Hwang Dong-hyuk non è (mai stato) una meteora. Non lo era prima di raggiungere la fama globale nel 2021 con la prima annata di Squid Game, e non ha certo disimparato a fare il regista dopo aver sbancato il jackpot di Netflix. Anzi. Quella della seconda stagione è una parabola incompleta che riflette con coerenza (per fortuna non letterale) la sua carriera di regista impegnato - nel 2011 diceva: «Ho iniziato a fare cinema perché ero frustrato da tutti i problemi sociali irrisolti che vedevo» -, costretto come tutti, da questa parte dello schermo come dall’altra, a fare i conti con le regole di un sistema iniquo che ha altre priorità: successo e profitto.
Il lento e finora inesorabile percorso di sconfitta del protagonista Seong Gihun somiglia a quello di Hwang, che ha ammesso con candore di essere tornato a fare Squid Game per riguadagnare il denaro lasciato sul tavolo con gli accordi normalmente svantaggiosi firmati per la prima stagione. Il giocatore 456 è ossessionato dal sadismo irredimibile che muove i VIP promotori dello Squid Game e ha deciso di votare la propria esistenza - e i soldi vinti nella competizione - per scovarli e abbatterli. Il suo primo assalto però fallisce, costringendolo a partecipare un’altra volta al gioco.
Hwang non si risparmia e dà alla gente ciò che vuole - devastanti prove inedite e nuovi personaggi in grado di provocare frizioni morali - ma il suo sguardo è sempre idealmente puntato sulla lotta interna di Gi-hun, che sotto lo sguardo compiaciuto del subdolo Front Man in incognito deve decidere a quanta della propria integrità è disposto a rinunciare pur di portare a termine una missione che lo sta divorando dall’interno.
La serie tv
Squid Game
Azione - Corea del Sud 2021 - durata 63’
Titolo originale: ??? ??
Creato da: Hwang Dong-Hyuk
Con Jung-jae Lee, John D. Michaels, Oh Yeong-su, Yuuki Luna, Geoffrey Giuliano, Park Hae-soo
in streaming: su Netflix Netflix basic with Ads
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