Non c’è serie di culto migliore di quella che costringe a un atto di fede anche il più incallito dei miscredenti. Fra il 2015 e il 2018 Sense8 è stato lo sfogo televisivo delle sorelle Wachowski, ovvero di due autrici debordanti che da sempre faticano a trattenersi – per Matrix hanno avuto bisogno di un’intera saga multimediale più un’addenda –, e che una volta brandito il linguaggio spazioso della serialità ne hanno approfittato per espandere a dismisura le loro architetture cervellotiche e per fare implodere una messa in scena dove ogni genere ha la stessa dignità (sotto steroidi) e contribuisce alle pulsazioni di un cuore narrativo che sta sempre dalla parte giusta. Il pastiche di Sense8 passa nella stessa scena dal pasticcio kitsch al sublime filosofico senza soluzione di continuità; fa casino e disattende le promesse, frustra le aspettative e si incarta, ma allo stesso tempo coinvolge e incalza: dipinge con passione – mentre contemporaneamente fa esplodere cinquemila cose – il quadro utopico e complicato di una possibile e allegorica evoluzione umana, l’unica che realisticamente potrebbe portare armonia. Una soluzione tanto ecumenica quanto complicata, che viene raggiunta dopo 24 episodi di ordalie a volte improbabili. Un’impossibile cavalcata verso il socialismo dell’individuo, costruita collettivamente da una comune anarcoide di generi che cozzano con grande sensualità. L’importante, alla fine, è ricordare che saremo tutti giudicati per il coraggio dei nostri cuori.
I 5 migliori episodi di Sense8
Stagione 1 Episodio 4: What’s Going On?
Quello di Sense8 è un mondo in cui alcuni esseri umani nascono con l’abilità di poter esercitare una forma totale di empatia, ovvero di sentire completamente insieme a qualcun altro senza perdere la propria identità. Ogni sensate condivide questo dono con gli altri sette membri della sua cerchia, tutti nati nello stesso giorno allo stesso momento. Sin dall’inizio della serie il punto di vista dello spettatore è tenuto ad altezza degli otto protagonisti, che già adulti e ai quattro angoli del globo vengono messi in contatto dalla loro madre sensate (Daryl Hanna) come ultimo atto prima di suicidarsi per sfuggire a una misteriosa minaccia. Quando arriviamo al quarto episodio, gli otto stanno ancora gradualmente prendendo coscienza e confidenza con la consapevolezza che ora sono tutt’uno. Più che capirlo lo sentono. Ed è la stessa condizione di noi spettatori, che stiamo ancora cercando di capire quanto e cosa investire nel rapporto con questa serie. La prima deflagrazione di empatia, dunque, colpisce forte e precisa tanto da una parte quanto dall’altra dello schermo, cavalcando le note azzeccate delle 4 Non Blondes.
Stagione 1 Episodio 10: Cosa rende umani?
Sun, erede di una potente famiglia di industriali coreani, rappresenta lo stoicismo e la disciplina del gruppo che si è formato da poco e già deve lottare per la propria sopravvivenza. Wolfgang, scassinatore di Berlino, è la spietatezza e l’onore. L’attore messicano Lito è il coraggio di essere sé stessi pur essendo in grado di essere chiunque altro. Kala, chimica indiana costretta a un matrimonio con una persona di cui non ricambia l’amore, è il raziocinio e il controllo. Il keniota Capheus è l’entusiasmo e la purezza. L’hacker Nomi è la coscienza. Il poliziotto Will è la lealtà. La dj Riley, in visita dal padre in Islanda nonostante i sensate siano braccati dall’organizzazione che da anni cerca di estinguerli, incarna la sensibilità ed è l’unica in grado di rivivere il momento in cui è venuta al mondo insieme ai suoi compagni. Accompagnata dalle note del Concerto per pianoforte e orchestra n. 5 di Beethoven, Riley condivide l’esperienza con gli altri e con noi, in un momento di televisione unico e francamente indescrivibile.
Stagione 1 Episodio 12: Non posso lasciarla
La prima stagione si conclude con un episodio che, da un punto di vista di teoria e tecnica delle serie tv, rasenta la perfezione. La resa dei conti islandese conclude il primo semi-arco, quello in cui i personaggi raggiungono la piena accettazione del loro nuovo essere, e ci abbandona sul cliffhanger di ingresso nella seconda stagione. Per i protagonisti empatia e cooperazione non sono più un lusso, sono una condizione per la sopravvivenza e per la realizzazione personale. Collaborando e alternandosi nella conduzione del corpo fisico di Will, raggiungono un’armonia che permette l’impossibile e giustifica gli eroismi action. Allo stesso modo, lo spettatore che sta compiendo l’atto di fede è al culmine della partecipazione: la cerchia è riuscita a salvare Riley dalla BPO, che si serve del sensate Whispers per dare la caccia ai suoi simili e neutralizzarli. Messa di fronte all’opzione di sacrificare la vita di Will per salvare quella di tutti gli altri, la cerchia decide di resistere e continuare a combattere nonostante tutto. La scelta apparentemente suicida, che nessun altro gruppo di sensate aveva mai preso, è alimentata dall’amore di Riley ed è l’unica possibile nell’orizzonte etico delle Wachowski.
Stagione 2 Episodio 11: Volete la guerra?
La prima stagione è servita ai personaggi per rinascere a nuova vita e decidere la propria missione, e a noi per fare esperienza con la dinamica telepatica dei sensate e con la concezione utopica di una realtà di condivisione che non è perfetta né indolore, ma accetta chiunque per ciò che è davvero. Con queste fondamenta ben ancorate, la seconda stagione può andare ben oltre la sfera del tuono e accumulare fino allo spasimo l’azione e il melodramma, esasperando ogni diverso linguaggio di genere che utilizza per raccontare le parabole convergenti degli otto protagonisti. In prossimità dell’apice di queste traiettorie c’è Volete la guerra?, che spezza le ultime catene di Sun con un inseguimento lungo 24 minuti degno dei migliori action cinematografici e, per la prima volta, unisce fisicamente la maggior parte dei membri della cerchia. La bellicosa dichiarazione finale di Will è quella di ogni persona esclusa e schiacciata che riesce a reagire alla pressione del manicheismo e ad accettarsi per quello che è.
Stagione 2 Episodio 12: Amor vincit omnia
La conclusione di un’esperienza narrativa così in immersione, che va oltre i tecnicismi e chiede di essere sperimentata più che di venire guardata, non può che essere catartica e rotonda. L’episodio finale di Sense8 si spiega già nel titolo, che ripropone la soluzione filosofica di Matrix ma la risolve da un punto di vista completamente interno all’essere umano, e si dissolve in un’orgia trascendentale di dieci minuti che è l’invito definitivo a mollare gli ormeggi e lasciarsi andare, a non imbrigliare il caos e la complessità ma a cavalcarli. Amor vincit omnia è costretto a dirimere in fretta tutti i bandoli di una matassa che meritava un’altra stagione, ma che assume un valore ancora maggiore in un episodio del genere: un crogiolo che contiene tutto e il contrario di tutto, che chiude i portoni dimenticando le finestre aperte, ma che ci lascia con l’unico faticoso e doloroso messaggio di speranza che avremmo bisogno di sentire più spesso portato da queste stesse energie arruffate, sincere e di cuore.
La serie tv
Sense8
Fantascienza - USA 2015 - durata 60’
Titolo originale: Sense8
Creato da: J. Michael Straczynski, Lilly Wachowski, Lana Wachowski
Con Aml Ameen, Dong-seok Ma, Jonathan Christopher Snyder, Jesus N Jimenez, Natasha Vanessa Harried, Jean-Claude Van Damme
in streaming: su Netflix Netflix basic with Ads
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta