«Avete visto The Jinx ?» chiede lo stand-up comedian John Mulaney in uno show del 2015. «Quel tizio ha ucciso tre persone, eppure lo guardi e dici “Mi piace questo tizio! Perché mi piace questo tizio?”». In soldoni, questa è la domanda sottesa a tante delle vicende che la serie di Andrew Jarecki intreccia intorno alla figura enigmatica e carismatica del miliardario Robert Durst, condannato solo nel 2021 all’ergastolo per l’omicidio della sua migliore amica Susan Berman, nel 2000, ma sospettato anche dell’assassinio della moglie Kathie, e anni prima uscito assolto da un processo in cui aveva ammesso di aver fatto a pezzi il suo vicino di casa «per legittima difesa».

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The Jinx - Stagione 2

Nel 2015 la prima stagione di The Jinx fu un successo clamoroso, un evento mediatico e giudiziario: il prodotto che diede la stura alle centinaia di titoli true crime degli ultimi due lustri, e che modificò il corso delle indagini dopo che, nell’ultimo episodio, Durst aveva confessato accidentalmente a microfono aperto. Questa seconda annata riparte da lì, dall’arresto di Durst nel marzo 2015, quando stava per fuggire a Cuba con una borsa di banconote e una maschera in lattice, ed è giocoforza un’annata estremamente meta: una serie che parla di come la serie stessa ha cambiato, nel suo piccolo, il corso della storia. Se la prima stagione ruotava intorno a un Jarecki che s’improvvisava detective, ricostruendo indizi e tracce delle assurde vicende criminali di Durst, questa seconda è un più classico processuale, in cui il regista allarga lo sguardo ai legami del miliardario omicida: la seconda moglie, l’amante, i migliori amici, un giurato che gli restò fedele dopo averlo assolto, una pletora di personaggi incapaci di staccarsi da lui, un po’ per il potere invincibile dei soldi (la famiglia Durst, ci avvisano i cartelli finali, resta una delle più ricche del pianeta), un po’ per il carisma innegabile di un personaggio sfuggente e orripilante, tanto incosciente quanto calcolatore.

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The Jinx - Stagione 2

Nell’indagare le ragioni di questo magnetismo, Jarecki pare voler cercare le ragioni della sua stessa ossessione (complessivamente ha speso quasi vent’anni di carriera a lavorare sulla vita e le morti di Robert Durst) e di quella del pubblico, lasciando trapelare, nelle sequenze in tribunale, quanto potesse essere brillante, spietato e grottescamente divertente (per ammissione dello stesso giudice) quell’imputato canuto e, nel corso di un processo che ha attraversato l’era del COVID-19, sempre più anziano e fragile. Nove anni dopo il boato della prima annata, la seconda e ultima metà di The Jinx non può che essere, anche, una riflessione sul nostro modo di approcciarci al true crime, e non a caso è una stagione dedicata perlopiù all’atto di guardare: comincia con avvocati e parenti delle vittime che guardano collettivamente il primo The Jinx, prosegue con le reazioni di chi guarda in tv il processo a Durst, ed è costellato dagli schermi su cui si svolgevano i colloqui in prigione. La vita di Robert Durst è stata un grande, sanguinolento spettacolo, sembra ammettere con un po’ di amarezza Jarecki, consapevole di aver contribuito alla condanna dell’uomo (mai scontata, però, per sopraggiunta morte), ma anche a fare di lui una star.

Autore

Ilaria Feole

Ilaria Feole è nata nell’anno di Il grande freddo, Il ritorno dello Jedi e Monty Python – Il senso della vita e tutto quello che sa l’ha imparato da questi tre film. Scrive di cinema e televisione per Film Tv e Spietati.it. È autrice della monografia Wes Anderson - Genitori, figli e altri animali edita da Bietti Heterotopia.

La serie tv

locandina The Jinx: The Life and Deaths of Robert Durst

The Jinx: The Life and Deaths of Robert Durst

Documentario - USA 2015 - durata 45’

Titolo originale: The Jinx: The Life and Deaths of Robert Durst

Con Robert Durst, Jeszenia Jimenez, Andrew Jarecki, Dillon Mathews, Gary Napoli, Michael Simon Hall

in streaming: su Sky Go