«Osservare le galline vuol dire esplorare l’animo umano nei suoi inesauribili aspetti gallinacei». Così parlò Italo Calvino a proposito di Le galline pensierose di Luigi Malerba. E se sono pensierose è proprio perché il pensare - cose impensabili, incoerenti e perfettamente logiche - le fa essere strane, bizzarre, impossibili, astiose - come nel cinema di Buñuel -, a volte stupide - «la gallina non è un animale intelligente/Lo si capisce, lo si capisce/Da come guarda la gente» cantavano Cochi e Renato -, ma anche ingegnose e un poco folli. La gallina come nostra controfigura, un nostro doppio, o meglio un monito (terrorista); almeno è così per Antonia, che il giorno del suo trentatreesimo compleanno - come scrivono nelle note di sceneggiatura Elisa Casseri e Carlotta Corradi, autrici dello script, insieme alla protagonista Chiara Martegiani - «sta male, litiga con il compagno, va via di casa, perde il lavoro, sviene, ma, soprattutto, scopre di avere l’endometriosi, una malattia cronica che probabilmente ha condizionato tutta la sua vita. A differenza di Gesù, che dopo la morte risorge, lei non sa dove mettere le mani». E proprio mentre sta stramazzata sull’asfalto, una gallina le passeggia vicina. O è un pollo?
Pollo o gallina - così s’intitola il primo dei sei episodi che compongono Antonia, la serie diretta da Chiara Malta - sono, in fondo, lo stesso animale, come spiegano alla spiccia i due infermieri sull’ambulanza che la sta portando in ospedale: «Il pollo è l’animale giovane; se si riproduce diventa gallina». È questo il dubbio esistenziale rispetto al quale alla protagonista è chiesto di prendere una posizione come rimedio al proprio male: «Una soluzione sarebbe fare un figlio» (diventare una gallina), o «in alternativa, si potrebbe consigliare una menopausa farmacologica» (rimanere un pollo).
La forza di Antonia è affrontare la questione della malattia - l’endometriosi, uno dei tabù della società insieme allo spettro della menopausa - e farne discorso, ma mai il centro del discorso; la serie - svelta e ricca, tanto in termini di scrittura quanto di regia, di soluzioni bizzarre e fulminanti - parte dalla malattia della protagonista, ma la trascende, quasi che questa diventasse una sorta d’“ascesso” attraverso il quale dar sfogo - sempre con tenerezza e (auto)ironia - alle angosce esemplari scatenate dalla stretta sociale per cui a una data età deve corrispondere un preciso ruolo, una pressione ancora più schiacciante per le donne sottoposte dal mondo attorno all’incombente ticchettio dell’orologio biologico.
Tra sedute di psicoterapia junghiana e altre d’approccio gestaltico, dal viaggio sciamanico all’analisi freudiana, passando per la terapia di coppia e lo psicodramma, Antonia ha il coraggio di non dare risposte, ma di suggerire che crescere - e perché no, invecchiare - non è una questione di giochi già fatti, ma che è possibile diventare adulti districandosi dal rapporto complesso con i modelli. Scriveva Foucault: «Noi dobbiamo produrre qualcosa che ancora non esiste e di cui non possiamo sapere come e cosa sarà».
La serie tv
Antonia
Commedia - Italia 0 - durata 28’
Titolo originale: Antonia
Regia: Chiara Malta
Con Chiara Martegiani, Valerio Mastandrea, Chiara Malta, Chiara Caselli, Barbara Chichiarelli, Stefano Fregni
in streaming: su Amazon Prime Video Rai Play
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