La copertina di Film Tv n. 39/2024 è dedicata a uno dei “padri” della nouvelle vague, uso la definizione anche per sottolineare l’età maggiore di Éric Rohmer, classe 1920, rispetto ai vari “giovinastri” Chabrol, Godard, Truffaut e Varda. Ebbene, come sapete questi cineasti misero in discussione il cinema francese precedente, con qualche eccezione. Una su tutte: Jean Renoir. Rohmer disse della sua opera che «contiene tutto il cinema» ed è vero. Considerato il maestro di Rossellini e Visconti (prima di tutto da loro), definito dai francesi più giovani «le Patron», Renoir è tutto il cinema.
Per muoversi nella sua filmografia, così poco frequentata ultimamente, consiglio quattro titoli assolutamente imprescindibili: La grande illusione (1937), La regola del gioco (1939), L’angelo del male (1938) e Il testamento del mostro, quest’ultimo ora disponibile tra i titoli di Rarovideo Channel. Renoir realizza Il testamento del mostro nel 1959 per la televisione francese - anzi, sarà fino a quel momento il tv movie più costoso mai girato - ma con l’intenzione di programmarlo contemporaneamente su piccolo e grande schermo. Il soggetto è liberamente tratto da Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, con Jean-Louis Barrault in entrambe le parti. Un attore pazzesco, ex mimo, con Renoir già più volte in teatro. Il “Patron” considera questo il suo film più sperimentale proprio perché sintesi tra tre linguaggi differenti: cinema, televisione (per i puristi in antitesi) e appunto teatro.
Vuole ragionare sulla performance dell’attore senza ricorrere allo strumento che il cinema gli offrirebbe (il pianosequenza) costringendolo comunque, prima o poi, allo stacco. Le telecamere multiple, invece, gli consentono di riprendere la scena recitata come a teatro, in presa diretta, e qui accade il miracolo perché la trasformazione di Barrault avviene senza trucchi ma solo attraverso la mimica, le posture, in una continuity impressionante. Credo che il primo a intuire questa potenzialità del mezzo televisivo sia stato Frank Capra, poi Renoir e direi per proprietà quasi transitiva Rossellini. Comunque un capolavoro.
Più controverso, ma lo stesso super interessante, l’altro titolo del “Patron” proposto da Rarovideo Channel, ovvero La carrozza d’oro con Anna Magnani (1952), una produzione italiana girata a Cinecittà, primo film europeo in Technicolor (anche qua, Renoir sperimentatore e rivoluzionario) e proprio l’uso del colore è la cosa migliore, benché la storia, da Mérimée, sia anche un grande omaggio alla commedia dell’arte italiana (il regista stesso, con una didascalia a inizio film, lo definisce «una fantasia all’italiana»). La carrozza d’oro, quella regalata alla primadonna Magnani dal viceré del Perù che si è invaghito di lei dopo uno spettacolo, è un’altra grande prova di stile, questa volta rivolta a un pubblico popolare, infrangendo una volta di più la (quarta?) parete che separa il teatro dal cinema.
Jean Renoir su The Film Club
Il testamento del mostro
Drammatico - Francia 1959 - durata 92’
Titolo originale: Le testament du docteur Cordelier
Regia: Jean Renoir
Con Jean-Louis Barrault, Michel Vitold, Gaston Modot, Jacques Catelain
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La carrozza d'oro
Commedia - Italia, Francia 1952 - durata 103’
Regia: Jean Renoir
Con Anna Magnani, Duncan Lamont, Georges Higgins, Odoardo Spadaro, Nada Fiorelli, Ralph Truman
in streaming: su Raro Video Amazon Channel Apple TV Google Play Movies Amazon Video Rai Play Timvision
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