Il noir è un genere molto bello. Chinatown è un noir, ed è uno dei film più meravigliosi e soddisfacenti di sempre. Humphrey Bogart faceva bene i noir, e la sua icona cinematografica è quanto di più affascinante si riesca a dipingere in bianco e nero. Nel noir le persone fumano le sigarette, e non sono per forza turchi o francesi baffuti e malvagi. Una caratteristica frustrante del noir, tuttavia, è che si presenta con il contagocce, sul piccolo schermo ancor più che sul grande. In effetti è un genere denso, difficile da scrivere con efficacia e senza calcare stereotipi noiosi e banalità. Ma il brutto risultato, alla fin della fiera, è che di serie tv veramente noir – facciamo finta che il sottogenere scandinavo non esista – ce ne sono poche.



A inizio 2024 parlavamo di un bell’inedito – Monsieur Spade – e tornando indietro con la memoria si potrebbero citare la bellissima Babylon Berlin, Perry Mason, forse Altered Carbon (in mezzo al cyberpunk), facciamo finta con Tokyo Vice e, presa per la tangente, mettiamoci anche la seconda stagione di True Detective. Ecco, se doveste sentire il bisogno di un noir vorrei proporvi l’eccezionale Odd Taxi: è uscito nel 2021, lo trovate su Crunchyroll ed è un anime che ha per protagonista assoluto un tassista tricheco.

" data-credits=
Odd Taxi

Il quarantenne Odokawa è un protagonista noir sui generis in un universo noir sui generis, dove le persone sono animali antropomorfi – non pensate a BoJack Horseman però, qui nessuno esprime consapevolezza per il proprio aspetto. Odokawa fa il tassista. Di più: Odokawa fa il tassista scazzato e distrutto dalla vita e dall’insonnia. Non fa l’investigatore privato e non ha contatti con le forze dell’ordine, se non per il fatto di conoscere i due poliziotti suricati fratelli che pattugliano il suo quartiere. Non ha una pistola, né ci tiene ad averla. Nemmeno fuma. E il suo cappellino è troppo piccolo per rientrare negli standard minimi approvati dal sindacato protagonisti di noir.

" data-credits=
Odd Taxi

Però è laconico, sarcastico, misantropo e sospettoso come il migliore dei Bogart. Con tono piatto e baritonale, spiega che ogni volta che qualcuno gli fa una domanda pensa a cinque possibili risposte e valuta quale possa essere la migliore a seconda dell’interlocutore e di ciò che potrebbe offendere quest’ultimo. In realtà, la sua onestà potenzialmente brutale e il suo apparente menefreghismo – che sotto sotto è puntellato da solidi principi e valori individuali – sono esattamente le caratteristiche perfette per essere il protagonista della convoluta vicenda di Odd Taxi.

" data-credits=
Odd Taxi

Partecipano al ginepraio noir una pletora di personaggi, ognuno ben cesellato e bizzarro a modo suo. Un ippopotamo studente universitario che ambisce febbrilmente a diventare virale sui social. Un’infermiera alpaca appassionata di capoeira che ruba stupefacenti dalla clinica in cui lavora per ripagare un ingente debito. Una barboncina e due gatte, membri di un terzetto idol che fatica a guadagnare popolarità ed è costretto a ricorrere a mezzucci pur di restare a galla a livello finanziario. Il loro fan più sfegatato, una puzzola ludopatica.

" data-credits=
Odd Taxi

Un gibbone disoccupato e squattrinato che farebbe di tutto pur di avere una fidanzata. Un babbuino criminale coinvolto in un caso di sparizione e con in testa il progetto per una rapina. Un puma ossessionato da un gioco per smartphone, che impazzisce dopo aver perso tutti i suoi progressi salvati. Un duo comico fallimentare, gli Homosapiens, composto da cavallo svogliato e da un cinghiale frustrato.

" data-credits=
Odd Taxi

Tutti uniti dal taxi di Odokawa, dalle conversazioni che hanno avuto con lui (a volte particolarmente surreali: ci si può facilmente lanciare in una disamina di We Are the World mentre si discute di teatro tradizionale giapponese e massimi sistemi) e dalle complicate maniere in cui la trama del fato ha deciso di raggomitolarli tutti in un intrico dall’esito non inedito, ma certamente sorprendente per i modi e per gli strascichi.



Odd Taxi è scritta e diretta da due giovani virgulti, rispettivamente Kazuya Konomoto e Baku Kinoshita, che fanno una cosa molto interessante: estraggono fedelmente gli stilemi narrativi del noir cinematografico e ne intingono lo scheletro nell’estetica giapponese, creando un effetto straniante in cui la malinconia e il disincanto nel racconto del marcio di una società urbana virano più verso l’amarezza e la delusione, con sprazzi di nonsense surreale che non intaccano il paradossale iperrealismo della storia.

Autore

Nicola Cupperi

Scrive per FilmTv perché gliel'ha consigliato il dottore. Nel tempo libero fa la scenografia mobile. Il suo spirito guida è un orso grigio con le fattezze di Takeshi Kitano.