Emerge in modo flagrante in The Penguin l’atteggiamento ambivalente che l’industria hollywoodiana e i suoi conglomerati (come, in questo caso, HBO dentro Warner-Discovery) hanno nei confronti dei fumetti di supereroi. Certo, materiale da cinecomix (si spera) di successo, però da maneggiare con attenzione nella serialità prestige, provando a spogliarlo degli elementi ritenuti più grossier (i costumi, in primis, e poi l’adamantina chiarezza della contrapposizione bene-male) e a traghettarlo verso generi, matrici e declinazioni più rispettabili. Peraltro, l’universo narrativo di Batman, soprattutto il bestiario dei suoi villain, si presta a meraviglia a questo tipo di operazioni, anche al cinema, come dimostra la trilogia di Christopher Nolan, ma anche quella (in corso) di Matt Reeves, che, appunto, è l’origine diretta della miniserie dedicata al Pinguino, già intravisto in The Batman e ora esplorato, subito dopo la fine di quel film, nella sua ambiziosa e spietata ascesa criminale a Gotham, in un pericoloso gioco a tre con i clan rivali dei Falcone e dei Maroni per il controllo di una nuova super-droga.

Colin Farrell
The Penguin (2024) Colin Farrell

Oswald “Oz” Cobb, piccolo malavitoso vilipeso con il soprannome di “Pinguino” (per una vistosa zoppia che lo costringe a camminare basculante, un tratto magnificamente reso da un Colin Farrell irriconoscibile sotto il make-up prostetico), è una sorta di antieroe da tragedia shakespeariana (eccola qui la cultura che tanto piace alla serialità prestige) calato in un gangster movie cupissimo dove nessuno si salva dall’abisso, un Macbeth che s’è pure imparato alla perfezione la parte di Jago, pronto a tradire tutto e tutti (l’amicizia, la famiglia, l’amore) per far sì che si realizzi il proprio destino di signore assoluto della malavita di Gotham. Ma gli tiene testa Sofia Falcone (Cristin Milioti, strepitosa, una vera rivelazione), rampolla spezzata del suo clan, internata dal padre per anni in manicomio per coprire una storiaccia di famiglia e, una volta uscita, decisa a vendicarsi di tutti (Oz compreso), con una furia distruttiva quasi dadaista che emerge appieno nel quarto episodio, un viaggio senza sconti nel suo inferno presente e passato.

Cristin Milioti
The Penguin (2024) Cristin Milioti

Dietro questo scontro al calor bianco, sviluppato da Lauren LeFranc con tutti gli ingredienti del genere (facce incluse, come quelle di Clancy Brown e Michael Kelly) e una forma visiva d’intossicante oscurità, The Penguin mette in scena un mondo di personaggi perduti in preda a rimpianti, rimorsi e rancori, costantemente ripiegati sul passato rivissuto come un’eterna maledizione e sui propri peccati originali (Oz ha fatto morire i due fratelli per avere la madre tutta per sé in un rapporto quasi incestuoso, Sofia è la figlia cadetta sempre accantonata nel clan perché femmina). Allora non resta che rifugiarsi nei ricordi, spesso fallaci, nei vecchi film (noir, ovviamente, come Gilda), persino nella follia. Vincerà, alla fine, chi avrà meno scrupoli e saprà far emergere di più il proprio lato bestiale, in una chiusa nerissima dove, a mo’ di tenue speranza e come rilancio per il franchise, il cielo s’illumina del bat-segnale. Ma a Gotham si annunciano notti nero pece nelle quali sarà bello smarrirsi.

Autore

Rocco Moccagatta

Studiava giurisprudenza, ma andava più spesso al cinema di quanto avrebbe dovuto. Dopo l'università, fa la cosa giusta e comincia a occuparsi davvero di film, persino professionalmente. Oggi lo insegna pure, il cinema, in IULM e in altre università del regno, soprattutto il cinema classico e il cinema dei generi popolari, la sua passione da sempre. Per campare guarda anche molta televisione, visto che lavora come scenarista e analista dei media presso la factory di media research Neopsis. Ha scritto e scrive da tante parti, da Duel/Duellanti a Marla, da Ottoemezzo a L'officiel Homme.

La serie tv

locandina The Penguin

The Penguin

Poliziesco - USA 2024 - durata 66’

Titolo originale: The Penguin

Creato da: Bill Finger, Bob Kane

Con Colin Farrell, Nadine Malouf, Marié Botha, Con O'Neill, Daniel J. Watts, Will Fitz