«Come è d’abitudine per Roeg, c’è abbondanza di sesso, che viene inframmezzato con qualcos’altro. In questo caso è inframmezzato con altro sesso - nello specifico, sesso spaziale, che si differenzia da quello terrestre in quanto è più noioso da guardare... Ma ciò che è maggiormente in evidenza è la sensibilità da terza categoria di Roeg che brama disperatamente la seconda». Lo ha scritto il critico John Simon sul “New York” a proposito di L’uomo che cadde sulla Terra. Ho l’impressione che ancora oggi il cinema del britannico Nicolas Roeg sia in linea di massima percepito in modo abbastanza simile. Tanto sesso, e poi qualcos’altro.

Candy Clark
L'uomo che cadde sulla Terra (1976) Candy Clark

Quest’ultimo, il qualcos’altro, è sufficientemente indefinito da permettere a chiunque di identificarlo in massima libertà, a seconda del proprio gusto, del proprio sguardo, delle proprie idiosincrasie (che per Simon, con ogni probabilità, includevano l’atto sessuale). Il qualcos’altro per Roeg può essere, chessò, il montaggio e lo stile sperimentali, l’ambiguità dei ruoli imposti, la fragilità quale slittamento (queer?) dalla conformità e dalla prevedibilità, l’isolamento del soggetto come desiderio e insieme afflizione, la paura del diverso. Ce n’è per tutti (i gusti, appunto), e forse è questa sua caratteristica, questa sua indeterminatezza, ad avere condannato il cinema di Roeg alla sua “semplificazione” critica.

Donald Sutherland, Julie Christie
A Venezia... un dicembre rosso shocking (1973) Donald Sutherland, Julie Christie

Un po’ di più della sottovalutazione, un po’ di meno dell’ottusità. A ogni modo il qualcos’altro di Nicolas Roeg è in piena ed eccezionale esibizione sia in A Venezia... un dicembre rosso shocking (1973), sia nel citato L’uomo che cadde sulla Terra (1976), due tra le opere più celebrate - e cult - del regista, ora disponibili su MUBI. Due film (appartenenti a generi distinti, diciamo, per comodità, horror e fantascienza, rispettivamente) che fanno dell’astrazione lo specchio nel quale il singolo è costretto a interrogarsi, alla ricerca di una ragione, di una spiegazione, di sé stesso. Nel primo una coppia (Donald Sutherland e Julie Christie) sfrutta il nuovo impiego del marito restauratore a Venezia come occasione per elaborare il lutto della morte della figlia, ma trova soltanto (la) morte; nel secondo un extraterrestre (David Bowie, sopra) giunge tra gli umani, è sedotto dal capitalismo della civiltà, diventa un magnate e infine è stritolato da ciò ha costruito.

David Bowie
L'uomo che cadde sulla Terra (1976) David Bowie

Di qualcos’altro sono pieni, A Venezia… un dicembre rosso shocking (che bisognerebbe chiamare con il titolo originale, Don’t Look Now) e L’uomo che cadde sulla Terra, a partire dall’assassino in rosso che si aggira tra le calli della città veneta. E poi ci sono i ralenti, di cui Roeg ha sempre fatto un uso inquieto, morboso, ellittico (guardate anche quelli di Eureka). E il sesso, naturalmente, attraverso il quale Roeg ha rappresentato, fin dall’esordio Sadismo (Performance, co-diretto da Donald Cammell), l’estremo tentativo dell’uomo di conoscere, riconoscere, capire l’altro. Tanto da perdercisi.

James Fox, Mick Jagger
Sadismo (1970) James Fox, Mick Jagger

Autore

Pier Maria Bocchi

Pier Maria Bocchi guarda cinema da quando aveva 5 anni. E forse anche prima.

Nicolas Roeg su MUBI

locandina A Venezia... un dicembre rosso shocking

A Venezia... un dicembre rosso shocking

Drammatico - Gran Bretagna 1973 - durata 110’

Titolo originale: Don't Look Now

Regia: Nicolas Roeg

Con Julie Christie, Donald Sutherland, Hilary Manson, Clelia Matania

in streaming: su Apple TV Google Play Movies MUBI Amazon Channel MUBI

locandina L'uomo che cadde sulla Terra

L'uomo che cadde sulla Terra

Fantascienza - Gran Bretagna 1976 - durata 115’

Titolo originale: The Man Who Fell to Earth

Regia: Nicolas Roeg

Con David Bowie, Candy Clark, Rip Torn, Buck Henry, Bernie Casey

in streaming: su MUBI MUBI Amazon Channel