Voto dieci

Segnaliamo spesso i titoli di Minerva Classic, il canale di The Film Club dedicato alla storia del cinema italiano. A questo giro abbiamo scelto dieci autentici tesori, di epoche e autori diversi. Cominciamo con La notte di Michelangelo Antonioni, Orso d’oro al Festival di Berlino del 1961.

Episodio centrale - tra L’avventura e L’eclisse - della cosiddetta trilogia dell’incomunicabilità. La notte è considerato il capitolo più difficile, anche, però, il più lungimirante nel tracciare i connotati di una nuova borghesia, non ancora diffusa in pieno Boom economico, quella cosiddetta intellettuale. Il protagonista, Marcello Mastroianni, è infatti uno scrittore che si invaghisce della giovane figlia di un industriale, Monica Vitti, mentre sua moglie Jeanne Moreau vive un disagio esistenziale di cui non conosce origine e soluzione. Ampiamente rivalutato negli anni, dopo che il pubblico all’uscita non sembrò apprezzarlo troppo, è oggi uno degli Antonioni più amati da certi autori che nel tempo hanno dichiarato di rifarsi al suo magistero estetico, cito in particolare Wenders e Hou Hsiao-hsien.

Tratto da un romanzo di Leonardo Sciascia è invece A ciascuno il suo di Elio Petri (1967), prima collaborazione con Ugo Pirro e Gian Maria Volonté, anche questo oggi molto più apprezzato di quando uscì nelle sale (per Paolo Mereghetti è addirittura il miglior film di Petri). Altro grande autore, Luchino Visconti, presente con Gruppo di famiglia in un interno (1974), splendido cast con Burt Lancaster, Silvana Mangano e Helmut Berger stretti in un teorema urbano dove una famiglia allargata si lacera e si ricompone, in attesa di una inevitabile tragedia.

Mario Monicelli firma un’opera più recente, Speriamo che sia femmina (1986), uno dei suoi film più ironici, forse anche gioiosi. Liv Ullman, Catherine Deneuve, Stefania Sandrelli, cast spettacolare per uno dei grandi film di Monicelli. Gli uomini ai margini di un casolare gestito dalle donne. I cento passi di Marco Tullio Giordana (2000), storia di Peppino Impastato con la grande interpretazione di Luigi Lo Cascio e di suo zio (nella vita, nel film recita il ruolo del padre) Luigi Maria Burruano.

Dicevamo di Antonioni. Un regista che lo adora è senza dubbio Gianni Amelio del quale il canale propone Il ladro di bambini, Gran premio della giuria al Festival di Cannes del 1992. All’armi siam fascisti (1962) di Lino Del Frà, Cecilia Mangini, Lino Miccichè racconta la storia del ventennio fascista dalle origini alla guerra e alla disfatta con documenti filmati molto rari ritrovati negli archivi, tutti originali ma rimontati dagli autori con la voce fuori campo dell’intellettuale, poeta e critico letterario Franco Fortini. Restaurato in 4K. Degli altri tre titoli abbiamo già scritto di recente, ma vale sempre la pena segnalarli: La visita (1963) di Antonio Pietrangeli, Sbatti il mostro in prima pagina (1972) di Marco Bellocchio e Milano calibro 9 (1972) di Fernando Di Leo.

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