Non è successo proprio oggi, portate pazienza: settimana più, settimana meno, ma comunque capitava quasi esattamente un secolo preciso fa. Pochi anni prima di cercare di annientare dalla faccia della Terra interi popoli – restituendo con gli interessi il karma accumulato in secoli di scrittori, filologi, filosofi, musicisti e scienziati sublimi – la Germania contribuiva per l’ennesima volta al benessere culturale dell’umanità codificando e portando alla ribalta internazionale il Bergfilm, il cinema di montagna; che ha preso forma soprattutto per merito di un pioniere matto, il geologo Arnold Fanck, che ci teneva a essere chiamato dottore e che grazie alle sue immagini di cruda bellezza stregò anche la giovane ballerina Leni Riefenstahl. Non molti anni più tardi, nel 1952, Fanck non riusciva più a lavorare dopo gli anni terribili del nazismo, in cui venne ostracizzato dal regime per la sua scarsa collaborazione, ma l’eredità del suo cinema venne raccolta – al di qua di quelle stesse Alpi su cui veniva realizzato – da gente altrettanto appassionata, competente e lungimirante.
Nel 1952 nasceva il festival del cinema di montagna Città di Trento, che oggi si chiama Trento Film Festival, è giunto alla sua 72ª edizione (dal 26 aprile al 5 maggio), è una delle realtà festivaliere con più storia in Italia, e continua imperterrito e senza un briciolo di stanchezza a ragionare sul rapporto tra uomo e natura attraverso il linguaggio cinematografico, che prende volta per volta la forma di anteprime (80 solo quelle italiane, ma ce ne sono anche di internazionali), incontri, restauri d’eccezione – quest’anno spicca, per l’appunto, quello del film d’esordio di Arnold Fanck, Der Berg des Schicksals (La montagna del destino) – e conversazioni con ospiti speciali, tra i quali possiamo citare Erri De Luca, protagonista del cortometraggio L’età sperimentale sul rapporto tra vecchiaia e impresa in montagna. I lungometraggi e i cortometraggi del concorso ufficiale, 25 in tutto, toccano una grande varietà di formati e linguaggi, spaziando dall’animazione alla fiction, ma senza rinunciare alla naturale vocazione del festival per il racconto documentaristico. Confermata anche la sezione Alp&Ism, dedicata all’alpinismo, all’esplorazione e agli sport estremi, le cui proiezioni saranno accompagnate dagli scalatori e atleti montani protagonisti.
Le ciliegine sulla ricca torta dell’edizione di quest’anno sono le proiezioni dei due film restaurati. Del primo abbiamo già accennato, ma vale la pena approfondire le modalità: Der Berg des Schicksals, il film che fece innamorare del cinema Leni Riefenstahl e la spinse a trovare Fanck per proporsi come sua nuova protagonista, verrà proiettato con l’accompagnamento musicale dal vivo di un terzetto composto da pianoforte, chitarra e fiati. Il secondo restauro, invece, riguarda il capolavoro del 1984 di Werner Herzog Gasherbrum - La montagna lucente, in cui il cineasta tedesco – non geologo come Fanck, ma altrettanto matto – segue l’impresa senza precedenti di Reinhold Messner e Hans Kammerlander: unire la scalata di due Ottomila, il Gasherbrum I e il Gasherbrum II, senza l’ausilio di bombole d’ossigeno e con un solo zaino a testa.
A introdurre in sala il film restaurato sarà Messner in persona. Invece, per suggellare la presentazione di un programma sempre più vasto e completo – 120 titoli in tutto – e per infrangere ogni residuo stereotipo negativo sulla natura burbera dei montanari, segnaliamo il focus dedicato al paese ospite, che quest’anno accoglie 16 film irlandesi proiettati in collaborazione con Irish Film Festa e fra i quali spicca That They May Face the Rising Sun di Pat Collins.
La 72ª edizione del Trento Film Festival si svolgerà nel capoluogo trentino dal 26 aprile al 5 maggio. Per qualsiasi ulteriore informazione sul programma ufficiale, sui biglietti e sui luoghi delle proiezioni vi rimandiamo al sito ufficiale della manifestazione, trentofestival.it. Buon festival a tutti e tutte!
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