È pur vero che il mondo si divide in chi pensa che la locuzione “il mondo si divide in” utilizzata seriamente sia uno dei sintomi del declino dell’Occidente e chi invece dimostra sprezzo del pericolo e del ridicolo abusandone senza ironia. Però nella mia testa non riesco a fare a meno di pensare che il mondo (degli appassionati di serie tv italiani) si divide in chi ha visto Boris – amandola alla follia o solamente rispettandola riconoscendone l’unicità, vanno bene entrambe – e chi non l’ha ancora guardata perché ha perso i primi quattro treni (l’esordio negletto, il successo tramite pirateria passaparola, il film, la resurrezione in streaming) e nel frattempo si è stufato di sentirsela consigliare da amici molesti che ripetono mille citazioni fuori contesto soffocandosi dalle risate da soli. Se non proprio un quinto treno, ci terremmo a proporvi una littorina ben arredata per salire finalmente sul vagone di Boris – un passaggio che, peraltro, è offerto anche gli appassionati della prima ora, ché una rinfrescata di cose belle non ha mai fatto male a nessuno. Scegliere i cinque migliori episodi di una serie come Boris è un gioco al massacro, perché in questo strano ibrido tra sitcom zeppa di tormentoni, sceneggiato e commedia satirica, il culto di certi episodi verticali rivaleggia con l’intensità di altre puntate in cui gli snodi orizzontali culminano. Ma noi, che siamo ben più deboli di Oscar Luigi Scalfaro, ci stiamo eccome.

Pietro Sermonti, Paolo Calabresi, Francesco Pannofino, Caterina Guzzanti, Antonio Catania, Alessandro Tiberi, Ninni Bruschetta
Boris (2007) Pietro Sermonti, Paolo Calabresi, Francesco Pannofino, Caterina Guzzanti, Antonio Catania, Alessandro Tiberi, Ninni Bruschetta


I 5 migliori episodi di Boris


Stagione 1 Episodio 1: Il mio primo giorno

Non si scampa da uno degli episodi pilota più azzeccati di tutta la storia recente delle sitcom. Già solo ripercorrendo l’incipit che precede la prima sigla, si scorge in nuce gran parte degli elementi su cui si fonda la serie: il malinconico, il canzonatorio scanzonato e il triviale apparecchiati con economia e funzionalità narrative e di messa in scena. Lo stagista Alessandro, fresco di università e ricco di sogni, varca per la prima volta l’uscio di un teatro di posa e mette piede su un set. Il romanticismo dell’arte ci mette appena trenta secondi a scontrarsi contro una realtà prosaica, solo volgarmente poetica: qua si produce televisione un tanto al chilo, è un mestiere come un altro, siamo in Italia, tiriamo a campare meglio che possiamo, se vuoi starci stacci. Alessandro ci sta, prendendo la cittadinanza in un mondo lavorativo parallelo, dove si parla un vernacolo peculiare e dove vigono precise regole non scritte. Noi lo seguiamo alla scoperta di elettricisti bulli, direttori della fotografia bolliti e cocainomani, stagisti schiavi, delegati di rete untuosi, segretarie di edizione ammanicate, assistenti alla regia spacciatori o sadomasochisti, attori matti e registi che prendono suggerimenti dai pesci rossi.

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Boris - Stagione 1 Episodio 1


Stagione 1 Episodio 9: Una questione di principio

Ci sono un buon tot di episodi di Boris che oggi faticherebbero ad andare in onda all’interno del palinsesto di una tv generalista. Alcuni perché il 2024 ha una sensibilità diversa rispetto al 2007. Altri perché toccano nervi che sono tuttora scoperti. Qui, il regista René (Francesco Pannofino) è costretto a rifare una scena della prima stagione di Occhi del cuore in cui un personaggio secondario decideva di abortire e la protagonista interpretata da Corinna (Carolina Crescentini) accettava di prendere in carico l’interruzione di gravidanza. Apriti cielo. Ancora peggio se l’attrice che deve essere richiamata, Verena (Luisa Ranieri), era stata trattata malissimo da René, che l’aveva fatta cacciare dalla produzione. Verena torna dopo aver contrattato un salario esagerato, ma è ormai un corpo estraneo al mondo parallelo del set. Viene trattata come un virus respinto dal sistema immunitario, e lei stessa rischia di impazzire di fronte a questa realtà alternativa in cui vengono accettati e incentivati comportamenti che nel mondo esterno sarebbero intollerabili. Unica sana di mente nella sala d’attesa del manicomio (o unica matta in una stanza di sani di mente: è tutta questione di prospettiva), Verena se la dà a gambe rinunciando al lauto compenso.

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Boris - Stagione 1 Episodio 9


Stagione 2 Episodio 6: No logo

Nel mondo parallelo di Boris sopravvive con serenità solo chi è più paracul(at)o, chi ha più pelo sullo stomaco e chi si fa il minor quantitativo possibile di menate inutili. È l’identikit di Glauco (Giorgio Tirabassi), di gran lunga il miglior personaggio ricorrente della serie, una specie di Beetlejuice dei direttori della fotografia che, quando convocato invocando favori, appare e getta il set in un funzionale scompiglio destinato al proprio sollazzo, per poi sparire altrettanto improvvisamente. Già comparso nella prima stagione per raddrizzare a colpi di bullismo un’attrice raccomandata, qui ritorna – in combutta con René e il produttore maneggione Sergio – per inserire illegalmente una pubblicità occulta durante le riprese degli Occhi del cuore 2, all’insaputa di quel beota del protagonista Stanis (Pietro Sermonti). È un episodio all’insegna della cronaca ironica di una cialtronata degna della miglior commedia all’italiana – e coerentemente si conclude con un bagno di misera realtà, quando la fidanzata di Alessandro, in visita sul set, lo lascia davanti a tutti perché la follia che si respira in quel posto (e che per tutti è normale) la sta mandando fuori di testa. “Non ti riconosco più. Stai facendo un lavoro di merda, per un progetto di merda e alla fine stai diventando pure tu una merda. Sei una merda”. Amen.

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Boris - Stagione 2 Episodio 6


Stagione 3 Episodio 13-14: Ritorno al futuro (prima parte & seconda parte)

«Serve la locura, la cerveza, la tradizione (anche detta merda) ma con una bella spruzzata di pazzia. Il peggior conservatorismo che però si tinge di simpatia, di colore, di paillettes. In una parola: Platinette. Platinette ci assolve da tutte le nostre malefatte. Questa è l’Italia del futuro: un paese di musichette, mentre fuori c’è la morte. Gli occhi del cuore sì, con le sue pappardelle e le sue tirate contro la droga e contro l’aborto, ma con una strana colorata luccicante frociaggine. Smaliziata e allegra come una cazzo di lambada».

È il finale della terza stagione. È il culmine, quello vero – quando nessuno sapeva che ci sarebbe stato un film e una quarta stagione a distanza di 12 anni dall’ultima. La trama orizzontale è precipitata negli episodi che precedono la doppia puntata d’epilogo. Dopo essere stato convinto a tornare nelle maglie della Rete con un progetto rivoluzionario (il dramma ospedaliero che non fa sconti Medical Dimension), René scopre che era tutto un inganno, orchestrato dai piani alti per dimostrare a tutti, pubblico e addetti ai lavori, una grande verità: una tv diversa non è possibile, il pubblico vuole le cialtronate prevedibili e grossolane e noi gliele diamo più che volentieri. Dopo un momento di sconforto, il regista reagisce nell’unico modo possibile: sequestra i tre sceneggiatori su un panfilo al largo di Ostia e li costringe a scrivere un nuovo finale per Medical Dimension. Un epilogo che chiuda il cerchio del pacchiano e permetta la nascita – forse – degli Occhi del cuore 3.

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Boris - Stagione 3 - Episodi 13-14


Stagione 4 Episodio 6: Liberté! Egalité! Prensilité!

Al netto di tutte le sfighe di questo mondo – su tutte l’assenza di Mattia Torre, ma anche un lungo iato di 12 anni – la quarta stagione di Boris è comunque degna di nota per una serie di motivi. Quello che a noi sta più a cuore è la capacità di traslare la satira delle dinamiche produttive dal vecchio mondo del tubo catodico al nuovo mondo dello streaming. Tutto si rivoluziona, cambia maschera, lessico e idiosincrasie, per rimanere in realtà esattamente uguale a com’era prima. Che si tratti di una dozzina di anni fa, dei tempi di Monicelli e Risi o del palinsesto del Colosseo ai tempi di Vespasiano. Siamo fatti così, come canterebbe Cristina D’Avena. E Boris continua ad avere un polso ironico e malinconico su quel mondo così umano e fallace. Qui René è alle prese con il fallimentare progetto di una serie sulla vita di Gesù – prodotta da Stanis e Corinna per un colosso dello streaming di cui Alessandro è diventato dirigente – e deve affrontare lo sciopero della seconda unità con cui sta girando scene segrete fuori copione per un progetto che ha in mente da tempo. Intanto, sul set principale gestito dall’assistente alla regia Arianna (Caterina Guzzanti) scarseggiano i fondi per scenografie e comparse. Costretta da Lopez – ricattato dai malavitosi calabresi che stanno co-finanziando la produzione – Arianna gira una serie di scene utilizzando la celebre tecnica del Lo dimo: se non si può far vedere qualcosa, la facciamo spiegare e descrivere a un personaggio.

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Boris - Stagione 4 Episodio 6

Autore

Nicola Cupperi

Scrive per FilmTv perché gliel'ha consigliato il dottore. Nel tempo libero fa la scenografia mobile. Il suo spirito guida è un orso grigio con le fattezze di Takeshi Kitano.

La serie tv

locandina Boris

Boris

Commedia - Italia 2007 - durata 30’

Titolo originale: Boris

Creato da: Luca Manzi, Carlo Mazzotta

Con Luca Amorosino, Arianna Mattioli, Antonino Bruschetta, Ninni Bruschetta, Daniela Terreri, Paolo Calabresi

in streaming: su Disney Plus