Qualche mese fa, sulla scorta dell’esperienza di Miss Polly Had a Dolly, il film interamente prodotto con l’intelligenza artificiale che Flavio Pizzorno, Andrea Rossini ed io abbiamo presentato alla 41esima edizione del Torino Film Festival, ci è iniziato a sembrare doveroso che il nostro lavoro di studiosi e AI artist non si limitasse alla produzione cinematografica: sentivamo il bisogno di creare una rete, di dialogare attorno alle prospettive che gli algoritmi generativi aprivano alla settima arte in un periodo storico in cui sembrava se ne mettessero in luce unicamente i rischi; lo abbiamo fatto dando vita all’associazione culturale Neural Network (rete neurale) con la quale proveremo, nei prossimi mesi, a discutere, sul territorio milanese e oltre, di come l’AI si stia inserendo nel (e in un certo senso stia rivoluzionando il) panorama artistico.

Pietro Lafiandra, Flavio Pizzorno, Andrea Rossini
Miss Polly Had a Dolly (2023) Pietro Lafiandra, Flavio Pizzorno, Andrea Rossini

A scanso di equivoci: sostenevamo e tutt’ora sosteniamo la necessità di una sua regolamentazione, ma crediamo che il discorso attorno all’AI non debba esaurirsi al solo dibattito in merito alla leicità o meno di un clone vocale, all’analisi dei rischi etici dei set di addestramento o al problema delle royalties da corrispondere agli autori in questi inseriti. Pensiamo piuttosto che sia necessario parlare anche delle forme nascenti di cinema algoritmico, dei rischi legati all’appiattimento estetico delle opere, del possibile abbattimento dei costi nella produzione di corto e lungometraggi e provare ad ascoltare le voci di quegli autori che stanno cercando di ipotizzare una nuova strada per la settima arte, una nuova alternativa, un nuovo campo. Ecco allora che ci troviamo, orgogliosi, a comunicare la nascita del Festival Italiano del Cinema e dell’Audiovisivo con l’Intelligenza Artificiale.

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Miss Polly Had a Dolly (2023) scena

Una due-giorni ideata dall’università IULM in collaborazione con il laboratorio IULM AI Lab che ci ha chiesto, nella persona del direttore del Festival Guido Di Fraia, di curarne la direzione artistica. La due-giorni sarà composta di una serie di eventi che mirano a mappare le modalità in cui gli algoritmi generativi sembrano pronti a rivoluzionare i metodi di produzione delle immagini in movimento (non a caso, con un gioco di parole, il nome ufficiale del festival è proprio AI.motion).


Sabato 12 e domenica 13 ottobre 2024 agli iscritti al festival, che si propone a titolo gratuito, verrà data la possibilità non solo di assistere ai lavori che abbiamo selezionato per il concorso ufficiale di AI.motion dedicato al miglior cortometraggio, al miglior videoclip e al miglior spot pubblicitario prodotti con l’AI, ma anche di esplorare, attraverso workshop gestiti da dei professionisti del settore, i modi in cui questa si stia inserendo nella produzione iconografica e nella stesura delle sceneggiature; al contempo non mancheranno tavole rotonde e talk attorno temi fondamentali come il rapporto tra AI e diritto d’autore o tra AI e industria cinematografica italiana, incontri propedeutici al dialogo con due registi, Andrea Gatopolous e Marco Talarico, che hanno portato l’AI alla Mostra del cinema di Venezia con The Eggregores’ Theory e At Least I Will Be 8 294 400 Pixel, entrambi corti presentati nel contesto della Settimana Internazionale della Critica.

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The Eggregores' Theory (2024) scena

L’evento si inserisce poi nell’ampio paesaggio della Milano Digital Week, l’evento annuale che meglio di ogni altro offre il contesto ideale per dialogare attorno all’evoluzione dell’intelligenza artificiale nel settore dell’audiovisivo: abbiamo ipotizzato quindi per l’occasione un programma che vorrebbe proporsi non solo come riferimento nazionale rispetto agli scenari evolutivi dell’intelligenza artificiale applicata al cinema, ma anche come punto d’incontro e di dialogo per teorici, agenzie, case di produzione, professionisti e appassionati del settore che avranno la possibilità di confrontarsi e approfondire le infinite potenzialità che gli algoritmi di AI generativa possono offrire alla creatività umana e al videomaking come, d’altro canto, comprendere quali siano le effettive criticità di questa tecnologia, questo nuovo ambiente o organismo che sia.

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At Least I Will Be 8 294 400 Pixel (2024) scena

Per questo abbiamo coinvolto una giuria d’eccezione che prevede la presenza come presidente del docente IULM e saggista Simone Arcagni, della storica dell’arte ed esperta di internet culture Valentina Tanni, oltre che dei critici cinematografici Fiaba di Martino e Luca Pacilio. Insieme a Film Tv e ad altri media partner come le riviste Rumore e Sentieri Selvaggi, alla radio milanese Radio Raheem e ad AGAM (Associazione Giovani Avvocati Milano), stiamo cercando di istituire un polo dialettico che possa ricostruire per quante più persone possibili lo spettro di un argomento tanto complesso quanto cruciale per il futuro del cinema. Vi aspettiamo!


L’evento è gratuito fino ad esaurimento posti.

I biglietti sono disponibili al seguente indirizzo: https://www.eventbrite.com/cc/aimotion-film-festival-3665939 

Autore

Pietro Lafiandra

La prima epifania cinematografica la ebbe a quattro anni con Pomi d’ottone e manici di scopa. La seconda in adolescenza con Cosmopolis. Ora, in età adulta, prova a trovare un’improbabile sintesi tra questi due lati di sé muovendosi faticosamente tra un dottorato in visual studies, deepfake, cinema horror, film d’animazione per bambini e musica elettronica. I componenti della sua band, Limonov, dicono che è colpa dell’ascolto compulsivo dei Radiohead. Gli amici che è colpa del suo segno zodiacale, i gemelli. I dottori della schizofrenia. Lui pensa sia più cool dire che è un intellettuale post-moderno. Ai posteri l’ardua sentenza.