La morte di Jim Jones, fondatore della setta Peoples Temple, e di 912 suoi seguaci (tra cui 304 bambini), il 18 novembre 1978, ha ispirato, fra le altre cose, il nome dei Brian Jonestown Massacre e l’espressione idiomatica “drink the Kool-Aid” per indicare l’adesione cieca a un’ideologia deviata.

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Il massacro di Jonestown

Jones, oratore carismatico, appoggiava la lotta per i diritti civili, sosteneva il pensiero di Martin Luther King e parlava agli emarginati, per i quali promise di costruire un paradiso lontano dagli Usa, in Guyana; la miniserie in tre episodi, prodotta da National Geographic, si prefigge di spiegare come Jones facesse leva sulla disperazione di chi del Sogno americano non aveva avuto neanche le briciole, ed era quindi pronto ad aderire con entusiasmo a un progetto collettivo di (apparente) uguaglianza.

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Il massacro di Jonestown

Il sottotitolo originale è One Day in Jonestown, perché la serie si concentra, appunto, su quel 18 novembre, quando la visita del deputato Leo Ryan a Jonestown innescò la crisi del leader, che dopo aver commissionato l’esecuzione del politico (insieme a lui morirono quattro giornalisti) costrinse l’intera comunità a bere succo di frutta avvelenato col cianuro (chi si rifiutava fu ucciso tramite iniezione: come si ribadisce, non si trattò di sucidio di massa, ma di vera strage).

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Il massacro di Jonestown

Il materiale dell’epoca, girato proprio in occasione del viaggio di Ryan e in gran parte inedito, è clamoroso, e a scandirlo sono i racconti dei sopravvissuti, costretti ad affrontare non solo il trauma, ma pure il pregiudizio di un’opinione pubblica convinta che si trattasse di una folla di invasati. Un true crime che tenta di guardare oltre il grottesco residuo “pop” di una tragedia nell’immaginario collettivo.

Autore

Ilaria Feole

Ilaria Feole è nata nell’anno di Il grande freddo, Il ritorno dello Jedi e Monty Python – Il senso della vita e tutto quello che sa l’ha imparato da questi tre film. Scrive di cinema e televisione per Film Tv e Spietati.it. È autrice della monografia Wes Anderson - Genitori, figli e altri animali edita da Bietti Heterotopia.