Che il mondo sia un posto complesso lo si evince dal Giappone, luogo di contraddizioni che quasi sempre alla fine funzionano. Per dire, in Giappone la gente si manda ancora i fax, ma è anche il primo posto che ci viene in mente quando pensiamo a un futuro urbano avveniristico. La contraddizione che ci interessa oggi, però, è quella che vede il Giappone agli ultimi posti nelle classifiche che quantificano la disparità di genere. Ritratto (molto grossolano) di una società rigida e tradizionalista in cui per secoli è stato impossibile (e tuttora è difficile) emanciparsi dai ruoli stereotipati di uomo e donna. Le aspettative sono che l’uomo studi, lavori, provveda e decida per la famiglia, mentre la donna cucina, pulisce, annuisce remissiva e sgrava in silenzio. Niente di nuovo insomma, e niente di estinto. Un grande classico nel curriculum del patriarcato, che la disciplina e l’inerzia giapponesi hanno portato ai massimi livelli.

scena
Lamù: Only You (1983) scena

Che il Giappone sia un posto complesso, poi, lo si evince ancora meglio da Rumiko Takahashi, che prima ha fatto la rivoluzione con Lamù – manga per ragazze che incantava anche i ragazzi in un mercato rigidamente suddiviso per genere ed età – e poi è diventata la prima fumettista giapponese a conquistare i lettori degli Stati Uniti con la bis-rivoluzione di Ranma ½, in pratica un film alla Jackie Chan travestito da commedia romantica farsesca che si prende gioco dall’inizio alla fine delle rigide differenze di genere giapponesi. Non so cosa stai facendo, Giappone, ma come al solito lo stai facendo bene.

" data-credits=
Ranma ½

Poi ai margini ci siamo anche noi italiani eh, che facciamo solo finta di essere sul pezzo per fare bella figura. Tanto che la prima versione anime di Ranma ½ l’abbiamo nascosta (tra la fine degli anni 90 e la prima metà dei 2000) su Europa 7 e su MTV perché, nonostante il manga di Takahashi fosse fra i più celebri e venduti al mondo all’epoca, di certo i cuori pii del pubblico di Mediaset non avrebbero retto a una pruriginosa commedia degli equivoci tanto innocente quanto bislacca, in cui un ragazzo che è anche una ragazza incontra una serie di difficoltà a rapportarsi con la sua promessa sposa.

" data-credits=
Ranma ½

La bella notizia è che Netflix si è prodigata nel distribuire in tutto il mondo il remake prodotto da MAPPA, ovvero gli stessi animatori di cartoni extra popolari come Jujutsu kaisen, L’attacco dei giganti e Chainsaw Man. E basta. Nel senso che non c’è una cattiva notizia. Il remake di Ranma ½ è ottimo, l’adolescenza dei quarantenni è salva e anche i giovani possono godersi la miglior animazione possibile (e ora anche senza capezzoli e senza spacco fra le chiappe) di uno dei prodotti giapponesi d’intrattenimento più divertenti e influenti degli ultimi 40 anni.

" data-credits=
Ranma ½

Ranma ½ – che io leggo Ranma mezzo, ma ci sono anche quelli che dicono Ranma un mezzo e guarda caso sono gli stessi che stasera ordineranno pizza con l’ananas – parla fondamentalmente della storia d’amore con la rincorsa fra due sedicenni. A rendere speciale una sostanza talmente basilare sono i personaggi, come sempre nell’opera di Takahashi (ai titoli già citati aggiungete anche Inuyasha e La saga delle sirene). Qui i due protagonisti sono Ranma Saotome, studente della Scuola di arti marziali indiscriminate, che dopo essere cascato in una delle Sorgenti maledette dello Spirito della montagna del pugno, ogni volta che si bagna con l’acqua fredda si trasforma in una ragazza – viceversa, con l’acqua calda torna ragazzo; e Akane Tendo, terza e ultimogenita di un maestro di arti marziali migliore amico del papà di Ranma, nonché prototipo delle tsundere, personaggi femminili che sono erinni potenzialmente esiziali ma si addolciscono un poco alla volta man mano che prendono confidenza.

" data-credits=
Ranma ½

I genitori di Ranma e Akane hanno deciso, senza chiedere il loro parere, di fidanzarli ufficialmente, perché fra maestri di arti marziali si fa così e perché comunque, nel Giappone degli anni 80, in pochi si ponevano il problema di un matrimonio combinato dalle famiglie. Ranma, adolescente arrogantello e con la miccia corta, vorrebbe continuare a viaggiare per allenarsi e non è certo interessato a una ragazza. Akane, a sua volta fortissima studentessa di arti marziali, odia indiscriminatamente (quasi) tutti gli uomini e non si fa problemi a sconfiggere a calci in fazza gli innumerevoli pretendenti che ogni mattina la sfidano a singolar tenzone all’entrata di scuola. Poi ci sono i papà, le sorelle, i chiropratici, le nemesi senza senso dell’orientamento e i maialini nani, i rivali in amore, gli spasimanti e le spasimanti di Ranma a seconda della temperatura dell’acqua, le ginnaste crudeli e i maestri di kendo. Come era successo con Lamù – dove peraltro già c’era un personaggio, Ryunosuke, costretta dal padre a vestirsi e comportarsi da uomo – Takahashi crea e dà vita un campionario di personaggi (più che di situazioni) vorticoso, colorato e divertente, che gioca spensieratamente con i tabù degli stereotipi di genere e porta a casa il risultato meglio di tante omelie formalmente impeccabili.

Autore

Nicola Cupperi

Scrive per FilmTv perché gliel'ha consigliato il dottore. Nel tempo libero fa la scenografia mobile. Il suo spirito guida è un orso grigio con le fattezze di Takeshi Kitano.