Quando si parla di sitcom, ogni categoria critica che dovrebbe aiutare a scegliere i migliori episodi di una serie beneamata va un po’ a ramengo. La precipua ragion d’essere delle sitcom è quella di creare situazioni all’interno delle quali si muovono personaggi conosciuti e/o famigerati: lo scontro fra i due elementi e le dinamiche che si creano tra loro fa nascere la commedia, molto più dello sviluppo orizzontale della storia. In questo caso, parlare di episodi preferiti significa quasi sempre scegliere tra i momenti migliori dei personaggi a cui più ci siamo affezionati. Tutta pancia e cuore, poca testa. A maggior ragione se si pesca dai 204 episodi della versione USA di The Office, che a parte rari riempitivi e le ultime due stagioni azzoppate dall’assenza di Steve Carell, ha sempre mantenuto un livello insensatamente alto. Riuscendo, per l’appunto, ad azzeccare quel perfetto centro di equilibrio comico tra situazioni e personaggi. The Office è – testa, pancia e cuore concordano – la migliore sitcom quantomeno di nuovo millennio. Il suo lascito più evidente è quello di aver normalizzato per milioni di spettatori uno dei linguaggi comici più umani che esistano, il cringe. E non c’è niente di più cringe che auto-costringersi a isolare solamente 5 episodi di una serie in cui ci sono almeno 6 puntate a stagione che andrebbero scolpite a memoria. E ci limitiamo a 6 solo perché la prima stagione non ne aveva di più.
I 5 migliori episodi di The Office
Stagione 3 Episodio 9: La prigione
L’ufficio sta ritrovando il proprio equilibrio dopo l’accorpamento con la filiale di Stamford e il ritorno di Jim. Per mettere tutti a proprio agio, Michael si esibisce nella versione più realisticamente imbarazzante e inappropriata di Senti chi parla. Non contento, quando scopre che tra i nuovi colleghi c’è un ex carcerato insiste per risolvere hic et nunc il problema degli stereotipi e del razzismo, esibendosi in una spettacolare sventagliata di progressismo a pappagallo da persona che cerca di fare bella figura e costringendo l’ex galeotto a una disagevole conferenza stampa con i colleghi (“Mi sono fatto spiegare tre volte il motivo per cui è stato in carcere, perché assomiglia molto a quello che faccio qui ogni giorno”, dice Kevin). In questo episodio – scritto dai creatori dell’originale inglese Ricky Gervais e Stephen Merchant – c’è tutta l’essenza comica e umana di Michael, ma c’è anche Prison Mike in bandana che educa sull’ingratitudine e sui Dissennatori che fanno la guardia alle gattabuie.
Stagione 5 Episodio 13: Sollievo dallo stress
Questa puntata doppia vince quasi sicuramente il premio per il miglior incipit di tutta la serie. Scocciato dal fatto che nessuno dei colleghi abbia prestato attenzione al suo prezioso corso antincendio, Dwight decide, senza avvisare nessuno, di organizzare un’esercitazione pratica che finisce in tragicommedia. La cagnara provoca un lieve infarto a Stanley, il conseguente corso di massaggio cardiaco a ritmo di Stayin’ Alive in cui Dwight omaggia Hannibal Lecter, e un momento di introspezione (forzata) per Michael, che realizza di essere la causa di tutto lo stress che ammanta l’ufficio. Per sfogare la tensione, organizza un evento obbligatorio di roast aziendale, durante il quale tutti i dipendenti hanno il compito di prenderlo in giro. Non andrà bene, ma confermerà una volta di più che, in Michael Scott, incompetenza e passione viaggiano indissolubilmente abbracciati.
Stagione 6 Episodio 1: Gossip
Il cold open più sinteticamente rappresentativo del nostro mondo e più facilmente memabile: Michael, Dwight e Andy si appassionano a una moda vecchia di un lustro, il parkour, e sono certi di essere in grado di praticarla perché ne ripetono convintamente e ripetutamente il nome ad alta voce. Gossip è uno dei migliori esempi di The Office su come vada scritta una puntata che sia funzionale e anche memorabile. L’episodio non riparte immediatamente dal cliffhanger con cui si era conclusa la stagione precedente – Pam che si ritira dal tradizionale torneo interaziendale di pallavolo dopo aver ricevuto una chiamata dal suo dottore – ma sfrutta le idiosincrasie di Michael per arrivarci solo dopo aver coinvolto tutto il cast. Scott si sente escluso dal chiacchiericcio d’ufficio, e quando viene a sapere che (forse) Stanley mette le corna alla moglie, decide di spargere la voce per sentirsi al centro dell’attenzione. Poi, quando Jim lo rampogna, ci rimane male e per appianare la questione decide di diffondere un ufficio un pettegolezzo per ogni dipendente. Quello di Pam è che è incinta. Solo che Pam è davvero incinta. E solamente dopo venti minuti di risate possiamo fare l’AAAW che ci meritavamo.
Stagione 1 Episodio 2: Integrazione
Gli amici di The Office USA ci hanno messo la pochezza di due episodi a tranquillizzare i sedici nerd conterranei che, all’epoca, temevano il peggio. Ovvero che, estratta dal pessimismo nichilista europeo in cui era intinto l’originale inglese, questa versione venisse fuori un’idiozia innocua per andare incontro alle ridotte capacità cognitive degli spettatori statunitensi. Niente di più falso. Quando la Dunder Mifflin organizza il Diversity Day per ricordare a tutti i dipendenti l’importanza della tolleranza interpersonale sul posto di lavoro, Michael non concorda con i metodi del formatore appositamente mandato dai piani alti, il signor Brown, e prende in mano la situazione nel peggior modo possibile: con la buona volontà di un insipiente ignorante che nessuno dei presenti ha l’autorità per contraddire. Per sciogliere il ghiaccio, Michael chiede a tutti di condividere l’etnia da cui sono più attratti sessualmente. Poi organizza un gioco in cui assegna una nazionalità a ciascuno dei presenti, che devono indovinarla a seconda delle conversazioni che avranno con gli altri. Fortuna che, nella vita, ogni tanto esistono gli schiaffi.
Stagione 4 Episodio 13: A cena da Michael
Come detto sopra, sotto, a destra e a manca, The Office è un (il?) capolavoro del cringe fin dalla sua prima puntata. Ma la certezza definitiva, quella per davvero scientifica, è stata vidimata quando è uscito A cena da Michael. D’altronde cosa può esistere di più imbarazzante e disagiante di un superiore che ti invita a cena a casa sua come se foste amici? Un superiore che ti invita a cena a casa sua come se foste amici per mettere in mostra il rapporto di coppia più disfunzionale e passivo-aggressivo (ma solo temporaneamente) di sempre. Non c’è nulla di fuori posto in questo episodio in cui Michael e Jan fanno a gara a chi mette più a disagio i loro ospiti – e stanno vincendo entrambi. Nulla che non faccia accapponare la pelle dalle risate: la tv al plasma da 200 dollari, le pareti bianco uovo, il treppiede per i filmini osé casalinghi in bella vista, l’ossobuco che deve brasare tre ore “Tanto in Spagna a volte mangiano a mezzanotte”, il secondamento legnoso del vino rosso, l’album di un ex collega cantautore che racconta la relazione sessuale con la padrona di casa, gli zic zac zic zac ai dotti deferenti di Michael. Verrebbe da dire michelangiolesco.
La serie tv
The Office (US)
Commedia - USA 2005 - durata 22’
Titolo originale: The Office (US)
Creato da: Greg Daniels, Ricky Gervais, Stephen Merchant
Con Steve Carell, Rainn Wilson, John Krasinski, Jenna Fischer, Leslie David Baker, Brian Baumgartner
in streaming: su Amazon Prime Video Netflix Netflix basic with Ads
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta