Quarto lungometraggio di Nelson Carlos de Los Santos Arias, regista dominicano fattosi notare con il precedente Cocote, premiato al Locarno Film Festival 2017, Pepe, che ha vinto il Leone d’argento alla regia alla Berlinale 2024, è una parabola (o favola anticoloniale) che trae spunto da una serie di accadimenti reali a dir poco bizzarri.
Dopo la caduta di Pablo Escobar, una parte degli animali (a quanto pare trafugati clandestinamente in Africa) confinati nella sua Hacienda Nápoles si ritrova immersa nella natura dopo anni di cattività. Per il regista questo spunto paradossale, avvolto in parte dalla leggenda, offre la possibilità di dare vita a un racconto incentrato completamente sulla funzione del narratore inaffidabile. Pepe è un elemento conduttore di energie e storie che mette in crisi la presunta linearità dei fenomeni e delle storie. Il racconto è la valuta che determina il valore di realtà di quanto si narra, e, più questi elementi circolano, più, a loro volta, ridisegnano l’ambiente con il quale impattano.
Film saggio aperto, sornione, beffardo e a suo modo a tesi, Pepe offre numerosi spunti per riflettere sul processo di (de)colonizzazione adottando una tassonomia di forme mobili, dando così vita a un campo equiprobabile di soluzioni possibili (o meno). Al centro, il punto d’osservazione - ossia l’ippopotamo Pepe - agisce come un monito o una traccia dimenticata che riaffiora periodicamente nella tessitura dei segni come tentativo di una memoria da rifondare. Film politico volutamente opaco che a tratti pecca di un eccesso di fedeltà al suo tracciato intenzionale, offre, nei suoi momenti migliori, un umorismo lunare genuinamente surreale e spiazzante.
Il film
Pepe
Sperimentale - Repubblica Dominicana, Germania, Colombia, Namibia 2024 - durata 122’
Titolo originale: Pepe
Regia: Nelson Carlo de Los Santos Arias
Con Jhon Narváez, Sor María Ríos, Jorge Puntillón García, Shifafure Faustinus, Harmony Ahalwa, Fareed Matjila
in streaming: su MUBI MUBI Amazon Channel
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