L’insistenza con cui da anni la cultura americana parla di Guerra civile è tale che prima o poi lo sguardo sul passato che si fa monito sul futuro diventerà una profezia che si autoavvera... Il recente film Civil War, del resto, può essere considerato il controcanto parossistico (e pure politicamente un po’ stupido) di un gigantesco lavoro storiografico, narrativo, cinematografico e televisivo che va avanti da anni, sull’onda dei movimenti in difesa degli afroamericani e delle derive complottiste trumpiane, e che non accenna a diminuire. Il 7 maggio 2024, per dire, il romanzo di Jayne Anne Phillips Night Watch, ambientato in Virginia nel 1865, ha vinto il Pulitzer, mentre si è da poco conclusa su AppleTv+ Manhunt, miniserie tratta dal libro del 2007 dello storico James L. Swanson Manhunt: The 12-Day Chase for Lincoln’s Killer.

locandina
Manhunt (2024) (2024) locandina

Ideata e scritta da Monica Beletsky (in passato tra le autrici di Fargo The Leftovers), la serie segue in sette episodi dall’andamento perlopiù lineare, ma con parecchi inserti e andirivieni temporali, la caccia all’uomo che il segretario della guerra Edwin Stanton (Tobias Menzies) lanciò contro l’attore John Wilkes Booth (Anthony Boyle), assassino del presidente Lincoln (Hamish Linklater) il 15 aprile 1865, cinque giorni dopo la capitolazione del sud. Senza mai uscire dal solco dell’investigazione federale, da un lato, e della fuga di Booth dall’altro (che da Washington, dove sparò a Lincoln in un palco del Ford’s Theatre, fuggì verso sud nella speranza di raggiungere Richmond, in Virginia), Manhunt si sofferma sui giorni complicati dell’immediato dopoguerra, prima e dopo l’assassinio, concentrandosi soprattutto sulla difficoltà del processo di ricostruzione voluto da Lincoln e Stanton, che prevedeva tra le altre cose il diritto di voto ai neri e la concessione di terre agli schiavi liberati.

Damian O'Hare
Manhunt (2024) (2024) Damian O'Hare

Il merito principale di Beletsky e dei suoi co-autori sta nell’aver gestito con equilibrio una materia potenzialmente incandescente, suggerendo senza insistenza gli evidenti rimandi al presente (la questione razziale, la tenuta delle regole democratiche nei momenti di crisi, l’ingerenza della grande finanza, l’esistenza di una cospirazione per attuare un colpo di stato) e cedendo solo in parte alla retorica che ammanta la figura di Lincoln, dipinto come una guida ispiratrice e un bonario veggente. Di contro, la psicologia dell’assassino Booth, attore fallito ossessionato dal sogno di diventare un simbolo per la causa confederata, è fin troppo facile da decifrare (le sue ultime parole documentate prima di morire per mano nordista, «useless, useless», cioè “inutile”, assumono una chiara connotazione psicoanalitica), mentre è sorprendente il parallelismo con il destino del suo cacciatore, il retto e duro Stanton, che finì pure lui per barricarsi di fronte al nemico (il presidente Johnson) e malgrado le sue zone d’ombra (o forse in virtù di queste, grazie a una visione storica realistica e non manichea) alla fine viene considerato uno dei padri della patria.

Autore

Roberto Manassero

Roberto Manassero lavora come selezionatore al Torino Film Festival, è capo-redattore del sito www.cineforum.it e collaboratore delle riviste Film Tv e Doppiozero. Ha scritto un libro su P.T. Anderson, uno su Hitchcock e uno sul melodramma hollywoodiano. Tra i curatori del programma del Circolo dei lettori di Novara, tiene lezioni di cinema in scuole, musei e associazioni cultura.

La serie tv

locandina Manhunt (2024)

Manhunt (2024)

Thriller - USA 2024 - durata 54’

Titolo originale: Manhunt (2024)

Creato da: Monica Beletsky

Con Tobias Menzies, Monica Beletsky, Anthony Boyle, Justin Matthew Smith, Lovie Simone, Robert C. Treveiler

in streaming: su Apple TV Plus