Nato sul finire preciso del 2000, il 31 dicembre a Rho, in prossimità di Milano, Matteo Oscar Giuggioli, oggi 23 anni e trapiantato a Roma, ha le idee chiare e pronte, è una roccaforte di tenacia. Eppure in Billy di Emilia Mazzacurati, suo primo film da protagonista – e con tutte le probabilità a oggi la sua miglior interpretazione – indossa alla perfezione le fragilità, le malinconie, l’incerto affacciarsi da una nuvoletta sul mondo reale. Ha una faccia da cinema, Giuggioli, un temperamento da divo indolente, è credibile come migliore amico weird quanto come interesse amoroso per cui perdere clamorosamente la testa, due ruoli archetipici per il teen movie che coesistono nel suo Tom in Succede, gioiellino di Francesca Mazzoleni fresco e struggente da riscoprire e valutar in men che non si dica. Adesso, Giuggioli è una metà della mela degli 883 nella miniserie di Sydney Sibilia Hanno ucciso l’Uomo Ragno - La leggendaria storia degli 883, e abita gli anni 90 con un’effervescenza casual che ne ribadisce la duttilità.

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Matteo Oscar Giuggioli

QUESTIONARIO

  1. Come è avvenuta la tua educazione alle immagini: tv, cinema o piattaforme?
    Ho sempre guardato molti film in televisione, soprattutto insieme a a mamma e nonna, grandi appassionate di cinema. La passione l’ho ereditata da loro. Ricordo addirittura che a un certo punto, quando avevo all’incirca dieci anni, nemmeno riuscivo a dormire se non vedevo qualcosa. Comunque penso di aver sempre aver avuto una predisposizione per le immagini, anche a scuola, quando studiavo Storia, mi aiutava possedere una memoria fotografica.

  2. La folgorazione per la recitazione: come è scattata e perché?
    In prima liceo, quando mi sono iscritto al primo corso extrascolastico di teatro, a Rho. È stata davvero una folgorazione perché, sai, quello teatrale è un ambiente dove se hai un bravo insegnante riesci a raggiungere la libertà dal giudizio altrui, che io ho sempre sentito e invece quello recitativo era uno spazio neutro dove potevo essere quel che volevo. Fra l’altro, lì più mi liberavo meno venivo giudicato, mentre di solito avveniva il contrario. Poi mi piacevano le persone che sul palcoscenico si muovevano senza pensarci, semplicemente ascoltando la propria fisicità: il linguaggio del corpo mi ha sempre attirato molto.
    Matteo Oscar Giuggioli
    Vostro onore (2022) Matteo Oscar Giuggioli


  3. Come sei arrivato a fare questo mestiere?
    Ho fatto appunto due anni di teatro, poi ho iniziato con i provini, in realtà però sono stato preso per il mio primo film tramite un percorso non consueto: Francesca Archibugi cercava nei licei di Milano i protagonisti di Gli sdraiati, e sono stato “scovato” così anche per Succede. Da principio diciamo che c’è stato un bell’investimento da parte di mia madre che ha creduto fin da subito nel mio desiderio, permettendomi tante di quelle volate fino a Roma in treno... 

  4. Quali sono le differenze che hai riscontrato maggiormente fra il set televisivo e quello cinematografico?
    Sono sempre meno convinto che ce ne siano davvero, di differenze, tra televisione e cinema, perché non dipendono mai dal contenitore bensì dalla sensibilità degli autori, dal tempo e naturalmente dal budget della produzione. Molto spesso ti ritrovi in dinamiche alla Boris, altre volte c’è più tatto, un aiuto per la concentrazione. Durante le riprese di una serie mi è capitato di girare anche solo uno o due take, in linea generale in tv si corre di più, c’è un po’ più di cinismo aziendale, molte volte si punta al prodotto ma non lo dico in senso giudicante, è un dato di fatto. Però bisogna esser pronti per adeguarsi a quei tempi, a fare il maratoneta come il centometrista.
    Matteo Oscar Giuggioli
    Succede (2018) Matteo Oscar Giuggioli


  5. Leggi riviste, cartacee e/o online, di critica cinematografica?
    Non me ne interesso particolarmente, seguo Mario Manca, per farti un nome, ma appunto non è una mia procedura standard, perché in realtà non guardo neanche i trailer. Vado spesso ai cineforum, ce n’è uno vicino casa e rosico moltissimo quando il critico o moderatore spiattella la trama prima della proiezione... Io spesso guardo quello che mi ispira, non sono granché bravo a programmare, mi annoia. E gli interventi in apertura spesso ti influenzano, il fiume di pareri in generale, per esempio sono andato a vedere Joker: Folie à Deux e già partivo con l’idea che era un film di merda... Un po’ come succede quando in sala la gente ride, ti suggestiona, hai più la sensazione che il film sia divertente. In generale comunque trovo ci sia al momento una vera e propria bulimia di opinione.

  6. Come ti approcci alla storia del cinema? L’hai esplorata da autodidatta o seguendo una logica più accademica?
    Da autodidatta, anche in questo caso posso dire di averla ereditata perché casa mia è un ripostiglio di dvd e io a un certo punto li ho spulciati tutti. In generale, come è valso per la scuola, il mio percorso educativo l’ho affidato a me stesso, perché ho fatto sempre molta fatica a star dentro le misure – anche se sono utilissime – e pure per quel che riguarda la cultura cinematografica posso dire lo stesso: me la sono costruita per gradi, sono molto fiero di essere una persona curiosa e questa curiosità mi ha portato a volermi circondare di persone che la stimolassero.
    Matteo Oscar Giuggioli
    Vostro onore (2022) Matteo Oscar Giuggioli


  7. Come descriveresti il tuo metodo d’attore?
    Dipende se mi approccio a un lavoro di fantasia oppure se è un personaggio reale quello che devo ritrarre. Mauro (Repetto, ndr) di Hanno ucciso l’Uomo ragno esiste, quindi mi sono documentato, ho guardato video, mi sono avvicinato sempre più a lui comprendendo i punti in comune con la sua personalità. Ho appena terminato una masterclass alla Old Vic Theatre School, per capirci quella di Olivia Colman, Jeremy Irons, Daniel Day-Lewis, lì c’è un metodo se vuoi anche un po’ cinico, si punta sulla soppressione del sentimento, il lavoro è tutto sul corpo. Su otto ore giornaliere di lezione sei erano concentrate sul corpo, le ultime due sul testo; mentre i sentimenti sono considerati una conseguenza del corpo, un po’ come nella biomeccanica teatrale, perché tutto parte dal fisico e in questo loro credono molto. Per il momento perciò il mio metodo è questo, poi, al di là delle pippe, bisogna capire veramente il personaggio. Non so, per dire, interpreti Capitan Uncino: devi capire perché è così arrabbiato e perché gli sta sui coglioni Peter Pan, devi entrarci in empatia. Penso al lavoro che ha fatto Luca Marinelli col Duce in M. Il figlio del secolo o Jim Carrey con Andy Kaufman in Man on the Moon... Va capito il perché di quella follia, invece nel caso di un personaggio finzionale devi trovare un elemento che ti permetta di costruire nella fantasia.

  8. Dimmi tre registi senza i quali non puoi vivere e tre interpreti che ti hanno formato.
    Registi: Paul Thomas Anderson, Pietro Marcello, Paolo Sorrentino. Attori: Daniel Day Lewis, Luca Marinelli, Meryl Streep.
    Matteo Oscar Giuggioli
    Succede (2018) Matteo Oscar Giuggioli


  9. Condividi un ricordo da un set che hai particolarmente a cuore.
    Mentre stavamo girando una scena del quinto episodio di Hanno ucciso l’Uomo ragno ci trovavamo in una casa a Milano, e succede che io ed Elia (Nuzzolo, ndr) abbiamo la stessa idea nello stesso momento. Questo dice molto della sintonia, dell’armonia, dell’alchimia fra di noi. Ci stimiamo moltissimo. E in particolare da quel momento lì abbiamo iniziato davvero anche a giocare, all’inizio eravamo piuttosto in ansia ma dopo questo clic ci siamo mossi in discesa.

  10. Qual è il tuo film della vita?
    Registicamente ti dico Martin Eden, Lazzaro felice, Torneranno i prati, diretti fra l’altro da altri tre registi che stimo moltissimo. Però, interpretativamente, quello che mi ha fatto dire “okay, è così che si fa”, è The Master. E poi ti devo citare un film incredibile: Nowhere Special di Uberto Pasolini, scuola inglese purissima, il protagonista, James Norton, non piange mai, trattiene, e questo ti fa commuovere ancora di più. Invece noi abbiamo la retorica della lacrima di cristallo. Infine, un film che mi pare sia piaciuto a pochissimi:  di Tom Ford.

Autore

Fiaba Di Martino

Fiaba Di Martino è nata nel 1991, a un passo dal cinema Arcadia di Melzo, sua seconda casa e tempio irrinunciabile; è diplomata alla Scuola Civica di Cinema e Televisione Luchino Visconti di Milano (indirizzo scrittura cinetelevisiva) e si occupa dal 2016 di giornalismo e critica cinematografica per il settimanale cartaceo Film Tv e relativo sito web. Ha lavorato per MyMovies e Best Movie, collabora con Tv Sorrisi & Canzoni e con Gli Spietati. Insieme a Laura Delle Vedove nel 2016 ha scritto la monografia Xavier Dolan – Il sentimento dell'invisibile (Sovera Edizioni) e dal 2023 cura per il Cinema Farnese Arthouse di Roma le rassegne Arthouse Award e Nuova onda.

Filmografia ragionata & commentata

locandina Succede

Succede

Drammatico - Italia 2018 - durata 94’

Regia: Francesca Mazzoleni

Con Margherita Morchio, Matilde Passera, Matteo Oscar Giuggioli, Brando Pacitto, Francesca Inaudi, Giampiero Judica

Al cinema: Uscita in Italia il 05/04/2018

in streaming: su Apple TV Amazon Video Google Play Movies Rakuten TV Timvision

«Un lavoro bellissimo: per due settimane ci siamo chiusi a teatro io, Margherita (Morchio, ndr), Francesca e Claudia Coli, per lavorare sul raggiungimento di un'armonia tra me e Marghe. Un'esperienza che ci ha dato l'opportunità effettiva di legarci, così che quando guardi i due personaggi, Meg e Tom, credi alla loro storia. Francesca è una delle registe più fighe della sua generazione, e ha questa capacità di mettere sotto la sua personalissima cupola quello che racconta, grazie a lei sembra sempre tutto magico. Nel film questo effetto è dato anche dalla selezione musicale, che risuona ovattata, come un abbraccio. Ho imparato moltissimo da lei e da Margherita Morchio, che è penso la miglior attrice con cui ho lavorato, dovrebbe comparire in ogni film!».
locandina Billy

Billy

Drammatico - Italia 2023 - durata 97’

Regia: Emilia Mazzacurati

Con Matteo Oscar Giuggioli, Carla Signoris, Giuseppe Battiston, Alessandro Gassmann, Benedetta Gris, Roberto Citran

Al cinema: Uscita in Italia il 01/06/2023

in streaming: su Amazon Video Google Play Movies Apple TV CG Collection Amazon channel

«Un film dolcissimo, che è la fotocopia di Emilia. Per Billy ho preso tantissime volte la macchina per andare a provare con lei, poi in un secondo momento è arrivato Alessandro (Gassmann, ndr), un attore generosissimo. Questa è un'opera prima piena di talento, che avrebbe meritato un destino migliore. Ha un modo di raccontare le cose che in Italia non ha nessuno, è un film morbido, in ascolto, e quindi raro da trovare nel nostro panorama. E a proposito di metodo: ho capito il personaggio di Billy quando ho capito Emilia! Questo è poi un film che secondo me lavora ottimamente sull'aria che la malinconia dà alle cose. Ci sono posti che non capisci perché siano malinconici, e che tuttavia lo sono; lei è riuscita a far respirare questa dimensione inserendola nel film... Ha messo un sapore sullo schermo. Se riesci a fare una cosa del genere sei un regista, uno chef, uno psicologo!».
locandina Suspicious minds

Suspicious minds

Commedia - Italia 2023 - durata 80’

Regia: Emiliano Corapi

Con Thekla Reuten, Francesco Colella, Matteo Oscar Giuggioli, Amanda Campana

Al cinema: Uscita in Italia il 30/11/-0001

«Che sballo questo film, uno dei miei preferiti tra quelli che ho girato. Un lavoro intelligentissimo, con una grandissima penna: Emiliano, oltre a essere a un regista eccellente, è uno sceneggiatore eccellente. Ti porta a dimenticare alcuni particolari durante la visione, e quando poi saltano nuovamente fuori ti dici: “Ma come ho fatto a non vederli?”. Ho avuto questa sensazione quando ho letto il copione, e si è poi rinnovata quando ho visto il film. Fra l'altro c'è un grande cast, Francesco Colella in primis, noi due abbiamo fatto un sacco di cose insieme, e qui lui è gigantesco... Sai, io mi accorgo che un film è davvero figo quando capisco che può arrivare, se i miei amici che non sono “abituati” al cinema lo apprezzano – intendo dire che sono persone che non ci vanno spesso e quindi non sono soliti guardare certi film, non hanno magari una sensibilità sviluppata... C'è da dire che capita molte volte che vai a teatro e dici “che palle” perché è uno spettacolo ombelicale, fatto per chi fa il teatro! D'altronde abbiamo smesso di scrivere in latino e abbiamo iniziato a scrivere in volgare proprio per farci comprendere da tutti».