Togliamo subito di mezzo lo stereotipo per cui i film o le serie tratti dai romanzi debbano essere apprezzati solo in misura di quanto hanno saputo illustrare i contenuti del libro, come se questi fossero semplicemente dei messaggi dentro una bottiglia. Un riadattamento è un oltrepassare, una reinvenzione della storia di partenza, una vita seconda e altra che non necessariamente, per essere vera, deve solo ricalcare un modello, anzi.
E così la terza stagione del ciclo L’amica geniale, tratto dalla tetralogia omonima di Elena Ferrante, e in particolare dal penultimo volume Storia di chi fugge e di chi resta, riprende e tradisce, come è vitale che accada, raccontando i fatti avvenuti tra il 1968 e il 1976 alle due protagoniste della storia raccontata da Lenù - che è l’unica narratrice. Per tre stagioni abbiamo ascoltato la sua ricostruzione attraverso la voce fuori campo di Alba Rohrwacher, che, finalmente, nell’ultima scena dell’ultimo episodio si palesa improvvisamente, come se risalisse dal fondo di un lago ghiacciato, apparendo sullo specchio in cui, per l’ultima volta, si guarda la giovane Lenù, interpretata da Margherita Mazzucco.
È un effetto strano, come strana e estranea è sempre rimasta quella voce così distaccata e graffiante di Rohrwacher; ma anche questo è un esempio di come una scelta inattesa di regia possa farci ripensare meglio anche la storia di partenza. La linea narrativa prevalente nel terzo libro di Ferrante è la storia del salto di classe compiuto da Elena, che si fidanza con il figlio di un noto professore universitario, pubblica il suo primo libro anche grazie alle conoscenze giuste di sua suocera, si sposa e ha due figli da un marito tanto affettuoso quanto indisposto, in assoluta buona fede, a riconoscerle un piano di confronto paritario; mentre intanto Lila si ammazza di lavoro in una fabbrica di salumi e partecipa alle lotte sindacali.
Il passaggio di regia da Saverio Costanzo a Daniele Luchetti accompagna bene in effetti il salto di prospettiva della terza parte, nel senso che mentre la regia delle prime due stagioni lavorava di più sulla relazione simbiotica tra Lila e Lenù, strette insieme come per magnetismo, adesso invece la storia pubblica conquista spazio, e in molte scene riconosciamo il regista di Mio fratello è figlio unico (2007), o Anni felici (2013).
Le parti migliori sono quelle dedicate alla vita in fabbrica, mentre quelle sul terrorismo e sul femminismo sono belle, fanno vedere un’Italia troppo poco raccontata, ma talvolta restano didascaliche. Negli episodi di Costanzo era tutto grigio. Adesso dominano luci e colori gialli effetto vintage, in certi casi assecondano un gusto troppo rétro; ma le scene girate a tavola, a casa della famiglia di Lenù, o nel quartiere, sono magistrali, dirette con sapienza, capaci di narrare la forza tremenda del non detto. Le protagoniste cambieranno nella prossima stagione, per fortuna, perché già in questa terza, negli ultimi episodi soprattutto, troppe volte sembrano due ventenni travestite da donne adulte per una festa anni 70.
La serie tv
L'amica geniale
Drammatico - USA 2018 - durata 60’
Titolo originale: L'Amica Geniale
Creato da: Saverio Costanzo
Regia: Saverio Costanzo
Con Elisa Del Genio, Gaia Girace, Francesco Russo, Valentina Acca, Pier Giorgio Bellocchio, Sergio Basile
Al cinema: Uscita in Italia il 01/10/2018
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