Anche se non sembra, il mestiere della persona che organizza una manifestazione culturale è simile a quello di un regista. In entrambi i casi parliamo di qualcuno che vuole dar forma a un’idea facendo i conti da una parte con tutto ciò che riguarda pratiche assolutamente prosaiche, burocratiche e decisamente poco emozionanti, ma parimenti fondamentali; dall’altra con il modo migliore e più efficace per comunicare l’afflato artistico su cui si costruisce l’idea stessa di ciò che si vorrebbe manifestare. Profano e sacro che collaborano per raggiungere un obiettivo comune, che sia la realizzazione di un film efficace o la nascita di un festival del cinema con un’identità forte e ben precisa, in grado di raccontare con chiarezza ciò che si prefigge. Così come capita raramente un Orson Welles – ovvero il cineasta esordiente che debutta dietro la macchina da presa con un’idea di cinema già perfettamente cristallina e sublime – così è difficile incontrare un festival cinematografico che, sin dalla sua prima edizione, abbia una forma memorabile. Vuoi per scarsità di fondi, vuoi per mancanza di esperienza, vuoi per motivazioni ambientali e contestuali: un festival all’esordio difficilmente lascerà un segno immediato. Il Festival CinemAmbiente è sempre stato un’eccezione felice e di cui andare particolarmente orgogliosi.
Merito anche del suo fondatore Gaetano Capizzi – scomparso lo scorso ottobre e giustamente omaggiato in questa 27esima edizione che si terrà a Torino dal 4 al 9 giugno compresi. Sin dalla prima edizione nel 1998, Capizzi si è dimostrato in grado di costruire uno dei festival a tematica ambientale più autorevoli al mondo, spinto dalla convinzione che i film possano essere uno strumento essenziale per capire, raccontare e comunicare l’importanza di tutelare il pianeta su cui viviamo. Per questo, già a partire dagli esordi, lo sguardo del festival era già perfettamente focalizzato, indirizzato verso le nuove generazioni (con la sezione EcoKids evolutasi in CinemAmbiente Junior) e in grado di unire il grande cinema al messaggio ambientalista.
L’edizione 2024 presenta 76 film, in arrivo da 27 Paesi e in rappresentanza di 4 continenti. I titoli selezionati – tra i due concorsi (per documentari e cortometraggi), le sezioni non competitive e le proiezioni speciali – rispecchiano le tante sfaccettature oggi assunte dalla crisi ambientale, in cui il confine tra globale e locale si assottiglia sempre più facendo emergere problemi irrisolti e via via più pressanti. Il festival inaugurerà con la proiezione di un capolavoro ritrovato del cinema muto brasiliano – Amazonas, maior rio do mundo (1918), musicato dal vivo in sala – e chiuderà con il nuovo lavoro del Premio Oscar Luc Jacquet, Viaggio al Polo Sud (in sala dal prossimo 13 giugno).
In mezzo, un’ampia selezione di film che raccontano l’attivismo, la resilienza delle popolazioni vittime del cambiamento climatico e i progetti dedicati alla salvaguardia dell’ambiente: moltissime storie di persone che proteggono la Terra andando alla ricerca di un modello sostenibile, non velleitario e più consapevole del nostro rapporto con la natura. Uno degli appuntamenti speciali sarà invece la consegna del premio alla carriera Stella della Mole a Bruno Bozzetto, indiscusso maestro dell’animazione italiana e internazionale e protagonista di una carriera imperniata sulla riflessione delle conseguenze delle azioni dell’uomo su tutto ciò che lo circonda.
Il Festival CinemAmbiente (la più importante manifestazione italiana dedicata ai film a tema ambientale) è organizzato dal Museo Nazionale del Cinema ed è diretto da Lia Furxhi. La sua 27esima edizione si svolgerà dal 4 al 9 giugno 2024 a Torino e online sulla piattaforma OpenDDB, dove una selezione dei titoli in cartellone sarà visibile in replica fino al 18 giugno. Per ulteriori informazioni su programma, luoghi del festival, eventi collaterali sul territorio, modalità di acquisto biglietti e abbonamenti, vi rimandiamo al sito ufficiale della manifestazione.
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