Si è aggiunta al catalogo di ARTE una chicca, che rimarrà disponibile gratuitamente fino al 31 agosto 2024: Malpertuis (1971) del belga Harry Kümel, nella director’s cut del 1973 di due ore - la prima versione, in lingua inglese, era stata presentata al Festival di Cannes nel 1972 con la durata di 100 minuti -, restaurata dalla Cinematek - Royal Film Archive of Belgium. Il film, inoltre, fa parte del programma della 38ª edizione di Il Cinema ritrovato di Bologna (dal 22 al 30 giugno) e verrà proiettato lunedì 24 giugno alla presenza del regista, che introduce il suo lavoro.

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Malpertuis

Tratto dall’omonimo romanzo scritto da Jean Ray nel 1943 (un classico della letteratura gotico-fantastica-horror), il lungometraggio di Kümel è probabilmente meno noto del precedente, e più famoso, La vestale di Satana (1971), film dell’orrore che si inserisce nel filone lesbovampire, protagonista Delphine Seyrig nei vermigli panni della nobildonna Elizabeth Báthory, la “contessa Dracula”, forse la prima serial killer della storia (la leggenda vuole che si facesse il bagno nel sangue di giovani donne per preservare la propria giovinezza), inquietante personaggio storico che ha nutrito il cinema e la tv, dai Racconti immorali di Walerian Borowczyk alla quinta stagione di American Horror Story.

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Malpertuis

Anche Malpertuis mantiene un certo erotismo dark - che si manifesta soprattutto quando in scena compare Susan Hampshire, che interpreta cinque differenti personaggi, dalla virginea Nancy alla seducente Euryale -, cedendo però il passo al gotico e al surreale. La storia è quella di Jan (Mathieu Carrière, dalla bellezza efebica), giovane marinaio sbarcato in un paese delle Fiandre e in cerca della villa della sua infanzia. Come catturato da un sortilegio, si ritrova a Malpertuis, fatiscente magione dagli oscuri segreti. Qui lo attende, sul letto di morte, lo zio Cassavius (Orson Welles, nel ruolo di un vecchio occultista, un decadente Aleister Crowley con sguardo torvo, non troppo dissimile dalle creature imbalsamate del suo folle servitore, il tassidermista Lampernisse), attorno al quale si riuniscono alcuni parenti, ingolositi da una cospicua eredità.

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Malpertuis

Il lascito di Cassavius si rivela presto una maledizione: nessuno degli eredi, infatti, può abbandonare la labirintica casa-prigione, cupo edificio che pare progettato da Escher, un dedalo di scale impossibili, corridoio infiniti, stanze nascoste dentro cui Jan finisce per smarrirsi - il suo vagabondare ricorda il loop in cui incappa il protagonista di Operazione paura di Mario Bava, i cui capolavori gotici devono aver influenzato Kümel, insieme a Gli invasati di Robert Wise, tra le più affascinanti e suggestive messe in scena del topos della casa stregata.

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Malpertuis

Così Jan, determinato a sciogliere il mistero di Malpertuis, s’inoltra negli angoli bui di quel decrepito museo delle cere, dove il gotico si fonde con il surreale e passeggia verso il grottesco (le smorfie che deformano i volti dei loschi abitanti della dimora, come il viscido Dideloo di Michel Bouquet) e il weird, seguendo il sentiero del libro di partenza: alla fine si scopre la verità su quel luogo sinistro, cioè che un’arcana magia di Cassavius ha intrappolato gli antichi dèi della mitologia greca all’interno di quelle mura, incarnati dentro corpi umani.

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Malpertuis

Jan - e noi con lui - si trova catapultato in un turbine di visioni deliranti (aiutano a creare scompiglio il jump cut e gli zoom improvvisi in alcune scene), dentro una dimensione fuori dal tempo, a metà strada tra realtà e immaginazione; il Nostro scende nella profonda tana del Bianconiglio, e infatti il film si apre con l’illustrazione di Alice che combatte contro il Ciciarampa in Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò - come a dare un indizio sulla deriva fantastica della storia - e si chiude con una citazione di Lewis Carroll: «Cos’è la vita se non un sogno?».

Autore

Giulia Bona

Giulia Bona è nata a Voghera e ha studiato a Milano, dove si è laureata in Lettere moderne e Studi cinematografici con una tesi su Agnès Varda e il riciclaggio creativo. Riempiva quaderni di storie e pensieri, dava inchiostro alla sua penna sul giornalino della scuola, ora scrive per Film Tv. Ama leggere, i sentieri di montagna, la focaccia e sorride quando vede un cane.