Nel Don’t Worry Darling firmato Olivia Wilde e apparentemente ambientato negli anni Cinquanta, le case in cui vivono le famiglie che hanno aderito al misterioso progetto Victory, sono tutte (più o meno) uguali: lo si nota con chiarezza nella scena, didascalica, in cui al mattino i mariti tirano fuori le loro auto dai box, compiono le stesse manovre e abbandonano le loro abitazioni per immettersi lungo la stessa direzione.
Sono case Mid Century, movimento culturale che si sviluppa negli Stati Uniti all’incirca dal 1945 e la cui componente architettonica nasce in risposta a correnti quali l’Internazionalismo e il Bauhaus. Le costruzioni Mid-century Modern (MCM), di cui Palm Springs letteralmente trabocca, avevano l’ambizioso obiettivo di trasferire il modernismo nei sobborghi americani sorti nel dopoguerra. Lo stile abbiamo imparato a conoscerlo: enormi finestre e planimetrie aperte per eliminare la distinzione tra ambienti interni ed esterni, travi e pilastri a sostituire i muri di sostegno e l’impiego preminente di materiali quali acciaio, vetro, legno e pietra.
Così, vedere la casa della coppia protagonista, quella composta da Alice e Jack, equivale sostanzialmente ad aver visto tutte le altre: si nota subito il massiccio impiego del legno per gli arredi e per i mobili della cucina, ma anche una parete di pietre naturali e, altro elemento immancabile nelle case Mid Century, la presenza di un angolo bar.
Le ville di quel sobborgo immaginario sono tutte uguali, ma una è più uguale delle altre ed è quella di Frank, colui che, dal nulla, ha creato l’intero quartiere. La regista e la sua scenografa, Katie Byron, decidono di collocare il personaggio di Frank nella Kaufmann House di Richard Neutra, capolavoro reso immortale anche dal celeberrimo scatto di Slim Aarons, Poolside Gossip. Il committente è Edgar Kaufmann senior, magnate dell’acciaio e già degno di gratitudine eterna per aver coinvolto F. L. Wright nella realizzazione della Fallingwater, sulla costa orientale degli States.
Questa Kaufmann House, realizzata nel 1946, si trova invece a Palm Springs, sotto i monti di San Jacinto fra numerose altre strutture tipicamente MCM, rispetto alle quali spicca con la forza della sua evidenza. Connotata dall’intersezione di piani orizzontali e verticali in pietra, vetro acciaio e alluminio (quest’ultimo per esempio utilizzato per le lamelle verticali che, collocate su alcuni lati della casa, offrivano protezione dai venti), l’opera restituisce un’impressione di leggerezza tale da sembrare delicatamente poggiata sul terreno desertico.
Una sensazione visiva perseguita e resa possibile dalla presenza delle cosiddette “spider legs”, travi d’acciaio che, piegandosi, collegano il tetto al terreno. Dotata di cinque camere da letto e sei bagni, la villa presenta soggiorno e sala da pranzo al centro di una pianta a croce che assicura illuminazione e areazione naturale a ciascun ambiente.
Proprio da questo centro, su un piano unico lievemente innalzato su tre livelli, si diramano le altre zone della casa lungo le direttrici dei quattro segni cardinali: l’ala est accoglie la suite principale ponendosi come zona maggiormente deputata alla privacy; l’ala ovest è quella di servizio, isolata dal resto del progetto; l’ala nord contempla invece una doppia residenza degli ospiti.
Il cuore della casa, infine, è sormontato da un padiglione del tutto aperto, detto “Gloriette”, espressamente dedicato a godere della vista sul paesaggio circostante.
La sequenza del film in cui si vede per la prima volta la Kaufmann House è introdotta dall’immagine del personaggio di Florence Pugh che con un dito accarezza il plastico che mostra la disposizione delle case della cittadina.
Subito dopo, alle sue spalle se ne staglia una la cui unicità è lampante, non solo per la presenza della piscina – la prospettiva adottata è proprio quella della foto di Aarons – ma anche per l’abbagliante purezza grafica dei volumi sullo sfondo. “Questo posto è incredibile”, dice Alice all’amica Bunny, e ha ragione, lo è. Il proprietario appare ripreso mentre percorre una passerella dell’abitazione, tra le alette verticali e sotto la tettoia di legno.
Dello straordinario lavoro di Neutra si vedrà effettivamente poco in Don’t Worry Darling, giusto qualche scorcio della camera da letto in una sequenza di sesso e ancora delle vedute esterne a pochi minuti dalla fine; si capisce, le regole dettate alla produzione dagli attuali proprietari, in nome della salvaguardia dell’edificio, erano effettivamente troppo stringenti per potervi ambientare sequenze più complesse.
Ma non è questo il punto. Il punto è che, all’interno di questo racconto distopico c’è un mad doctor che inventa la possibilità di una vita idilliaca in un quartiere Mid Century – considerato evidentemente ancora oggi il periodo storico e architettonico più fervido e felice dell’intera storia del Paese – e che, ancora una volta e come da tradizione, al bad guy di turno viene offerta la possibilità di abitare in una delle maggiori meraviglie mai create, prolungando un connubio – quello tra modernismo e ‘cattivi soggetti’ – che sembra davvero non conoscere crisi.
Il film
Don't Worry Darling
Drammatico - USA 2022 - durata 122’
Titolo originale: Don't Worry Darling
Regia: Olivia Wilde
Con Gemma Chan, Florence Pugh, Olivia Wilde, Harry Styles, Chris Pine, Nick Kroll
Al cinema: Uscita in Italia il 22/09/2022
in streaming: su Apple TV Rakuten TV Google Play Movies Netflix Netflix basic with Ads Timvision Amazon Video
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