«Dedicated to my grandfather, Manoog Goorjian». Si chiude su questa dedica Amerikatsi, un film con il quale il regista statunitense di origini armene Michael A. Goorjan omaggia suo nonno e insieme la sua famiglia, la memoria di un passato drammatico. E allora partiamo dalla fine per parlare di Amerikatsi - entrato nella shortlist per il miglior film internazionale agli Academy Award 2024 e in arrivo il 16 gennaio nelle sale italiane distribuito da Cineclub Internazionale - proprio per svelare il cuore pulsante di un progetto fortemente personale, perché la storia di questo lungo scaturisce da un dato autobiografico: i nonni di Goorjan sono due sopravvissuti al genocidio armeno nel 1915 rifugiatisi poi negli Stati Uniti, proprio come il protagonista del film, Charlie (interpretato dallo stesso regista, qui anche sceneggiatore), che incontriamo bambino all’inizio della narrazione.
Dopo essere cresciuto negli Usa, nel 1948 Charlie desidera riscoprire le proprie origini e, grazie al programma di rimpatrio permesso da Stalin, fa ritorno nella sua terra natia. Ma, agli occhi di Charlie, l’Armenia sovietica non è esattamente una culla, una motherland che lo accoglie: il comunismo oltre la cortina di ferro non vede di buon occhio il “cosmopolitismo” di quel giovane uomo straniero, “l’americano” (amerikatsi, appunto), che infatti per una serie di rocambolesche vicissitudini finisce incarcerato. Dall’angusta cella della prigione dove è rinchiuso, Charlie si accorge che riesce a guardare, al di là delle sbarre, ciò che accade all’interno di una casa in cui abitano un secondino con la passione (repressa) per l’arte - anche lui di origini armene - e sua moglie.
Quella finestra di fronte diventa anche e soprattutto una finestra sul mondo, uno spettacolo quotidiano che il Nostro osserva con crescente passione giorno e notte, sentendosi in qualche modo partecipe di quelle vite. Il viaggio alla scoperta di sé di Charlie è un tour compiuto da fermo, da spettatore di scenette che gli insegnano usi e costumi armeni. Scegliendo il tono della fiaba tinteggiata di commedia (siamo dalle parti di La vita è bella), Goorjian evita di soffermarsi sul racconto del passato traumatico del suo paese originario, per celebrarne piuttosto la cultura e la vitalità: «Di solito i film sull’Armenia si concentrano su quell’evento cruciale che è stato il genocidio», racconta in un’intervista, «ma in realtà è limitante raccontare la cultura e la vita di un paese intero limitandosi a quel capitolo tragico. Musica, cibo, passione, generosità, amore per la vita. Amerikatsi celebra tutto questo e racconta al mondo aspetti e sfaccettature dell’Armenia, che sin dalla mia giovinezza avevo desiderio di scoprire e riconnettermi». E per riconnettersi alle sue radici, il regista pesca dalla storia personale dei suoi avi e si forma guardando i film di Sergej Paradžanov (al cui affascinante cinema avevamo dedicato un servizio su Film Tv n. 9/2024), ma per realizzare Amerikatsi spiega che si è ispirato in particolare al viaggio che ha fatto nel 2006 e alle persone che ha conosciuto lungo il cammino, respirando e assorbendo un certo stile di vita per poi farlo fluire in questo suo ultimo, intimo lavoro.
Il film
Amerikatsi
Drammatico - Armenia 2022 - durata 121’
Titolo originale: Amerikatsi
Regia: Michael A. Goorjian
Con Michael A. Goorjian, Hovik Keuchkerian, Nelli Uvarova, Mikhail Trukhin, Narine Grigoryan, Jean-Pierre Nshanian
Al cinema: Uscita in Italia il 16/01/2025
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