Se c’è qualcosa che, pur latente da sempre, caratterizza davvero il fumetto supereroistico Usa contemporaneo, Marvel quanto DC, è l’ossessione per le versioni alternative dei propri personaggi, tra universi paralleli e what if, alla quale si aggiunge quella non meno pervicace per mash-up e ibridazioni via via più suggestive. Soprattutto la prima è scivolata dai comic book anche nel MCU, complice l’intricata matassa attuale del multiverso, senza dimenticare il tripudio di Uomini ragno di ogni tipo, specie, foggia dietro Spider-Man: Un nuovo universo e sequel. Così, anche questa serie Marvel Animation (senza Sony), che pure era nata come Spider-Man: Freshman Year per raccontare gli esordi dello Spider-Man del MCU canonico (Tom Holland nei film live action), ancora privo della sua origin story persino nei film da protagonista, è alla fine diventata la storia di un altro Spider-Man da un universo parallelo.

Sempre Peter Parker, sempre liceale tecnonerd e sfigato, sempre con una zia May (e senza più uno zio Ben), sempre con la famiglia Osborn croce e delizia, ma senza (per ora) una Gwen Stacy e una Mary Jane, sostituite da un’amica del cuore un po’ punk e un po’ streghetta, Nico Minoru (azzeccata, dalla serie Marvel dei Runaways) e da un interesse amoroso, Pearl (parecchio sciapa) che non ha occhi che per il quarterback della scuola, non il solito Flash Thompson, ma il bel Lonnie, destinato a diventare prima o poi il criminale Lapide. A parte l’inclusività a tutti i costi e il melting pot soppesato con il misurino (Nico è di origine giapponese, Pearl e Lonnie sono neri, come pure gli Osborn di quest’universo, etc.), c’è qualche twist brillante, come il fatto che mentore di Peter nei primi passi come Spider-Man sia qui addirittura la sua classica nemesi di sempre, Norman Osborn (sempre in verde, come il suo alter ego in maschera Goblin, e con la voce di Colman Domingo), abile a storpiare il classico mantra ragnesco «da un grande potere deriva una grande responsabilità» in «da un grande potere deriva un grande rispetto».

A cascata discende tutto il resto, il solito, ma ben rinfrescato dallo showrunner Jeff Trammell, reduce da tante serie per bimbi come Craig: amori non corrisposti, amicizie per la vita (anche con Harry Osborn in versione influencer ricco e di successo), villain già fatti e finiti (il dottor Octopus, ex socio di Osborn e ora suo nemico, lo Scorpione boss di strada) e in fieri (Lapide, ma pure una Carla Connors, nera e senza un braccio, probabile futura Lizard), persino gli Avenger, con Iron Man e Doctor Strange in cameo, fino a Daredevil (con la voce di Charlie Cox come nella serie live action, ora Disney+) e un Venom da un altro universo, all’origine dei poteri di ragno di Peter per un paradosso che lega primo e ultimo episodio. All’effetto déjà-vu riveduto e corretto contribuisce poi un’animazione ispirata ai primi fumetti di Spider-Man, quelli mitici di Lee/Ditko/Romita Sr., evocati anche nel ricorso frequente a layout e vignette, ma pure al classico cartoon anni 70, un bel mix di stili e suggestioni finto-vintage, in realtà sofisticatissimo e modernissimo. Si vede che è un piacere, già pregustando il futuro.
La serie tv
Il vostro amichevole Spider-Man di quartiere
Animazione - USA 2025 - durata 28’
Titolo originale: Your Friendly Neighborhood Spider-Man
Creato da: Steve Ditko, Stan Lee
Con Colman Domingo, Josh Keaton, Charlie Cox, Hudson Thames, Zach Cherry, Eugene Byrd
in streaming: su Disney Plus
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