Le avventure di Umberto Lenzi

Vecchie e nuove acquisizioni di film di Umberto Lenzi sul canale Minerva Classic di The Film Club. Del regista maremmano la library è ricca soprattutto di titoli degli anni 60, quindi quelli storico-avventurosi, e non i poliziotteschi del decennio successivo o gli horror, a parte due eccezioni comunque significative. Lenzi amava molto la spensieratezza del suo primo periodo, spesso i copioni erano firmati o co-firmati da lui stesso e alcuni film resistono decisamente al passare del tempo.

Il suo preferito era il salgariano La montagna di luce (1965) ma era legatissimo alla sua opera d’esordio Le avventure di Mary Read (1961) prodotto da Fortunato Misiano su sceneggiatura di Ugo Guerra e Luciano Martino (a sua volta futuro produttore nonché a lungo compagno di Edwige Fenech). Formidabile protagonista Lisa Gastoni, la Mary Read del titolo, scaltra ladra nell’Inghilterra del XVII secolo che si traveste da uomo per le sue rapine. Arrestata, riesce a fuggire dal carcere per farsi ingaggiare come mozzo sul vascello pirata del quale prenderà il comando, inseguita da uno spasimante nobiluomo indeciso se amarla incondizionatamente o cercare di arrestarla di nuovo. Avventuroso con tanta azione e molto artigianato, è appunto il primo film di Umberto (aveva in verità girato due pellicole in precedenza, mai distribuite).

Il sodalizio con Fortunato Misiano prosegue e anche grazie alla collaborazione con lo sceneggiatore e regista Guido Malatesta, Lenzi realizza Caterina di Russia (1963), storia romanzata di Caterina II, e poi il ciclo di Salgari di cui su Minerva Classic trovate I pirati della Malesia (1964). Il film è entrato a suo modo nella leggenda perché, girato nei luoghi del romanzo (che peraltro, come noto, Emilio Salgari non visitò mai), fu interrotto dalla guerra civile che si sarebbe conclusa con la dichiarazione di indipendenza di Singapore dalla Malesia.

Lenzi era anche molto legato a Zorro contro Maciste (1963), sceneggiato con Malatesta ma soggetto di Umberto, appassionato di storia spagnola. Andò a recuperare la vicenda di un presunto testamento di Filippo II, conteso da Isabella (legittima erede) e Malva, le quali assoldano una Zorro e l’altra Maciste, nientemeno, per duellare al posto loro.

Appartengono invece al periodo di maggior successo Milano rovente (1973) e Incubo sulla città contaminata (1980) divenuto di culto, apparentemente un ritorno dell’autore al genere cannibalico ma in verità un fanta-horror con invasione di contaminati (dalle radiazioni) che il regista (poco entusiasta della sceneggiatura e del progetto, inizialmente destinato a Enzo G. Castellari) avrebbe voluto modificare. Si stupì della rivalutazione, dovuta probabilmente alla dose di splatter in certi casi davvero estrema. Milano rovente fu invece girato sulla scia del successo della trilogia del milieu di Fernando Di Leo. È una produzione tutta meneghina, con scenari piuttosto azzeccati della Milano notturna e misteriosa.

Umberto Lenzi su The Film Club