«Il film parla di una donna morente in un mondo che sta morendo e della persona che decide di accompagnarla nei suoi ultimi giorni. Accompagnare un malato terminale, saper stare accanto, a volte senza dire una parola, è una delle grandi qualità che noi come persone possediamo». Lasciamo che siano le parole dello stesso Pedro Almodóvar - pronunciate alla cerimonia di premiazione della 81ª Mostra di Venezia, mentre riceveva il Leone d’oro per il miglior film - a introdurci il suo La stanza accanto (in arrivo nelle sale italiane il 5 dicembre con Warner Bros.), primo lungo girato in lingua inglese, dopo le “prove generali” con i cortometraggi The Human Voice (ancora con Tilda Swinton, in un assolo basato sul monologo La voce di Jean Cocteau) e Strange Way of Life, western queer con Pedro Pascal e Ethan Hawke. «Credo che dire addio a questo mondo in modo limpido e dignitoso sia un diritto fondamentale di ogni essere umano. Non è una questione politica, ma umana».
Il discorso del regista spagnolo riassume così il suo ultimo lavoro: ci sono due donne - la scrittrice Ingrid (Julianne Moore) e la reporter di guerra Martha (Tilda Swinton), due vecchie amiche, e un “terzo incomodo”, la malattia terminale e la decisione di morire a modo suo. Ma Martha non vuole essere del tutto sola mentre sta per varcare la soglia, chiede che qualcuno la possa accompagnare in questo ultimo viaggio, una persona che possa starle vicino senza giudizi né pressioni, che parli con lei prima di dire addio. Martha ha preparato tutto: si è procurata una pillola letale e ha affittato una meravigliosa villa nel bosco, fuori dalla brulicante New York (ma nella realtà la casa si trova in Spagna, a San Lorenzo de El Escoria, vicino a Madrid, e si chiama Casa Szoke; per le atmosfere, la scenografa Carlota Casado si è ispirata al modernismo americano alla Frank Lloyd Wright).
Le serve solo una compagna fidata che alloggi nella stanza accanto. La trova in Ingrid, che nei suoi libri parla del timore nei confronti della morte - come se potesse avvicinarsi solo attraverso la scrittura romanzata, lo storytelling, la finzione -, mentre nella realtà la respinge, la tiene a debita distanza, fino a quando l’amica non le chiede di aiutarla. E proprio in Ingrid il regista riversa molto di sé, perché anche lui - come molti - fatica a capire e accogliere la mortalità, e dunque il suo personaggio «esce da questa esperienza con un po’ più di coraggio e di disponibilità ad accettare la fine», dice Almodóvar (trovate alcune dichiarazioni del regista e delle due attrici protagoniste nello speciale servizio di Film Tv n. 48/2024, insieme a una Lost Highway sulla rappresentazione della morte al cinema). E allora sì, il nuovo lavoro del cineasta spagnolo parla di morte, eppure è pieno di vita e soprattutto di umanità, perché il suo cuore batte nel rapporto che si costruisce giorno dopo giorno tra le due protagoniste, le impeccabili Julianne Moore e Tilda Swinton, qui in un emozionante passo a due che anima e illumina il film dalla prima all’ultima inquadratura.
Il film
La stanza accanto
Drammatico - Spagna 2024 - durata 110’
Titolo originale: The Room Next Door
Regia: Pedro Almodóvar
Con Tilda Swinton, Julianne Moore, John Turturro, Alessandro Nivola, Juan Diego Botto, Victoria Luengo
Al cinema: Uscita in Italia il 05/12/2024
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta