Hors-saison (in italiano Le occasioni dell’amore) si apre con un’inquadratura zenitale sull’auto che sta accompagnando il celebre attore Mathieu al lussuoso hotel in Bretagna dove spera di smaltire la delusione – professionale ma soprattutto umana – per un progetto in cui credeva e che si è risolto in un fallimento.

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Le occasioni dell'amore

Segue una ripresa in camera car sui panorami bretoni “fuori stagione”: il mare, i ristoranti sulla spiaggia, luoghi in cui “macchine tracciano solchi su strade dove la pioggia d’estate non cade”. Poi, svelata con una lenta carrellata, appare la sagoma imponente dell’hotel Thalasso & Spa Miramar La Cigale in cui sarà ambientata buona parte del film.

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Le occasioni dell'amore

Il sito dello studio di architettura Bechu + Associés (che nel 2015 ne ha curato il progetto di rinnovamento ed espansione), ne parla come di “un vecchio lupo di mare nel cuore del golfo di Morbihan”. La descrizione che segue, adeguatamente enfatica, cita “il suo design architettonico unico, una sorprendente serie di ponti e cabine che ricordano un transatlantico ormeggiato su un lago di acqua salata”.

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Dopo la vista esterna dell’edificio la scena si sposta all’interno dove, con una trovata registica quasi impercettibile ma straordinaria, il volume della dolcissima colonna sonora di Vincent Delerm si abbassa di colpo, come a non voler disturbare la quiete degli ospiti trasformandosi in musica da filodiffusione. Nella hall, il bianco dei tavolini e delle colonne e l’azzurro tenue dei pavimenti sono cromie scelte appositamente per generare pace, comfort, distensione. Tutto ciò di cui è alla vana ricerca il protagonista che, nella sua suite prestige con vista mare, osserva quasi infastidito il saliscendi della zampa del maneki NEKO, il gatto portafortuna sacro della tradizione giapponese collocato su un mobile.

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Mathieu è a disagio in un luogo espressamente progettato per offrire agio. Lo è durante uno dei trattamenti compresi nel suo pacchetto benessere: lo si vede disteso su un lettino, con le braccia parallele al corpo come strette da cinghie e le gambe infilate in quelle che sembrano le scomode appendici di una tuta da sci. A luci spente e con lo sgradevole rumore di un macchinario, l’uomo sembra un paziente sottoposto a una risonanza, e l’improvviso squillo del cellulare – che lo costringe a trascinarsi faticosamente verso il telefono – accentua il suo malessere.

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Parlando con la moglie, la vista sulla natura che lo circonda non attenua il fastidio della conversazione, continuamente interrotta dalle altre chiamate ricevute dalla compagna. Questo continuo inabissarsi nell’incomodo raggiunge l’apice poco dopo, quando l’ospite, istruzioni alla mano, cerca di avviare la sua modernissima macchina del caffè che non prevede la pressione di tasti perché comandata a gesti. Ne scaturisce un gag che sarebbe piaciuto a Tati, con Mathieu che agita freneticamente le mani attorno all’arnese il quale, avviatosi, non ha più alcuna intenzione di arrestare il flusso della bevanda.

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Se questo incidente banale non è la causa della crisi di pianto che ne segue, di sicuro non contribuisce a evitarla. Le cose cambiano dopo l’incontro casuale con Alice, la donna che aveva amato in gioventù e che aveva lasciato spezzandole il cuore; il suo paesaggio emotivo si modifica parallelamente a quello fisico. I due si incontrano in un piccolo bistrot tagliato longitudinalmente dai raggi del sole. Non esiste design, non esistono concept architettonici: esiste una coppia che si è amata e che è felice di ritrovarsi in un locale semplice, le cui lampade sono ricavate da piccoli timoni e il cui arredamento prevede carapaci di crostacei poggiati sui davanzali.

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Lo stesso calore – vagamente mesto ma dolcemente rassicurante – che promana dalla casa borghese in cui Alice vive con il marito e la figlia quindicenne, e che il regista contrappone all’alienante tecnologia della suite in cui l’amore di un tempo, sdraiato sul letto, ammazza la noia aprendo e chiudendo in loop, telecomando in mano, le porte che dividono gli ambienti della stanza. I due si rivedono, passeggiano rivangando il passato e lucidando i rimpianti davanti al mare d’inverno.

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Intorno a loro “qualche nuvola dal cielo che si butta giù, sabbia bagnata, una lettera che il vento sta portando via, punti invisibili, rincorsi dai cani, stanche parabole di vecchi gabbiani”. Quando capiscono che non riusciranno più a vedersi prima della partenza di Mathieu, anche l’appartamento di Alice si ammanta di mestizia. Brizé ce lo mostra attraverso una secca successione di immagini d’ambiente.

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Sono stanze gelide, prive di consolazioni: la cucina, un corridoio, la cucina da un altro punto di osservazione; quindi il soggiorno, dove la donna piange su un divano guardando da una finestra, e neppure la bellezza della lampada Taccia alle sue spalle è capace di consolarla. Gli amanti ritrovano un’effimera felicità nel corso di una festa, durante la quale Mathieu resta sbalordito da uno spettacolo “fischiato” messo in scena da un duo di mimi. D’altro canto, diceva il poeta, “di fronte al mare, la felicità è un’idea semplice”. Basta essere disposti a rimettere in gioco le proprie vite.

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Alice e Mathieu non lo faranno: si capisce da un’altra magnifica sequenza in cui passeggiano ancora sulla spiaggia e tra scogli che precipitano a strapiombo. Non è facile dirsi addio, specialmente davanti al mare. Perché “il mare d’inverno è un concetto che il pensiero non considera, è poco moderno, è qualcosa che nessuno mai desidera. Alberghi chiusi, manifesti già sbiaditi di pubblicità”.

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Le occasioni dell'amore

p.s.: Come molti avranno capito, le parole più significative di questo articolo sono citazioni da Il mare d’inverno, capolavoro scritto da Enrico Ruggeri e Luigi Schiavone e portato al successo da Loredana Bertè.

Autore

Andrea Pirruccio

Si laurea in Storia e Critica del Cinema a Torino. Da oltre 20 anni fa parte della redazione della rivista Interni e dal 2022 collabora al dizionario Il Mereghetti. Da quanto ricorda, frequenta le sale da sempre, ma fa risalire il proprio imprinting cinematografico a un pomeriggio domenicale di tanti anni fa, quando i suoi genitori pensarono bene di portarlo a vedere 1997: Fuga da New York e, quando si accorsero che il film era stato sostituito da Pierino medico della SAUB, decisero di entrare lo stesso.

Il film

locandina Le occasioni dell'amore

Le occasioni dell'amore

Drammatico - Francia 2023 - durata 115’

Titolo originale: Hors-saison

Regia: Stéphane Brizé

Con Guillaume Canet, Alba Rohrwacher, Sharif Andoura, Emmy Boissard Paumelle

Al cinema: Uscita in Italia il 25/12/2024