Quanto si può restare senza dormire – o comunque dormendo malissimo – prima di restarci sotto e andare via di testa? Dipende dalla persona. Io conosco gente che se non fa mezz’ora di pisolino ogni otto ore poi finisce in carcere. Altra domanda: se facciamo una serie tv tutta misteriosa e di tensione e che parla di faccende che lasciano insonni, per quanto tempo possiamo tenere sulle spine il pubblico con la sola imposizione di un montaggio sonoro pazzesco e di un’attrice con i controfiocchi? Dipende dall’attrice. Nel caso di The Listeners – originale BBC creato da Jordan Tannahill adattando per la tv il suo omonimo romanzo – Rebecca Hall basta e avanza per un episodio pilota che fa rimanere senza unghie da sgranocchiare.
Claire ha 41 anni ed è protagonista di una bella vita, di quelle proprio normali ma non in senso brutto. Solo normali. Forse appena appena ipocrite, ma sono dettagli. Ha un marito affettuoso che la sostiene senza starle addosso, una figlia adolescente impertinente il giusto con cui ha un ottimo rapporto di quelli che la mattina si canta insieme in macchina, e un lavoro che la appassiona come professoressa di letteratura che applica della sana maieutica sviscerando Cent’anni di solitudine. Certo, da giovane, ai tempi in cui si accorgeva di essere agnostica – quando ha scoperto che Dio era come tutti gli altri uomini che conosceva: si interessava a lei solo quando era in ginocchio –, era una ragazza che sognava di spaccare il mondo e rivoltarlo come un calzino; ma oggi si dice apertamente felice di essersi stabilizzata nel ruolo di mamma e insegnante.
È a questo punto della sua vita che Rebecca Hall comincia a sentire ovunque un costante suono di sottofondo, come un ronzio industriale, continuo; un rombo basso e ominoso, scritto e musicato con un contrabbasso elettronico gigante da Hans Zimmer. All’inizio, Claire riesce a scordarsi del suono quando è distratta dalla vita sociale o dal lavoro. Se attorno a lei c’è silenzio e noia, invece, il misterioso rumore regna sovrano. Cosa ancora più inquietante: lo sente solo lei, e il montaggio sonoro gioca con questa distanza dagli altri personaggi, mentre l’insonnia, la paranoia e il disagio crescono. I passi successivi non possono che essere il complottismo, i video su YouTube, le epistassi, la rabbia, la frustrazione, le visioni, le allucinazioni, la psicosi e la follia. La medicina non aiuta, anzi: la diagnosi dell’otorina è di iper-sensibilità ai rumori bianchi dell’ambiente circostante con una conseguente fissazione su toni altrimenti impercettibili, anche a causa di un principio di menopausa e di livelli elevati di ansia e stress. In pratica le dà della matta e le chiede, in affabile medichese, di smetterla di farsi le menate per niente.
Ma The Listeners non sembra una facile allegoria sulle donne che non vengono ascoltate né credute da un mondo costruito a immagine e somiglianza degli uomini. C’è un’altra persona diegetica, infatti, che è nelle stesse condizioni di Rebecca Hall ma non ha le sue stesse gonadi. È uno dei suoi studenti, Kyle, fatalità quello sensibile e intelligente che viene considerato strambo dai colleghi, ma che in precedenza ha dimostrato ottime doti di comprensione del testo, analizzando in classe i complicati amori incestuosi dei Buendía. In un mondo analfabeta, avere un’ottima comprensione del testo significa fondamentalmente essere il messia. La sua strategia per non impazzire è stata mentire alla madre maniaca del controllo e poco comprensiva, e scaricare l’intera discografia di Missy Elliott da tenere sempre in cuffietta. Bravo ragazzo.
L’insegnante e lo studente si confrontano sul ronzio e a sorpresa non diventano i protagonisti di un film sconveniente – non sono io a essere (particolarmente) perverso, è la serie a suggerire che Claire sia lusingata dalle attenzioni di Kyle, sussurrando all’orecchio dello spettatore che forse la vita della professoressa non era così perfettamente inquadrata e soddisfacente come lei la faceva sembrare. Restando su luci non rosse, i due uniscono le forze per cercare di comprendere la cause di questo suono enigmatico e torturatore. C’è diffidenza e c’è disagio fra lei e lui, una strana tensione fatta di non detti e di accettazioni soppresse che rende tutto più difficile, ma la disperazione e l’esasperazione sono più forti.
Il cliffhanger che ci meritiamo alla fine di un pilota teso come pochi è la scoperta che esistono ulteriori altre persone in grado di sentire il ronzio. Un misterioso ospite le ha riunite in un gruppo di auto-aiuto che non lascia presagire nulla su quello che potrebbe essere il prosieguo del racconto – allegorico? Simbolico? Fantascientifico? Letterale?. Quando capita una serie come The Listeners, che nel pilota riesce a costruire una cornice impeccabile e interessante dando giusto due pennellate evocative al quadro vero e proprio, vale quasi sempre la pena di andare avanti e scoprire cosa bolle in pentola.
La serie tv
The Listeners
Drammatico - Gran Bretagna 2024 - durata 45’
Titolo originale: The Listeners
Con Rebecca Hall, Sophie Ashton, Niamh McCann, Scottee, Akai Coleman, Alexander Anderson
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