Ragazza madre a Teheran

Immaginate di essere una ragazza madre di vent’anni o poco più. Abitate a Roma, dove studiate e comunque lavorate a tempo pieno per mantenervi in un piccolo appartamento di periferia che condividete con la vostra migliore amica, unico aiuto e sollievo nella vostra frenetica esistenza dal momento che il padre della vostra bambina di due mesi si è fatto da parte senza nemmeno passare dal via, e ai vostri genitori del paesello, piuttosto tradizionalisti e oltranzisti, non avete mai confessato la gravidanza. Ci metto la mano sul fuoco: la maggior parte delle lettrici – e qualche lettore con una discreta dose di empatia – è appena stata scossa da un gigantesco brivido esausto di fatica all’idea di crescere una creatura da sole, lavorando e studiando, a Roma, muovendosi con i mezzi pubblici-e-basta. Una mano di carte terribilmente sfavorevole con cui affrontare un gioco ingiusto come la vita.

Ora guardate La bambina segreta. È il secondo lungometraggio del regista iraniano Ali Asgari – che ha ampliato (modificandone il finale) il suo stesso corto del 2017, La bambina, presentato alla Mostra del cinema di Venezia –, è stato presentato nella sezione Panorama al Festival di Berlino del 2022, e finalmente esce nelle sale italiane (dal 19 settembre e in occasione del secondo anniversario della morte di Mahsa Amini, deceduta dopo essere stata arrestata perché non indossava il velo) grazie al provvido intervento di Cineclub Internazionale Distribuzione.

La protagonista del film di Asgari è la giovane Fereshteh, che si trova nella stessa condizione della ragazza immaginaria di cui sopra, ma invece che a Roma vive a Teheran, sotto un regime teocratico e maschilista che rende cento volte più complicata e pericolosa la sua esperienza quotidiana. Guardatela mentre risponde al telefono alla madre, le sente dire che un parente ha fatto un incidente ed è stato ricoverato in un ospedale in città, impallidisce quando non riesce a trovare una scusa buona così su due piedi: va bene mamma, vi ospito per stanotte, a dopo.

Ora Fereshteh, con l’aiuto della coinquilina e migliore amica Atefeh, deve disperatamente trovare qualcuno (di fidato) a cui affidare la figlioletta per la notte. Non solo. Fereshteh non ha il lusso di poter interrompere la propria vita ingrata, mentre cerca di salvarla dal (pre)giudizio e dalle conseguenze penali di una figlia avuta fuori dal matrimonio. La ragazza deve pensare anche al lavoro e a come essere produttiva mentre subisce le ingiuste angherie del titolare della tipografia di cui è dipendente, uno di quei fetenti che non sanno nemmeno di esserlo da tanto ci sono dentro.

Fereshteh attraversa con frenesia Teheran saltando di autobus in taxi, evitando le attenzioni dei poliziotti in borghese, pronti alla violenza gratuita spesso e volentieri. Una vera e propria odissea, ricca di ostacoli umani che, di nuovo, fanno rabbrividire. Stavolta per la rabbia e la frustrazione di non saper come reagire, se non con stoicismo, alla forma più subdola di violenza, quella del rifiuto.

La bambina segreta di Ali Asgari è in sala dal 19 settembre per Cineclub Internazionale Distribuzione. Su Film Tv n° 38/2024 trovate la recensione del film di Giulio Sangiorgio, qui potete vedere il trailer.

Il film