Sono disponibili su MUBI tre film di Luis Buñuel, dell’ultimo periodo, quello di maggiore disincanto generale e messa a frutto della lezione del surrealismo. La via lattea, 1969, ripercorre quella che oggi è diventata meta turistica selezionata, il cammino di Santiago, in Spagna, in cui ogni stazione tocca un dogma, una questione portante per il cristianesimo cattolico, saltando qua e là nei secoli, dal Medioevo a oggi, in puro gusto surrealista, appunto. Un esercizio per tutti voi: c’è una sequenza, nel film, che Stanley Kubrick riprenderà pari pari in Barry Lyndon, e di cui nessuno a quanto mi risulta se n’è finora accorto. Un suggerimento? È una scena ambientata sulle sponde di un fiume e, in entrambi i film, introduce a un cambiamento di stato dei personaggi.
Il fascino discreto della borghesia, 1972, riguarda un appuntamento conviviale continuamente interrotto, secondo la logica dei sogni, da parte di un gruppo di personaggi esemplari della classe sociale in questione. Il terzo film, Quell’oscuro oggetto del desiderio, 1977, nel raccontare di un maturo gaudente perdutamente innamorato di una giovanissima fanciulla, si conclude con l’attentato di un gruppo terroristico, a metà tra un ipotetico estremismo cattolico e insieme di sinistra (la migliore risposta all’ansia di compromesso storico che da tempo imperversa nei film italiani), che tutto sconvolge, i protagonisti, le strade, lo schermo intero. Tutti e tre i film sono scritti con Jean-Claude Carrière, con cui Buñuel condivideva la cultura cattolica, le origini mediterranee e, sono parole dello stesso Carrière, la passione per il vino, che non li ha mai abbandonati durante i vent’anni abbondanti del loro rapporto.
Per La via lattea esisteva allora una sola parola d’ordine, “eresia”, di cui è stato saccheggiato il corpus testuale corrispondente, per arrivare al soggetto del film, che Carrière ha sempre ammesso come assolutamente «indefinito». Anche Il fascino discreto della borghesia aveva quale tema base un gruppo di amici che si accingono a mangiare, senza tuttavia mai giungere alla stesura di un soggetto chiaro, con l’obiettivo di restare sospesi tra il plausibile e l’implausibile, senza arretrare nel piatto realismo o invadere il non-senso gratuito. Cosa non facilissima, confidava Carrière, che ha anche rivelato come lo schema narrativo consistesse nel cominciare e seguire colui il quale interveniva a interrompere il pasto degli altri, per il semplice motivo che forse costui aveva qualcosa da raccontare, ed era quindi necessario procedere e verificare: un principio narrativo, commentava, mai utilizzato prima, contro tutte le convenzioni. Il tema generale della discussione tra i due autori era infatti quello del rapporto, nella società borghese, tra ordine e disordine e, una volta ammesso il disordine totale, l’eventualità che questo andasse diligentemente seguito, fino alla fine. Il tema del surrealismo, qui e oggi, una volta ancora.
Luis Buñuel su MUBI
La via lattea
Commedia - Francia 1969 - durata 102’
Titolo originale: La voie lactèe
Regia: Luis Buñuel
Con Paul Frankeur, Laurent Terzieff, Alain Cuny, Edith Scob, Pierre Clementi
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Il fascino discreto della borghesia
Grottesco - Francia 1972 - durata 97’
Titolo originale: Le charme discret de la bourgeoisie
Regia: Luis Buñuel
Con Jean-Pierre Cassel, Fernando Rey, Delphine Seyrig, Bulle Ogier, Stéphane Audran, Paul Frankeur
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Quell'oscuro oggetto del desiderio
Grottesco - Francia 1977 - durata 110’
Titolo originale: Cet obscur objet du désir
Regia: Luis Buñuel
Con Fernando Rey, Angela Molina, Carole Bouquet, Julien Bertheau
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