Indubbiamente quello di Caterina Ferioli, qualunque sia l’angolazione da cui scegliamo d’osservarlo, è stato un esordio col botto: da perfetta sconosciuta a protagonista, glamour & dark, dell’adattamento Netflix di un libro vendutissimo e fenomeno di BookTok, Fabbricante di lacrime, sponsorizzato come un nuovo (e italianissimo) Twilight. Difficilmente digeribile dalla critica (anche qui a bottega), il dramma ad alta temperatura patemica ha però fruttato alla giovane immediati riflettori che l’hanno portata, nel giro di meno di un anno, a un ruolo di rilievo (ed emotivamente assai più impegnativo) nella fiction Rai in costume Belcanto, dove è la figlia di Vittoria Puccini. E c’è già chi di quest’ultima vede nei lineamenti delicati, nell’indole volitiva, nella recitazione aggraziata ma tenace di Ferioli una vera e propria erede...

QUESTIONARIO
- Come è avvenuta la tua educazione alle immagini: guardavi soprattutto la tv, il cinema o le piattaforme?
Sono cresciuta con i dvd. Mia madre era fissata con l’home video, nello specifico mi ha rimpinzata di classici Disney, ma penso anche alle fiabe sonore riprodotte su dischetto... Guardavo anche alcuni film cult come Colazione da Tiffany. Inoltre ho iniziato ad andare al cinema presto, un’amica di mia madre ogni mercoledì per un anno mi portò alla Cineteca di Bologna a vedere i film di Hayao Miyazaki, che a quell’età però mi facevano molta paura! - La folgorazione per la recitazione: come è scattata e perché?
Me la figuro come una sorta di bussare, come un tocco sulla spalla, non un bisogno venuto da dentro e presente da sempre... Intorno ai 18 anni cominciai a informarmi sui corsi di recitazione, facevo già la modella e al liceo avevo frequentato un corso teatrale. Prima ancora, alle medie, ne avevo seguito uno impostato da un mio prof di italiano che fu una figura meravigliosa. Insomma, a questo mondo mi sono appassionata in quel periodo, tuttavia in modo blando. Tre anni fa mentre ero all’università la mia agenzia di moda mi segnalò il provino di uno dei miei registi preferiti al mondo. Ci andai, e feci una figuraccia! Ne uscii distrutta e decisi in quel momento che era un segno: dovevo mettermi a studiare, per quella specifica professione.
Fabbricante di lacrime - Come sei arrivata a fare questo mestiere?
Appena sono stata presa per il mio primo film ho interrotto tutto il resto e mi sono trasferita a Roma, d’altra parte il cinema è lì. Ho studiato e sto studiando moltissimo, ma in generale questa scintilla che ha dato il via a tutto l’ho percepita come la mano della fortuna! - Quali sono le differenze che hai riscontrato maggiormente fra il set televisivo e quello cinematografico?
Fabbricante di lacrime era un progetto molto commerciale, tratto da un libro di gran successo, io ero piccola e forse non psicologicamente pronta: le riprese le ho vissute bene ma l’unica parte che ricordo con piacere è stata imparare il mestiere, avevo una coach molto brava che in quei mesi mi ha guidata attraverso le basi e il metodo, anche al di là dei rudimenti necessari per il singolo personaggio. I ritmi televisivi sono molto diversi, sul set di Belcanto giravamo molte scene al giorno. Un lavoro impegnativo, non c’è una scena in cui non succeda qualcosa di fondamentale, è uno show con un colpo di scena dopo l’altro. E che ha un carico emotivo pazzesco, per questo il regista, Carmine Elia, ha preferito non spremerci troppo. Ciò non significa che non ci sia andato giù bello duro!
Belcanto (2025) Caterina Ferioli - Leggi riviste, cartacee e/o online, di critica cinematografica? Ti interessano?
Sì, leggo soltanto online, banalmente perché in edicola non saprei cosa cercare, però spulcio spesso pagine di critica, magazine web, e magari partendo da un articolo di approfondimento che mi colpisce particolarmente pian piano vado a scoprire la rivista. - Come ti approcci alla storia del cinema? L’hai esplorata da autodidatta o seguendo una logica più accademica?
Allora, non ti nego che spesso mi sono detestata perché mi sono sentita ignorante! Recentemente ho avuto voglia di conoscere la storia del cinema e non sapevo da dove partire, poi con gradualità mi sono fatta una cultura da autodidatta con l’ausilio dei consigli delle persone che mi stanno intorno, prime fra tutte le mie agenti. Non ti nascondo che dall’anno prossimo sto pensando di iscrivermi al DAMS. Ci tengo ad avere un orientamento, al di là dei miei gusti che sono un po’ ristretti...
Fabbricante di lacrime (2024) Caterina Ferioli - Come descriveresti il tuo metodo d’attrice?
Di base mi sono appassionata al discorso del metodo, in questi ultimi anni ne ho sperimentati vari benché mi senta ancora un po’ “neonata” dal punto di vista della loro conoscenza. Il problema del metodo è che non puoi portarlo sempre sul set, dal momento che spesso la sua messa in pratica richiede ore se non giorni! È pensato per costruire un personaggio in anni, che non abbiamo a disposizione. Per cui, mi porto dietro piccole e specifiche nozioni. Per esempio ho trovato utilissimo Meisner, anche se mi ritengo della scuola Strasberg. Ecco, se devo isolare una cosa a cui mi riferisco sempre, è l’idea del qui e ora: se in una scena devo piangere, non è detto che accada a ogni ciak ma è essenziale immedesimarsi nel momento, immergersi nel vissuto del personaggio senza “sovrastrutturare”, lavorare sui traumi senza sostituirsi a chi interpreti. - Dimmi tre registi senza i quali non puoi vivere e tre interpreti che ti hanno formato.
Gaspar Noé su tutti, poi Valeria Golino e Valeria Bruni Tedeschi. Attori: Margaret Qualley, Marcello Mastroianni, Monica Vitti.
Belcanto (2025) Vittoria Puccini, Caterina Ferioli - Condividi un ricordo da un set che hai particolarmente a cuore.
Un diktat che uso spesso: “il personaggio sei tu”: condivisibile o meno, durante le riprese di Belcanto mi ha salvato, per via del personaggio impegnativo che avevo a carico. Inoltre, mi è rimasta impressa una scena meravigliosa tra madre e figlia, interpretata assieme a Vittoria, durante la quale stavamo in questo teatro completamente buio, illuminato solo da due luci, una su di lei, una su di me, e abbiamo avuto questa discussione su grandi temi. È stato speciale. - Qual è il tuo film della vita, il primo a cui pensi con affetto?
Il primo che ho visto, a cui sono estremamente legata, è appunto Colazione da Tiffany. Però se penso al mio primo da cinefila, assolutamente Climax.
Filmografia ragionata & commentata
Fabbricante di lacrime
Fantasy - Italia 2024 - durata 105’
Regia: Alessandro Genovesi
Con Caterina Ferioli, Simone Baldassari, Eco Andriolo
in streaming: su Netflix Netflix Basic Ads
Come un padre
Drammatico - Italia 2025 - durata 60’
Titolo originale: Come un padre
Regia: Luca Miniero
Con Luca Miniero, Carmine Recano, Benedetta Gargano, Angelo Petrella, Salvatore Basile, Rocco Guarino
Belcanto
Drammatico - Italia 2025 - durata 50’
Titolo originale: .
Con Vittoria Puccini, Caterina Ferioli, Julia Messina, Giacomo Giorgi, Giacomo Giorgio
in streaming: su Rai Play