Come “abitano” bene questi criminali di nuova generazione, che muovono affari da venti milioni di euro senza mai maneggiare una banconota, se non per elargire laute mance a cameriere piacenti. E di quanto design si circondano. All’inizio di The Counselor, quando Michael Fassbender e Penelope Cruz amoreggiano sotto le lenzuola in casa dell’uomo, su un comodino fa bella mostra di sé una lampada Ray Table, disegnata nel 2007 da Rodolfo Dordoni per Flos; più avanti si vedrà come il buon gusto del protagonista lo abbia spinto ad acquistare anche una Taccia, creata sempre per Flos da Achille e Pier Giacomo Castiglioni nel 1962.

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Dopo pochi minuti entra in scena il capolavoro, la casa in cui vive il Reiner interpretato da Javier Bardem, che tiene sulle proprie gambe Cameron Diaz; entrambi sono seduti su una Egg Chair, la poltrona sviluppata da Arne Jacobsen per Fritz Hansen nel 1958, tra le massime espressioni del design scandinavo. Nel grande soggiorno c’è spazio anche per un’altra celeberrima lampada, il modello Arco (ancora Achille e Pier Giacomo Castiglioni per Flos, 1962) e per dei costosissimi altoparlanti Meridian.

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Della splendida casa di Reiner si vedrà solo il living affacciato sull’esterno, ed è un peccato. Perché quell’ambiente appartiene alla straordinaria Skywood House, che Graham Phillips – per oltre 20 anni capo progetto e amministratore delegato dello studio di architettura Foster & Partners – concepisce nel 1998 in Denham, Buckinghamshire, appena fuori Londra, per viverci con la moglie. Poco noto se non dagli addetti ai lavori (provate a cercare il suo nome su Google e vedrete che penuria di risultati), Phillips realizza un’opera magnifica, che – ispirata ai lavori di colleghi del calibro di van der Rohe,  Luis Barragán e Philip Johnson – diventa ambito set (anche) per un celebre spot, quello del Va Va Voom della Renault con Thierry Henry, e si merita una (lussuosissima, costosissima) monografia edita da Thames & Hudson.

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Per descrivere la Skywood, copio parte della relazione di progetto pubblicata sul numero 677 di Casabella, anno 2000: “Dopo anni di ricerche nei dintorni di Londra, abbiamo individuato finalmente un sito straordinario: un’incolta area boschiva di circa due ettari, con grandi, vecchi rododendri e una casa pronta per la demolizione. [...] Benché quella di partenza fosse creare una ‘scatola di vetro nel bosco’, questa idea si è poi sviluppata e all’acqua è stata attribuita una funzione di tutto rilievo, allo scopo di “smaterializzare” il rapporto tra spazi esterno e interno e consentire la realizzazione di una serie di ambienti esterni destinati a usi diversi. [...] La casa è volutamente liscia e pura, per esaltare la semplicità della sua forma. Non vi sono porte di garage, finestre, tubature, grondaie o altri elementi che potrebbero distrarre la vista; l’ingresso di vetro, privo di telaio, si identifica subito ma non dà nell’occhio. [...] Il carattere minimalista dell’insieme instaura un contrasto ricco di implicazioni con l’antico e ricco paesaggio. Due parallelepipedi puri di vetro, privi di intelaiature, individuano le zone giorno e notte della casa. Una parete di vetro alta tre metri orientata a est separa la zona letto, dove si trovano quattro camere doppie, dotate ciascuna di bagno proprio. Anche i rubinetti e il bollitore dell’acqua in cucina scompaiono dietro pannelli scorrevoli quando non vengono usati. [...] L’obiettivo era di costruire una ‘casa di vetro’ in un bosco, ‘magica’, ‘smaterializzata’ sia di giorno che di notte”.

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Nello straordinario noir di Ridley Scott, la costruzione è rivelata in una lunghissima sequenza di dialogo fra Reiner e il procuratore del titolo: la sua trasparenza rievoca quella dei diamanti visti in una scena precedente, quella in cui il gioielliere Bruno Ganz mostra le preziose pietre a Fassbender che intende acquistarne una per chiedere la mano alla sua amata.

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Nel film, però, la realizzazione di Phillips è “mascherata” (e la sua purezza parzialmente svilita) per farla apparire una casa messicana: una grande parete è dipinta di viola mentre il giardino vista lago originale è nascosto da una successione di enormi vasi di cactus. La sua trasparenza però non è messa in discussione, e riflette la sicumera un po’ stolida del personaggio di Bardem, certo di stare coinvolgendo il procuratore in un traffico che li arricchirà entrambi.

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Le finestre a tutta altezza del soggiorno hanno profili minimi, e a essere trasparente è anche una libreria interamente in vetro attraverso cui si vede una parete esterna di pietre a vista. Si ritorna al medesimo spazio dopo circa un’ora e mezza in cui tutto è cambiato, e in cui il destino dei due uomini è appeso a un filo. Il “counselor” dice addirittura espressamente a Reiner di non sentirsi a suo agio in quell’ambiente, tanto che questi lo porta con sé in giardino.

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La nitidezza non riflette più il loro stato d’animo, non può aiutarli, e Scott, con intelligenza registica superiore, li riprende durante la concitata discussione stavolta stagliati contro la parete viola, la cui ‘impenetrabilità’  annulla qualsiasi possibilità di lasciare vagare lo sguardo. Appena dopo si passa a un primissimo piano di Fassbender che fissa terrorizzato le spine di un cactus, come se presentisse quel peggio che dovrà ancora arrivare (e che arriverà puntuale di lì a breve).

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Skywood, “la casa capace di trasformare lo stile di vita in un’opera d’arte”, come è stata definita, diventa la premonizione di un incubo. La “casa di vetro” in un bosco, “magica”, “smaterializzata” sia di giorno che di notte, acquisisce una sinistra concretezza: quella di un male che non perdona e che non prevede scampo. Quello che non conosce il significato della bellezza o, se lo conosce, è lì pronto a calpestarlo.

Autore

Andrea Pirruccio

Si laurea in Storia e Critica del Cinema a Torino. Da oltre 20 anni fa parte della redazione della rivista Interni e dal 2022 collabora al dizionario Il Mereghetti. Da quanto ricorda, frequenta le sale da sempre, ma fa risalire il proprio imprinting cinematografico a un pomeriggio domenicale di tanti anni fa, quando i suoi genitori pensarono bene di portarlo a vedere 1997: Fuga da New York e, quando si accorsero che il film era stato sostituito da Pierino medico della SAUB, decisero di entrare lo stesso.

Il film

locandina The Counselor - Il procuratore

The Counselor - Il procuratore

Thriller - USA, Gran Bretagna 2013 - durata 111’

Titolo originale: The Counselor

Regia: Ridley Scott

Con Michael Fassbender, Penélope Cruz, Javier Bardem, Cameron Diaz, Brad Pitt, Bruno Ganz

Al cinema: Uscita in Italia il 16/01/2014

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