrello, spaghetti di gelatina di slime, stufati di cavolo coltivato nel fango di golem e hamburger di carne difficile da ottenere, il gruppo parte alla ricerca del drago rosso che ha mangiato Falin: hanno un mese di tempo prima che il bestione completi la digestione.

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Dungeon Food

La minuziosa follia della cucina mostruosa, con tanto di videoricette e spiegazioni della fauna e della flora che impesta il sottosuolo traviato dal maleficio dello stregone, è un collante unico (per una serie) seppur non del tutto inedito – è una meccanica che molti videogiochi di ruolo fantasy hanno già implementato – ma che funziona alla perfezione per dare un senso di normalità ad avventure altrimenti iperboliche. È come imparare a conoscere un nuovo paese in cui non si è mai stati e di cui non si sa niente mangiando a casa di una nonna invece che andando in un museo. Ed è anche uno stratagemma delizioso per aiutare uno spettatore a farsi largo con morbidezza in un universo sottosopra, quasi emulando lo spirito da esploratori dei personaggi con cui andiamo all’avventura.

Autore

Nicola Cupperi

Scrive per Film Tv perché gliel'ha consigliato il dottore. Nel tempo libero fa la scenografia mobile. Il suo spirito guida è un orso grigio con le fattezze di Takeshi Kitano.