Ha un duplice significato il claim dell’8ª edizione di Meet the Docs!, rassegna dedicata al cinema documentario diretta da Matteo Lolletti, a Forlì dal 16 al 20 ottobre: «Sconfinate!» suona come un’esortazione, un invito a “disobbedire”, ad andare oltre, non accontentandosi di stare dentro i limiti costituiti, ma può anche essere letto come aggettivo plurale femminile, per sottolineare l’attenzione del festival per le questioni di genere. E sono molte, all’interno del programma 2024, le donne protagoniste, dietro e davanti la macchina da presa - e fuori dagli schermi, con il talk sullo stato della produzione audiovisiva in termini di rappresentanza di genere, alla presenza delle registe Margherita Vicario e Chloé Barreau e della sceneggiatrice Anita Rivaroli.

scena
Frammenti di un percorso amoroso (2023) scena

I dieci documentari presentati offrono una ricca galleria di sguardi al femminile e sul femminile, come per esempio i ritratti sui generis di Frammenti di un percorso amoroso e Quattro figlie: il primo è una specie di autoritratto per interposta persona in cui la regista Chloé Barreau si racconta attraverso le parole di amanti (donne e uomini) passati, componendo un mosaico con le riprese realizzate, raccolte, archiviate nell’arco di un trentennio; nel secondo, invece, la cineasta tunisina Kaouther Ben Hania mette in scena la storia di Olfa e delle sue quattro figlie - due delle quali fuggite in Libia per unirsi all’ISIS -, ricostruita tra finzione e realtà, re-enactment e testimonianze dirette.

scena
After the Bridge (2023) scena

Il punto di vista di una madre è poi centrale in After the Bridge di Davide Rizzo e Marzia Toscano - che segue le riflessioni di Valeria Collina, la cui vita viene sconvolta dalla morte del figlio, tra gli autori di un attacco terroristico jihadista sul London Bridge nel 2017 -, mentre osservano il tema delle migrazioni da una prospettiva femminile Aicha è tornata di Lisa Tormena e Juan Martin Baigorria, ambientato in Marocco, e This Is Not Paradise di Lisa Tormena e Gaia Vianello, che raccoglie le testimonianze di donne di servizio migranti in Libano costrette a vivere in condizioni di semi-schiavitù.

" data-credits=
This Is Not Paradise

Ragiona attorno all’idea di identità The Land You Belong di Elena Rebeca Carini, ragazza italiana adottata, originaria di Bucarest, che intraprende un singolare viaggio on the road, a telecamere accese, con un fratello che non sapeva di avere, così come Israelism di Sam Eilertsen e Eric Axelman, in cui due giovani ebrei americani mettono in discussione il concetto di giudaismo di fronte alla situazione palestinese. Dalla Palestina arriva il film d’apertura No Other Land No Other Land di Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham e Rachel Szor, diario di guerra dell’attivista Basel Adra, che documenta per un decennio la distruzione della sua comunità da parte dell’occupazione israeliana.

Basel Adra
No Other Land (2024) Basel Adra

Il cinema del reale illumina spesso gli angoli bui della società, dà voce a chi si trova ai margini: accade in Sconosciuti puri di Valentina Cicogna e Mattia Colombo, candidato al David di Donatello come miglior doc - su una dottoressa che pratica autopsie sui corpi senza nome di prostitute, senzatetto, migranti, figure a cui lei dona dignità umana - o ancora in Kokomo City di D. Smith, nel quale prendono parola quattro sex worker transgender afroamericane di Atlanta e New York. Oltre alle proiezioni, tanti gli eventi collaterali, tra mostre, incontri, musica (il concerto di Trio Iftode) e masterclass (quella con Daniele Gaglianone intitolata Sconfinare dal documentario alla fiction).

Tutte le info su meetthedocs.it.

Autore

Giulia Bona

Giulia Bona è nata a Voghera e ha studiato a Milano, dove si è laureata in Lettere moderne e Studi cinematografici con una tesi su Agnès Varda e il riciclaggio creativo. Riempiva quaderni di storie e pensieri, dava inchiostro alla sua penna sul giornalino della scuola, ora scrive per Film Tv. Ama leggere, i sentieri di montagna, la focaccia e sorride quando vede un cane.