Il mondo dei film per la tv in tema revenge si arricchisce di un nuovo titolo con Hard Home, diretto da James Bamford e proposto in streaming da Paramount+ dal 20 marzo. Il film segue la parabola discendente di una madre distrutta dal dolore che decide di trasformare la propria casa in una prigione mortale per il serial killer responsabile della morte della figlia. Con un mix di tecnologia avanzata, ossessione e giustizia fai-da-te, Hard Home tensione e dramma ma, purtroppo, si arena in ripetizioni narrative e cliché già visti.

Una vendetta architettata nei minimi dettagli
La protagonista del film Hard Home, Mary (Simone Kessell), ingegnere di talento, vive in una casa ipertecnologica progettata da lei stessa. Ma dietro le mura di questa fortezza moderna si nasconde una missione personale: catturare e punire Diablo (Andrew Howard), un serial killer che ha assassinato sua figlia Kelly (Rosie Day).
Il lungometraggio si apre con Mary che, mentre fa jogging, viene inseguita da un uomo misterioso armato di una Polaroid. Dopo una lotta, riesce a neutralizzarlo e portarlo a casa sua, rivelando subito la vera natura del suo piano: lo ha catturato intenzionalmente per torturarlo psicologicamente e fisicamente all’interno della sua abitazione-trappola. Quella che inizia come una resa dei conti si trasforma presto in un inquietante gioco al gatto e al topo tra una madre devastata dal dolore e un assassino crudele, la cui infanzia traumatica viene costantemente riproposta attraverso flashback invasivi.
Tra dolore e mostruosità
Mary, interpretata da Simone Kessell, è il fulcro emotivo del film Hard Home. Madre distrutta dal dolore per la perdita della figlia, si trasforma in una vendicatrice fredda e calcolatrice, progettando meticolosamente la sua trappola mortale. Tuttavia, la sua ossessione finisce per isolarla, allontanandola anche da suo marito Robert, interpretato da Joseph Millson, che non riesce più a sopportare la spirale autodistruttiva in cui la donna è caduta.
Dall’altro lato, troviamo Diablo, interpretato da Andrew Howard, un serial killer silenzioso e spietato, segnato da un passato di abusi materni che lo ha trasformato nel mostro che è diventato. Sebbene il film tenti di umanizzarlo attraverso ripetuti flashback della sua infanzia tormentata, la sua caratterizzazione rimane bidimensionale, non riuscendo mai a suscitare una reale empatia.
La vicenda si arricchisce di altri personaggi secondari, tra cui l’agente dell’FBI Selena Wall, interpretata da Rachel Adedeji, che dovrebbe rappresentare la voce della giustizia ufficiale ma si rivela inefficace nel fermare il killer. Poi c’è Jiao, la vicina di casa interpretata da Daphne Cheung, che si inserisce nella storia in modo inaspettato, fornendo un aiuto involontario a Mary nel momento cruciale. Infine, Kelly, la figlia della protagonista, è un personaggio che appare principalmente in flashback, un simbolo di innocenza spezzata che alimenta la rabbia della madre.

Vendetta, giustizia e trauma
Il film Hard Home esplora il tema della vendetta con un approccio che mescola il thriller psicologico con elementi da torture movie. Mary rappresenta la madre in lutto che decide di colmare il vuoto lasciato dalla giustizia ufficiale con le proprie mani. Il film tenta anche di analizzare la mente di un assassino seriale, mostrando come un’infanzia traumatica possa generare un mostro. Tuttavia, la narrazione ripetitiva e l’uso eccessivo di flashback finiscono per rendere il tutto meno incisivo.
L’opera si avvicina a produzioni come Saw e I Spit on Your Grave, ma senza raggiungere la stessa intensità emotiva o il coinvolgimento. L’eccessiva ripetizione dei flashback della madre di Diablo che lo chiama “Diablo” e lo accusa di essere un mostro finisce per diventare irritante e ridondante.
Critiche e limiti della narrazione
Uno dei principali problemi del film Hard Home è l’uso spropositato dei flashback, che ripropongono incessantemente le stesse scene dell’infanzia traumatica di Diablo, rendendo la narrazione ripetitiva e prevedibile. L’eccesso di questi ritorni al passato non aggiunge profondità al personaggio, ma finisce per appesantire il ritmo del film, rendendolo faticoso da seguire.
Inoltre, la caratterizzazione dei personaggi risulta spesso stereotipata. Mary, nonostante la sua intelligenza e il suo ingegno, prende decisioni discutibili che sembrano più funzionali a far avanzare la trama che a delineare un personaggio coerente. La sua ossessione per la vendetta la porta a combattere corpo a corpo con un serial killer, pur avendo a disposizione un arsenale di tecnologia avanzata per eliminarlo. Diablo, d’altro canto, è dipinto come il classico assassino segnato da un’infanzia infernale, senza reali sfaccettature che possano renderlo un villain memorabile.
A livello tematico, il film rischia di scivolare in dinamiche problematiche legate alla razza e alla classe sociale. Il fatto che la protagonista, una donna bianca e benestante, debba vendicare altre donne bianche da un killer latino, mentre l’FBI, rappresentato da un’agente afroamericana, si dimostra inefficace, potrebbe essere interpretato come una visione distorta della giustizia. Anche la figura della vicina di casa Jiao risulta macchiettistica, ridotta a un personaggio caricaturale piuttosto che a un’alleata credibile.
Dal punto di vista della tensione, Hard Home non riesce a sfruttare appieno il potenziale della sua premessa. La prima parte del film suggerisce un gioco mentale che richiama (vagamente) Il silenzio degli innocenti, ma presto si perde in sequenze ripetitive e in un ritmo discontinuo. La sensazione è che il film voglia costruire suspense, ma finisca per disperderla in momenti di esposizione eccessiva e in scelte narrative poco ispirate.
Il finale spiegato
Il finale del film Hard Home lascia molte domande senza risposta. Dopo un combattimento feroce, Mary riesce finalmente a sopraffare Diablo e a eliminarlo, ma la rivelazione finale mette tutto in discussione. Poco prima di morire, Diablo lascia cadere alcune foto dal suo passato, che suggeriscono che il vero assassino potrebbe non essere lui, ma qualcun altro legato alla sua famiglia. La polizia, inoltre, scopre che gli omicidi continuano anche dopo la sua morte, facendo ipotizzare la presenza di un copycat killer o addirittura la possibilità che Diablo fosse solo un capro espiatorio.
Tale ambiguità potrebbe essere stata concepita per aprire la strada a un possibile sequel, ma finisce per risultare più confusa che intrigante. Il film non fornisce indizi chiari su chi possa essere il vero colpevole, lasciando lo spettatore con una sensazione di incompletezza più che di suspense ben orchestrata.
Hard Home aveva il potenziale per essere un revenge thriller avvincente e ricco di tensione, ma si perde nei suoi stessi eccessi. Simone Kessell offre una performance intensa, ma è penalizzata da una sceneggiatura che insiste troppo su flashback ripetitivi e stereotipi di genere. Il risultato è un film che intriga a tratti, ma che nel complesso non riesce a distinguersi nel panorama delle storie di vendetta.
Filmografia
Hard Home
Thriller - Bulgaria, USA 2024 - durata 87’
Titolo originale: Hard Home
Regia: James Bamford
Con Simone Kessell, Andrew Howard, Joseph Millson, Rachel Adedeji, Daphne Cheung, Rosie Day
in streaming: su Paramount+ Amazon Channel Paramount+
Saw. L'enigmista
Thriller - USA 2004 - durata 100’
Titolo originale: Saw
Regia: James Wan
Con Leigh Whannell, Cary Elwes, Danny Glover, Ken Leung, Monica Potter
Al cinema: Uscita in Italia il 14/01/2005
in streaming: su Netflix Netflix Basic Ads Amazon Video Google Play Movies Rakuten TV Apple TV
I Spit on Your Grave
Horror - Usa 2010 - durata 108’
Titolo originale: I Spit on Your Grave
Regia: Steven R. Monroe
Con Sarah Butler, Chad Lindberg, Daniel Franzese, Rodney Eastman, Jeff Branson, Saxon Sharbino
Il silenzio degli innocenti
Thriller - USA 1991 - durata 118’
Titolo originale: The Silence of the Lambs
Regia: Jonathan Demme
Con Jodie Foster, Anthony Hopkins, Scott Glenn, Anthony Heald, Kasi Lemmons, Frankie Faison
in streaming: su Prime Video Apple TV Amazon Video Microsoft Store
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