Gli Shrooms di cui parla il corto di Jorge Jácome su MUBI sono i funghi allucinogeni, ossia quelli che contengono psilocibina. Il regista portoghese approccia l’esperienza psichedelica in una forma documentaria sobria e controllata, che evita gli effetti mimetici di cui il cinema sperimentale si è spesso servito per riprodurla con esiti discutibili, lasciando appena una venatura allucinatoria nelle immagini, che a volte sfarfallano tra gli accidenti di esposizione e le aberrazioni luminose della pellicola, e culminano in una vorticosa inquadratura estatica del sole.

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Super Natural (2022) scena

Jácome si è già segnalato con Super Natural (2022), strano ibrido tra un poemetto ecologico e una meditazione new age guidata dalla voce (tradotta in sottotitoli) di un’entità aliena, che in modo insistente (e alla lunga fastidiosamente didattico) cerca un contatto empatico con chi guarda, mentre il film assembla coreografie di corpi e paesaggi nei tableau vivant del gruppo Dançando com a Diferença. Super Natural è stato girato su un’isola delle Azzorre come il precedente Flores (2017), dove le ortensie locali invadono l’arcipelago e rendono impossibile la presenza umana: una favola di fantascienza immersa in una malinconica luce violetta, che racconta la relazione tra due giovani soldati, i soli rimasti ad affrontare l’esplosione vegetale.

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Flores (2017) scena

Dato il suo interesse per sentimenti di interconnessione ed ecosistemi sensibili, il dominio della psichedelia sembra un’area di esplorazione naturale per Jácome e Shrooms è un’osservazione discreta, appena tinta di finzione, delle attività di Dan Padrino, cercatore di funghi e allevatore di piccioni. Lo vediamo nel bosco mentre cerca e poi a casa dove essicca e confeziona i funghi che i suoi piccioni viaggiatori recapitano ai destinatari. Osserviamo da una certa distanza i loro effetti su tre di costoro, ascoltiamo Dan commentare le modalità di somministrazione e i benefici per chi soffre di depressione, ma l’impressione è che il trip misterioso al centro del film sia proprio quello del piccione.

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Shrooms (2023) scena

Un gesto poetico che fa del viaggio psichedelico una collaborazione tra specie, una forma di cura e condivisione, di comunicazione tra parti senzienti della realtà, diventa anche il modo in cui il film accenna, seppure in modo vago e allusivo, alle implicazioni più politiche che riguardano proprio le modalità di accesso all’esperienza psichedelica. Perché in mezzo all’hype con cui il cosiddetto “rinascimento psichedelico” è ormai accolto nel mainstream, mentre sempre più studi decantano i benefici terapeutici e sociali della psilocibina e di altre sostanze, si rischia di parlare troppo poco degli enormi interessi finanziari (dietro cui si trova il fior fiore dei neo-reazionari della Silicon Valley, a partire dall’inquietante Peter Thiel) che sull’onda di questo entusiasmo stanno approntandosi a privatizzare e medicalizzare quella che Shrooms descrive ancora come un’esperienza libera e comunitaria.

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Shrooms (2023) scena

Autore

Tommaso Isabella

Tommaso Isabella si occupa di cinema e studi visuali. Laureato in Lettere, ha conseguito un dottorato di ricerca presso l’Università di Bergamo. Scrive per Doppiozero, FilmTv e Filmidee. Collabora con il festival Filmmaker per il quale ha curato un e-book sull’artista inglese Ben Rivers.

Il film

locandina Shrooms

Shrooms

Cortometraggio - Portogallo 2023 - durata 18’

Titolo originale: Shrooms

Regia: Jorge Jácome

Con Tiza Gonçalves, Dan Padrino, Filipe Pereira, Joana Costa Santos